MOROZZO DELLA ROCCA, Carlo Lodovico. – Nacque a Torino il 5 agosto 1743 da Giuseppe Francesco, terzo marchese di Rocca dei Baldi, quarto conte di Morozzo, e da Ludovica Cristina Lucrezia Balbo Bertone, figlia di Giulio Cesare, signore di Revigliasco e Sambuy. Il padre di Morozzo, che proteggeva scrittori e scienziati (fu lui a convincere Carlo Emanuele III a nominare nel 1748 Giovanni Battista Beccaria alla cattedra di fisica), iscrisse il figlio sedicenne alla scuola d’artiglieria. Il giovane ebbe come maestro anche Giuseppe Luigi Lagrange che, allora, insegnava la meccanica. Dopo quattro anni entrò nel reggimento Guardie e vi militò fino al 1786. In quell’anno si crearono nuovi reggimenti provinciali e Morozzo fu destinato come ufficiale superiore a quello di Susa. Nel 1793 ebbe il comando del reggimento di Torino, nel 1796 fu nominato brigadiere dei Reali Eserciti, nel 1798 ispettore generale di tutta la fanteria provinciale e nel 1800 entrò a far parte del Consiglio supremo di governo. Tornò agli interessi scientifici che aveva coltivato fin da giovanissimo e non aveva trascurato durante la vita militare. Ancora adolescente, insieme ad Angelo Carena, si era cimentato nella costruzione di strumenti ottici. Da militare, quando poteva, incontrava spesso gli amici fisici, in primo luogo Giovanni Cigna. Furono Cigna e Giuseppe Angelo Saluzzo a introdurlo nella Società reale, nata nel 1760 dalla Società privata che avevano fondato con Lagrange e che più tardi, nel 1783, sarebbe diventata l’Accademia delle scienze. Morozzo ne fu uno dei membri più attivi. Nel 1769 il Governo gli affidò una consulenza importante sulle proprietà tintorie della garanza e, nel 1781, del guado, candidato alla sostituzione dell’indaco. Fece parte della Deputazione per le tinture e, nel 1788, divenne presidente perpetuo dell’Accademia, organo di consulenza tecnica del re. In quest’ambito rientrò il concorso di chimica tintoria bandito nel 1790 in cui ebbe un ruolo di primo piano. Morì a Collegno il 12 luglio 1804. Di Morozzo si conoscono 35 lavori a stampa e alcuni inediti. Parte di questi sono di argomento naturalistico e trattano di zoologia, mineralogia, paleontologia e geofisica, qualcuno di zootecnia, astronomia, fisica, più della metà riguardano la chimica.
M. Taddia (2012). Morozzo della Rocca, Carlo Lodovico. ROMA : Istituto dell’Enciclopedia Italiana.
Morozzo della Rocca, Carlo Lodovico
TADDIA, MARCO
2012
Abstract
MOROZZO DELLA ROCCA, Carlo Lodovico. – Nacque a Torino il 5 agosto 1743 da Giuseppe Francesco, terzo marchese di Rocca dei Baldi, quarto conte di Morozzo, e da Ludovica Cristina Lucrezia Balbo Bertone, figlia di Giulio Cesare, signore di Revigliasco e Sambuy. Il padre di Morozzo, che proteggeva scrittori e scienziati (fu lui a convincere Carlo Emanuele III a nominare nel 1748 Giovanni Battista Beccaria alla cattedra di fisica), iscrisse il figlio sedicenne alla scuola d’artiglieria. Il giovane ebbe come maestro anche Giuseppe Luigi Lagrange che, allora, insegnava la meccanica. Dopo quattro anni entrò nel reggimento Guardie e vi militò fino al 1786. In quell’anno si crearono nuovi reggimenti provinciali e Morozzo fu destinato come ufficiale superiore a quello di Susa. Nel 1793 ebbe il comando del reggimento di Torino, nel 1796 fu nominato brigadiere dei Reali Eserciti, nel 1798 ispettore generale di tutta la fanteria provinciale e nel 1800 entrò a far parte del Consiglio supremo di governo. Tornò agli interessi scientifici che aveva coltivato fin da giovanissimo e non aveva trascurato durante la vita militare. Ancora adolescente, insieme ad Angelo Carena, si era cimentato nella costruzione di strumenti ottici. Da militare, quando poteva, incontrava spesso gli amici fisici, in primo luogo Giovanni Cigna. Furono Cigna e Giuseppe Angelo Saluzzo a introdurlo nella Società reale, nata nel 1760 dalla Società privata che avevano fondato con Lagrange e che più tardi, nel 1783, sarebbe diventata l’Accademia delle scienze. Morozzo ne fu uno dei membri più attivi. Nel 1769 il Governo gli affidò una consulenza importante sulle proprietà tintorie della garanza e, nel 1781, del guado, candidato alla sostituzione dell’indaco. Fece parte della Deputazione per le tinture e, nel 1788, divenne presidente perpetuo dell’Accademia, organo di consulenza tecnica del re. In quest’ambito rientrò il concorso di chimica tintoria bandito nel 1790 in cui ebbe un ruolo di primo piano. Morì a Collegno il 12 luglio 1804. Di Morozzo si conoscono 35 lavori a stampa e alcuni inediti. Parte di questi sono di argomento naturalistico e trattano di zoologia, mineralogia, paleontologia e geofisica, qualcuno di zootecnia, astronomia, fisica, più della metà riguardano la chimica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


