ABSTRACT: The widespread adoption of wireless communication systems may raise delicate labour law issues. Directive 2013/35/EU, on the protection of workers against exposure to electromagnetic fields, explicitly excludes from its scope the prevention of possible long-term carcinogenic effects, because there is currently no conclusive scientific evidence establishing a causal relationship. However, the Italian Supreme Court has recently recognized causation (for social security purposes) between a worker’s cancer and his prolonged exposure to electromagnetic fields of mobile phones. Such decision prompts to question the reliability of the precautionary approach adopted in the above Directive. Moreover it is an important precedent for its potential practical implications, as well as with regard to the criteria by which scientific knowledge becomes relevant in legal proceedings. ABSTRACT: La diffusione delle tecnologie di comunicazione senza fili solleva delicate questioni giuslavoristiche. La Direttiva 2013/35/EU, sulla protezione dei lavoratori rispetto all’esposizione ai campi elettromagnetici, esclude esplicitamente dal suo campo d’applicazione la prevenzione di possibili effetti cancerogeni a lungo termine, in quanto non esiste attualmente alcuna evidenza scientifica che comprovi in maniera conclusiva un nesso di causalità. La Corte di Cassazione italiana, viceversa, ha recentemente riconosciuto (ai fini della copertura previdenziale da parte dell’Inail) il nesso di causalità tra un tumore all’orecchio interno di un lavoratore e la prolungata esposizione alle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari. Tale sentenza solleva interrogativi sull’affidabilità, rispetto al principio di precauzione, dell’approccio adottato in proposito dalla menzionata Direttiva prevenzionistica. Si tratta, inoltre, di un precedente giurisprudenziale importante, sia per le sue potenziali implicazioni pratiche, sia per quanto riguarda i criteri con cui la conoscenza scientifica assume rilevanza in giudizio.
Casale D. (2013). Mobile phones’ electromagnetic fields and occupational cancer, between Directive 2013/35/EU and Italian Supreme Court case law. Urbino : OLYMPUS Osservatorio per il monitoraggio permanente della legislazione e giurisprudenza sulla sicurezza del lavoro, Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi Carlo Bo di Urbino.
Mobile phones’ electromagnetic fields and occupational cancer, between Directive 2013/35/EU and Italian Supreme Court case law
CASALE, DAVIDE
2013
Abstract
ABSTRACT: The widespread adoption of wireless communication systems may raise delicate labour law issues. Directive 2013/35/EU, on the protection of workers against exposure to electromagnetic fields, explicitly excludes from its scope the prevention of possible long-term carcinogenic effects, because there is currently no conclusive scientific evidence establishing a causal relationship. However, the Italian Supreme Court has recently recognized causation (for social security purposes) between a worker’s cancer and his prolonged exposure to electromagnetic fields of mobile phones. Such decision prompts to question the reliability of the precautionary approach adopted in the above Directive. Moreover it is an important precedent for its potential practical implications, as well as with regard to the criteria by which scientific knowledge becomes relevant in legal proceedings. ABSTRACT: La diffusione delle tecnologie di comunicazione senza fili solleva delicate questioni giuslavoristiche. La Direttiva 2013/35/EU, sulla protezione dei lavoratori rispetto all’esposizione ai campi elettromagnetici, esclude esplicitamente dal suo campo d’applicazione la prevenzione di possibili effetti cancerogeni a lungo termine, in quanto non esiste attualmente alcuna evidenza scientifica che comprovi in maniera conclusiva un nesso di causalità. La Corte di Cassazione italiana, viceversa, ha recentemente riconosciuto (ai fini della copertura previdenziale da parte dell’Inail) il nesso di causalità tra un tumore all’orecchio interno di un lavoratore e la prolungata esposizione alle onde elettromagnetiche emesse dai telefoni cellulari. Tale sentenza solleva interrogativi sull’affidabilità, rispetto al principio di precauzione, dell’approccio adottato in proposito dalla menzionata Direttiva prevenzionistica. Si tratta, inoltre, di un precedente giurisprudenziale importante, sia per le sue potenziali implicazioni pratiche, sia per quanto riguarda i criteri con cui la conoscenza scientifica assume rilevanza in giudizio.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.