Figlio di Felice e Lucia, entrambi pittori, molto legati alla principale istituzione artistica bolognese, l’Accademia Clementina, Stefano Torelli (1704-1780), dopo i soggiorni a Venezia, Napoli e Roma, lascia l’Italia per Dresda (1739), dove diventa pittore di corte di Augusto III di Sassonia. Dopo un primo incarico a Bayreuth (1740) per la margravia Wilhelmine, gli giungono numerose commissioni dalla corte sassone e dal coltissimo Primo Ministro, il conte Heinrich von Brühl. Del suo successo sono testimoni Luigi Crespi (1708-1779), per qualche tempo a Dresda nel 1752, e Giovanni Ludovico Bianconi. L’infuriare della Guerra dei Sette Anni lo costringe nel 1759 a recarsi ancor più verso Nord: trascorre due anni a Lubecca (1759-1761) prima di approdare a Pietroburgo, in un’avventura cosmopolita che ha un parallelo nella vita di Giacomo Casanova. A Pietroburgo entra al servizio di Caterina II, appena salita al trono. Collaborando con il quadraturista bolognese Serafino Barozzi (?-1810), decora la dacia della sovrana ad Oranienbaum, residenza sul Golfo di Finlandia, dando vita a scene mitologiche popolate da seduttive divinità femminili, molto apprezzate da Ètienne-Maurice Falconet che definisce Stefano Torelli «peintre enchanteur» in una lettera indirizzata nel 1770 a Caterina II.

«Peintre enchanteur» alle Corti del Nord. Stefano Torelli a Dresda e San Pietroburgo / I. Graziani. - STAMPA. - (2012), pp. 304-309.

«Peintre enchanteur» alle Corti del Nord. Stefano Torelli a Dresda e San Pietroburgo

GRAZIANI, IRENE
2012

Abstract

Figlio di Felice e Lucia, entrambi pittori, molto legati alla principale istituzione artistica bolognese, l’Accademia Clementina, Stefano Torelli (1704-1780), dopo i soggiorni a Venezia, Napoli e Roma, lascia l’Italia per Dresda (1739), dove diventa pittore di corte di Augusto III di Sassonia. Dopo un primo incarico a Bayreuth (1740) per la margravia Wilhelmine, gli giungono numerose commissioni dalla corte sassone e dal coltissimo Primo Ministro, il conte Heinrich von Brühl. Del suo successo sono testimoni Luigi Crespi (1708-1779), per qualche tempo a Dresda nel 1752, e Giovanni Ludovico Bianconi. L’infuriare della Guerra dei Sette Anni lo costringe nel 1759 a recarsi ancor più verso Nord: trascorre due anni a Lubecca (1759-1761) prima di approdare a Pietroburgo, in un’avventura cosmopolita che ha un parallelo nella vita di Giacomo Casanova. A Pietroburgo entra al servizio di Caterina II, appena salita al trono. Collaborando con il quadraturista bolognese Serafino Barozzi (?-1810), decora la dacia della sovrana ad Oranienbaum, residenza sul Golfo di Finlandia, dando vita a scene mitologiche popolate da seduttive divinità femminili, molto apprezzate da Ètienne-Maurice Falconet che definisce Stefano Torelli «peintre enchanteur» in una lettera indirizzata nel 1770 a Caterina II.
2012
Da Bononia a Bologna: 189 a.C.-2011. Percorsi d’eccellenza nell’Arte Bolognese
304
309
«Peintre enchanteur» alle Corti del Nord. Stefano Torelli a Dresda e San Pietroburgo / I. Graziani. - STAMPA. - (2012), pp. 304-309.
I. Graziani
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