L’evoluzione della lotta contro le malattie trasmissibili degli animali può essere letta in funzione del numero e della tipologia delle malattie considerate nelle disposizioni ufficiali di ogni Paese. In Italia, almeno fino alla prima Guerra mondiale, le malattie ritenute “gravi” erano meno di una decina. Il TU delle Leggi Sanitarie (1888) prescriveva la denuncia di qualsiasi caso di malattia infettiva diffusiva del bestiame; in seguito, all’inizio del Novecento, un’Ordinanza Ministeriale elencava alcune tra le principali malattie conosciute a quel tempo. Fu solo nel 1954, con l’emanazione del Regolamento di polizia veterinaria (DPR 8 febbraio 1954, n. 320), che si arrivò ad una lista specifica delle malattie da sottoporre a denuncia e a specifici provvedimenti di polizia sanitaria. Le profilassi di Stato nei confronti delle principali malattie infettive degli animali (specificatamente contro la tubercolosi e la brucellosi del bovino) furono avviate negli anni Sessanta, inizialmente su base volontaria e con piani pilota in alcune Province. Negli anni successivi, pur continuando a prevedere un’adesione su base volontaria, le profilassi sono state estese a tutto il territorio nazionale, consentendo di ottenere notevoli benefici commerciali per le aziende risanate che avevano ottenuto il titolo di “allevamento ufficialmente indenne da tubercolosi e brucellosi”. Più recentemente, la normativa nazionale, derivante dal recepimento di Direttive comunitarie, ha implementato i piani di profilassi contro le principali zoonosi e le malattie diffusive degli animali domestici
Prosperi S., Ostanello F. (2013). Controllo delle malattie diffusive. Bologna : BUP (Bononia University Press).
Controllo delle malattie diffusive
PROSPERI, SANTINO;OSTANELLO, FABIO
2013
Abstract
L’evoluzione della lotta contro le malattie trasmissibili degli animali può essere letta in funzione del numero e della tipologia delle malattie considerate nelle disposizioni ufficiali di ogni Paese. In Italia, almeno fino alla prima Guerra mondiale, le malattie ritenute “gravi” erano meno di una decina. Il TU delle Leggi Sanitarie (1888) prescriveva la denuncia di qualsiasi caso di malattia infettiva diffusiva del bestiame; in seguito, all’inizio del Novecento, un’Ordinanza Ministeriale elencava alcune tra le principali malattie conosciute a quel tempo. Fu solo nel 1954, con l’emanazione del Regolamento di polizia veterinaria (DPR 8 febbraio 1954, n. 320), che si arrivò ad una lista specifica delle malattie da sottoporre a denuncia e a specifici provvedimenti di polizia sanitaria. Le profilassi di Stato nei confronti delle principali malattie infettive degli animali (specificatamente contro la tubercolosi e la brucellosi del bovino) furono avviate negli anni Sessanta, inizialmente su base volontaria e con piani pilota in alcune Province. Negli anni successivi, pur continuando a prevedere un’adesione su base volontaria, le profilassi sono state estese a tutto il territorio nazionale, consentendo di ottenere notevoli benefici commerciali per le aziende risanate che avevano ottenuto il titolo di “allevamento ufficialmente indenne da tubercolosi e brucellosi”. Più recentemente, la normativa nazionale, derivante dal recepimento di Direttive comunitarie, ha implementato i piani di profilassi contro le principali zoonosi e le malattie diffusive degli animali domesticiI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.