Attraverso una ricerca sul campo realizzata fra maggio e settembre 2012 con interviste in profondità ad attivisti e rappresentanti eletti del Movimento 5 stelle, questo contributo fotografa il M5s in una fase particolare della sua storia politica, successiva al primo periodo di insediamento territoriale, ma precedente alla decisione di presentarsi all’appuntamento cruciale delle elezioni politiche. La nostra ricognizione dall’interno consente di ricostruire i diversi aspetti, organizzativi e programmatici, che caratterizzano il partito. Sul piano organizzativo,diamo conto della capacità di costruire – a livello locale – forme decisionali più orizzontali e inclusive rispetto a quelle dei partiti tradizionali e di utilizzare la rete internet in modo innovativo ed efficace, soprattutto come strumento di reclutamento. Le stesse caratteristiche dell’attivista tipico del Movimento, istruito, politicamente consapevole ma anche assai insoddisfatto del funzionamento della democrazia, hanno contribuito ad alimentare questa domanda di «altra politica». Dal punto di vista programmatico, la mobilitazione è avvenuta su una piattaforma che rimanda a tematiche post-materialiste (neo-ambientalismo, qualità della vita e della politica, partecipazione diretta dei cittadini) che in Italia non hanno trovato un partito in grado di recepirle appieno. Questi aspetti hanno permesso al M5s di accreditarsi come formazione post-ideologica e di accogliere persone provenienti da percorsi politici molto diversi fra loro. D’altra parte, sono emersi anche alcuni nodi problematici su cui è opportuno soffermarsi. L’espansione del partito ha portato inevitabilmente a una maggiore diversificazione degli aderenti, sia attivisti che semplici simpatizzanti. Al momento di elaborare una piattaforma elettorale nazionale, tale eterogeneità sociale, politica e ideologica potrà essere fonte di divisioni e malcontento, essendo il M5s obbligato, a quel punto, a prendere posizione su una serie di temi «scomodi» (dalle ricette per uscire dalla crisi economica all’immigrazione, al welfare) che potevano essere ignorati nei programmi locali. Ancora più complesse risultano essere, però, le questioni organizzative e, nello specifico, il problema della rappresentanza del Movimento e della strutturazione a livello nazionale del partito. Il M5s nasce dalla decisione dei Meetup pre-esistenti in rete di passare dalla discussione al terreno più concreto della mobilitazione offline, trasformandosi in gruppi locali che accettano di concorrere alle elezioni amministrative. Ma è solo quando il partito mostra le sue potenzialità di crescita, vincendo le prime sfide, e quando tali potenzialità finiscono per essere proiettate sul terreno delle elezioni, e quindi del governo, che si palesano tutte le difficoltà del passaggio al livello nazionale. L’espulsione di Valentino Tavolazzi e successivamente il «caso Favia» sono solo le due emersioni più clamorose di queste insidie che da tempo serpeggiano fra i militanti: come strutturare il partito a livello nazionale? come trasferire oltre l’ambito locale le pratiche che hanno avuto successo nelle città, che sono rese possibili dai piccoli numeri delle realtà comunali? Il processo di istituzionalizzazione, inevitabile per tutte le formazioni che si proiettano su uno scenario politico più ampio, ha posto all’ordine del giorno problemi quali la creazione di una struttura centralizzata e di un gruppo dirigente deputato a decidere (o decidere come e chi far decidere) rispetto alle candidature e al programma. Nel caso del M5s tale processo si scontra però con l’immagine, fortemente radicata tra i militanti e da essi sponsorizzata come elemento di originalità e diversità nelle manifestazioni pubbliche, di partito fatto da gruppi locali, che decidono autonomamente e senza ingerenze esterne. Gli stessi attivisti intervistati sembrano coscienti delle difficoltà della sfida, ed oscillano fra la preoccupazione («probabilmente falliremo quando comincerem...

Dentro il Movimento: organizzazione, attivisti e programmi / G. Passarelli; F. Tronconi; D. Tuorto. - STAMPA. - (2013), pp. 123-167.

