In numerose scritture femministe, oltre che in sguardi di osservatori occasionali, volontari, turisti e organizzazioni non governative, le tematiche di genere vengono frequentemente trattate secondo ideologie di miglioramento che aspirano a modificare pratiche locali considerate dannose. Fra le attività proibite per legge in Etiopia si conta il matrimonio per rapimento (gossimma). Il numero di autori che si sono occupati del matrimonio per rapimento a livello teorico è esile. Il disinteresse per il tema si scontra con i rilievi etnografici. L'abduzione in zona Hadiya di fatto è impiegata per contrastare il sistema classico delle contrattazioni famigliari, per stipulare alleanze e trasmettere beni. L'articolo analizza gli ingredienti di base di questo strano modo di innamorarsi e sposarsi: la violenza, la volontà di scambio, la simulazione, la teatralità del rapimento, la riprovazione degli osservatori esterni per una pratica considerata in qualche modo incivile. Ai concetti di segregazione e oppressione, sovraimposti meccanicamente a realtà “esotiche”, l'autrice affianca con dubbio critico una selezione di storie femminili osservate nell'arco di un quinquennio, lasciando che emerga, fra costrizioni e scelte a disposizione, una versione antitetica ai miti occidentali e in particolare alla rappresentazione dell'amore fatale. Fino al paradosso finale per cui le azioni del predatore, offensive per gli standard nazionali e per sensibilità formatesi sui diritti umani, di fatto conducono a matrimoni dove la donna gode di altissima considerazione.
PEVERI V. (2012). Il ratto delle donne. Amore e violenza in un villaggio d’Etiopia. MILANO : LEDIZIONI.
Il ratto delle donne. Amore e violenza in un villaggio d’Etiopia
PEVERI, VALENTINA
2012
Abstract
In numerose scritture femministe, oltre che in sguardi di osservatori occasionali, volontari, turisti e organizzazioni non governative, le tematiche di genere vengono frequentemente trattate secondo ideologie di miglioramento che aspirano a modificare pratiche locali considerate dannose. Fra le attività proibite per legge in Etiopia si conta il matrimonio per rapimento (gossimma). Il numero di autori che si sono occupati del matrimonio per rapimento a livello teorico è esile. Il disinteresse per il tema si scontra con i rilievi etnografici. L'abduzione in zona Hadiya di fatto è impiegata per contrastare il sistema classico delle contrattazioni famigliari, per stipulare alleanze e trasmettere beni. L'articolo analizza gli ingredienti di base di questo strano modo di innamorarsi e sposarsi: la violenza, la volontà di scambio, la simulazione, la teatralità del rapimento, la riprovazione degli osservatori esterni per una pratica considerata in qualche modo incivile. Ai concetti di segregazione e oppressione, sovraimposti meccanicamente a realtà “esotiche”, l'autrice affianca con dubbio critico una selezione di storie femminili osservate nell'arco di un quinquennio, lasciando che emerga, fra costrizioni e scelte a disposizione, una versione antitetica ai miti occidentali e in particolare alla rappresentazione dell'amore fatale. Fino al paradosso finale per cui le azioni del predatore, offensive per gli standard nazionali e per sensibilità formatesi sui diritti umani, di fatto conducono a matrimoni dove la donna gode di altissima considerazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.