Il tema Genius Loci scaturisce da due idee concomitanti: quella di riflettere, continuando un lavoro iniziato nel 2012 con il tema Stile italiano, sul paesaggio, aspetto che connota fortemente l’Italia, e la riflessione necessaria dopo il terremoto che nel maggio 2012 ha colpito duramente parte della regione Emilia Romagna, dove il festival ha luogo. A questa tragedia erano strettamente legati gli incontri con Manuela Rossi e Matteo Agnoletto. La direttrice del Palazzo Pio di Carpi ha mostrato l’importanza della cura e della salvaguardia dei monumenti, mettendo in luce quanto gli interventi decisi con cui Carpi restaurò lo stupendo palazzo dopo il sisma del 1996 lo abbiano poi messo al riparo da danni gravissimi che altri monumenti hanno subito dal recente terremoto. Ha inoltre ripercorso la storia ricchissima, che ancora si manifesta negli ambienti e nelle decorazioni superstiti, oggi sfondo di mostre, attività didattiche: ambienti ridiventati oggi, grazie all’investimento del Comune cittadino, luogo ‘vivo’ e produttivo sia in termini materiali che simbolici per gli abitanti di Carpi. Matteo Agnoletto ha riflettuto sulla questione cardine posta dal sisma: “il problema di ricostruire una nuova identità sulle macerie di quella distrutta” e la necessità di “chiederci come definire tale identità, nella quale si deve riconoscere la popolazione. Il punto fermo deve essere inequivocabilmente la conservazione della memoria”. Attraverso la campagna fotografica realizzata da Giovanni Chiaramonte sui luoghi e i beni distrutti si è tratta la consapevolezza che la ferita al paesaggio degli uomini è una ferita agli uomini, e che è necessario preservarne la memoria in primo luogo nei contenuti storici e artistici. Il tema del genius loci è stato all’origine degli altri incontri. Con Rosetta Borchia e Olivia Nesci è stata la ricerca sul Montefeltro, che ha portato alla scoperta della conservazione di alcuni scorci che fornirono lo sfondo a dipinti di Piero della Francesca, in particolare ai ritratti dei duchi Federico e Battista nel celeberrimo dittico conservato agli Uffizi. Attraverso lo sguardo del botanico e architetto di paesaggio Fabrizio Manfredi, si è poi riflettuto su Villa Sorra a Gaggio di Piano (Modena), un complesso architettonico e paesaggistico radicato nel territorio, studiata dal punto di vista del giardino formale, del parco romantico e dunque della vegetazione, la sua componente naturale. Il percorso fra le arti ha poi visto alcuni approfondimenti dedicati al cinema, all’architettura (in particolare destinata a ospitare esecuzioni musicali), alla letteratura. Leonardo Gandini ha affrontato la questione importantissima dell’immaginario urbano nel cinema, dunque di un paesaggio di ‘nuova specie’ che non è mai semplice sfondo per i personaggi, per così dire; Paola Goretti ha condotto gli spettatori fra luoghi immaginari e fantastici della letteratura, proponendo un “tour visionario”; Francesco Amendolagine, Claudia Caffagni, Michele Moserle hanno presentato un volume di recente uscita, che raccoglie studi su alcuni momenti e snodi chiave per la nostra cultura, che hanno visto l’intreccio della musica e dell’architettura al suo servizio. Nel volume, e nella presentazione, vengono presi fra l’altro in esame il progetto di Jacopo Sansovino in San Marco a Venezia, con l’inserimento dei due cori in pieno Cinquecento e il Teatro “La Fenice”, modello di architettura ottocentesca volto a favorire l’affermazione del bel canto italiano.

Grandezze e Meraviglie. XV Festival Musicale Estense. I linguaggi delle arti: Genius Loci

CAVICCHIOLI, SONIA
2012

Abstract

Il tema Genius Loci scaturisce da due idee concomitanti: quella di riflettere, continuando un lavoro iniziato nel 2012 con il tema Stile italiano, sul paesaggio, aspetto che connota fortemente l’Italia, e la riflessione necessaria dopo il terremoto che nel maggio 2012 ha colpito duramente parte della regione Emilia Romagna, dove il festival ha luogo. A questa tragedia erano strettamente legati gli incontri con Manuela Rossi e Matteo Agnoletto. La direttrice del Palazzo Pio di Carpi ha mostrato l’importanza della cura e della salvaguardia dei monumenti, mettendo in luce quanto gli interventi decisi con cui Carpi restaurò lo stupendo palazzo dopo il sisma del 1996 lo abbiano poi messo al riparo da danni gravissimi che altri monumenti hanno subito dal recente terremoto. Ha inoltre ripercorso la storia ricchissima, che ancora si manifesta negli ambienti e nelle decorazioni superstiti, oggi sfondo di mostre, attività didattiche: ambienti ridiventati oggi, grazie all’investimento del Comune cittadino, luogo ‘vivo’ e produttivo sia in termini materiali che simbolici per gli abitanti di Carpi. Matteo Agnoletto ha riflettuto sulla questione cardine posta dal sisma: “il problema di ricostruire una nuova identità sulle macerie di quella distrutta” e la necessità di “chiederci come definire tale identità, nella quale si deve riconoscere la popolazione. Il punto fermo deve essere inequivocabilmente la conservazione della memoria”. Attraverso la campagna fotografica realizzata da Giovanni Chiaramonte sui luoghi e i beni distrutti si è tratta la consapevolezza che la ferita al paesaggio degli uomini è una ferita agli uomini, e che è necessario preservarne la memoria in primo luogo nei contenuti storici e artistici. Il tema del genius loci è stato all’origine degli altri incontri. Con Rosetta Borchia e Olivia Nesci è stata la ricerca sul Montefeltro, che ha portato alla scoperta della conservazione di alcuni scorci che fornirono lo sfondo a dipinti di Piero della Francesca, in particolare ai ritratti dei duchi Federico e Battista nel celeberrimo dittico conservato agli Uffizi. Attraverso lo sguardo del botanico e architetto di paesaggio Fabrizio Manfredi, si è poi riflettuto su Villa Sorra a Gaggio di Piano (Modena), un complesso architettonico e paesaggistico radicato nel territorio, studiata dal punto di vista del giardino formale, del parco romantico e dunque della vegetazione, la sua componente naturale. Il percorso fra le arti ha poi visto alcuni approfondimenti dedicati al cinema, all’architettura (in particolare destinata a ospitare esecuzioni musicali), alla letteratura. Leonardo Gandini ha affrontato la questione importantissima dell’immaginario urbano nel cinema, dunque di un paesaggio di ‘nuova specie’ che non è mai semplice sfondo per i personaggi, per così dire; Paola Goretti ha condotto gli spettatori fra luoghi immaginari e fantastici della letteratura, proponendo un “tour visionario”; Francesco Amendolagine, Claudia Caffagni, Michele Moserle hanno presentato un volume di recente uscita, che raccoglie studi su alcuni momenti e snodi chiave per la nostra cultura, che hanno visto l’intreccio della musica e dell’architettura al suo servizio. Nel volume, e nella presentazione, vengono presi fra l’altro in esame il progetto di Jacopo Sansovino in San Marco a Venezia, con l’inserimento dei due cori in pieno Cinquecento e il Teatro “La Fenice”, modello di architettura ottocentesca volto a favorire l’affermazione del bel canto italiano.
2012
E. Bellei; S. Cavicchioli
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/134645
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