Dentro il Movimento: organizzazione, attivisti e programmi

TRONCONI, FILIPPO;TUORTO, DARIO
2013

Abstract

Attraverso una ricerca sul campo realizzata fra maggio e settembre 2012 con interviste in profondità ad attivisti e rappresentanti eletti del Movimento 5 stelle, questo contributo fotografa il M5s in una fase particolare della sua storia politica, successiva al primo periodo di insediamento territoriale, ma precedente alla decisione di presentarsi all’appuntamento cruciale delle elezioni politiche. La nostra ricognizione dall’interno consente di ricostruire i diversi aspetti, organizzativi e programmatici, che caratterizzano il partito. Sul piano organizzativo,diamo conto della capacità di costruire – a livello locale – forme decisionali più orizzontali e inclusive rispetto a quelle dei partiti tradizionali e di utilizzare la rete internet in modo innovativo ed efficace, soprattutto come strumento di reclutamento. Le stesse caratteristiche dell’attivista tipico del Movimento, istruito, politicamente consapevole ma anche assai insoddisfatto del funzionamento della democrazia, hanno contribuito ad alimentare questa domanda di «altra politica». Dal punto di vista programmatico, la mobilitazione è avvenuta su una piattaforma che rimanda a tematiche post-materialiste (neo-ambientalismo, qualità della vita e della politica, partecipazione diretta dei cittadini) che in Italia non hanno trovato un partito in grado di recepirle appieno. Questi aspetti hanno permesso al M5s di accreditarsi come formazione post-ideologica e di accogliere persone provenienti da percorsi politici molto diversi fra loro. D’altra parte, sono emersi anche alcuni nodi problematici su cui è opportuno soffermarsi. L’espansione del partito ha portato inevitabilmente a una maggiore diversificazione degli aderenti, sia attivisti che semplici simpatizzanti. Al momento di elaborare una piattaforma elettorale nazionale, tale eterogeneità sociale, politica e ideologica potrà essere fonte di divisioni e malcontento, essendo il M5s obbligato, a quel punto, a prendere posizione su una serie di temi «scomodi» (dalle ricette per uscire dalla crisi economica all’immigrazione, al welfare) che potevano essere ignorati nei programmi locali. Ancora più complesse risultano essere, però, le questioni organizzative e, nello specifico, il problema della rappresentanza del Movimento e della strutturazione a livello nazionale del partito. Il M5s nasce dalla decisione dei Meetup pre-esistenti in rete di passare dalla discussione al terreno più concreto della mobilitazione offline, trasformandosi in gruppi locali che accettano di concorrere alle elezioni amministrative. Ma è solo quando il partito mostra le sue potenzialità di crescita, vincendo le prime sfide, e quando tali potenzialità finiscono per essere proiettate sul terreno delle elezioni, e quindi del governo, che si palesano tutte le difficoltà del passaggio al livello nazionale. L’espulsione di Valentino Tavolazzi e successivamente il «caso Favia» sono solo le due emersioni più clamorose di queste insidie che da tempo serpeggiano fra i militanti: come strutturare il partito a livello nazionale? come trasferire oltre l’ambito locale le pratiche che hanno avuto successo nelle città, che sono rese possibili dai piccoli numeri delle realtà comunali? Il processo di istituzionalizzazione, inevitabile per tutte le formazioni che si proiettano su uno scenario politico più ampio, ha posto all’ordine del giorno problemi quali la creazione di una struttura centralizzata e di un gruppo dirigente deputato a decidere (o decidere come e chi far decidere) rispetto alle candidature e al programma. Nel caso del M5s tale processo si scontra però con l’immagine, fortemente radicata tra i militanti e da essi sponsorizzata come elemento di originalità e diversità nelle manifestazioni pubbliche, di partito fatto da gruppi locali, che decidono autonomamente e senza ingerenze esterne. Gli stessi attivisti intervistati sembrano coscienti delle difficoltà della sfida, ed oscillano fra la preoccupazione («probabilmente falliremo quando comincerem...
2013
Il partito di Grillo
123
167
Dentro il Movimento: organizzazione, attivisti e programmi / G. Passarelli; F. Tronconi; D. Tuorto. - STAMPA. - (2013), pp. 123-167.
G. Passarelli; F. Tronconi; D. Tuorto
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/133356
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