Tra il 1598 e il 1604 il duca di Modena Cesare d’Este inviò a Praga all’imperatore Rodolfo II dipinti, statue, medaglie e pietre preziose, in parte acquistate e in parte provenienti dalla collezione di famiglia. Grazie a un’indagine sistematica condotta sul Carteggio Ambasciatori Germania, conservato nell’Archivio Segreto Estense di Modena, la vicenda viene riesaminata alla luce di nuovi documenti, allo scopo di ricostruire con maggior precisione la rete dei rapporti diplomatici che unì Modena a Praga nei delicati anni che seguirono la Devoluzione di Ferrara (1598). Appare chiaro che il dono di oggetti d’arte rivestì, nella conduzione dei maneggi politici fra le due corti, un ruolo fondamentale: a dipinti e sculture era riconosciuto il prodigioso potere di cambiare le carte in tavola, ribaltando decisioni ed equilibri che sembravano già segnati, in una singolare commistione di passione collezionistica e transazioni politiche.

Ghelfi B. (2012). «Le pitture spontano al fine quel che non possono spuntare i nostri stenti, et le nostre fatiche». Doni artistici di Cesare d’Este a Rodolfo II (1598-1604). Roma : Viella editore.

«Le pitture spontano al fine quel che non possono spuntare i nostri stenti, et le nostre fatiche». Doni artistici di Cesare d’Este a Rodolfo II (1598-1604)

GHELFI, BARBARA
2012

Abstract

Tra il 1598 e il 1604 il duca di Modena Cesare d’Este inviò a Praga all’imperatore Rodolfo II dipinti, statue, medaglie e pietre preziose, in parte acquistate e in parte provenienti dalla collezione di famiglia. Grazie a un’indagine sistematica condotta sul Carteggio Ambasciatori Germania, conservato nell’Archivio Segreto Estense di Modena, la vicenda viene riesaminata alla luce di nuovi documenti, allo scopo di ricostruire con maggior precisione la rete dei rapporti diplomatici che unì Modena a Praga nei delicati anni che seguirono la Devoluzione di Ferrara (1598). Appare chiaro che il dono di oggetti d’arte rivestì, nella conduzione dei maneggi politici fra le due corti, un ruolo fondamentale: a dipinti e sculture era riconosciuto il prodigioso potere di cambiare le carte in tavola, ribaltando decisioni ed equilibri che sembravano già segnati, in una singolare commistione di passione collezionistica e transazioni politiche.
2012
La corte estense nel primo Seicento. Diplomazia e mecenatismo artistico
93
133
Ghelfi B. (2012). «Le pitture spontano al fine quel che non possono spuntare i nostri stenti, et le nostre fatiche». Doni artistici di Cesare d’Este a Rodolfo II (1598-1604). Roma : Viella editore.
Ghelfi B.
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