Il carattere perturbante del pensiero di Machiavelli, che ne ha sovradeterminato l'interpretazione dalle origini cinquecentesche del machiavellismo fino alla critica novecentesca di Leo Strauss, nasce non soltanto dalla nota elisione di qualsiasi regola morale dal campo della politica, ma anche, se non soprattutto, dallo spazio assegnato nei testi machiavelliani alla dimensione del conflitto; uno spazio che acquisisce una valenza positiva (ancorché problematica), in contrapposizione tanto a una tradizione che individuava nello scioglimento "armonico" delle discordie interne ed esterne il fine ultimo della politica, quanto, nei secoli successivi, al progetto di un ordine che neutralizzasse ogni elemento polemico della società. Questa problematica centralità del "conflittualismo" machiavelliano emerge in piena evidenza quando venga ricondotta alla concezione della temporalità: una concezione la cui originalità è stata oggetto privilegiato di alcune tra le più importanti letture novecentesche, da Gramsci ad Althusser fino a J.G.A. Pocock, che tutte hanno evidenziato, seppure da prospettive e con esiti assai diversi, la continua messa in discussione da parte del fiorentino di una presunta unicità del tempo della politica, e con essa dell'unità di un ordine necessario e trascendente rispetto alla contingenza dell'agire umano. È su questi intrecci di "tempo" e "conflitto" che si interrogano gli interventi raccolti nel volume.

Machiavelli: tempo e conflitto / R. Caporali; V. Morfino; S. Visentin. - STAMPA. - (2012), pp. 1-292.

Machiavelli: tempo e conflitto

CAPORALI, RICCARDO;
2012

Abstract

Il carattere perturbante del pensiero di Machiavelli, che ne ha sovradeterminato l'interpretazione dalle origini cinquecentesche del machiavellismo fino alla critica novecentesca di Leo Strauss, nasce non soltanto dalla nota elisione di qualsiasi regola morale dal campo della politica, ma anche, se non soprattutto, dallo spazio assegnato nei testi machiavelliani alla dimensione del conflitto; uno spazio che acquisisce una valenza positiva (ancorché problematica), in contrapposizione tanto a una tradizione che individuava nello scioglimento "armonico" delle discordie interne ed esterne il fine ultimo della politica, quanto, nei secoli successivi, al progetto di un ordine che neutralizzasse ogni elemento polemico della società. Questa problematica centralità del "conflittualismo" machiavelliano emerge in piena evidenza quando venga ricondotta alla concezione della temporalità: una concezione la cui originalità è stata oggetto privilegiato di alcune tra le più importanti letture novecentesche, da Gramsci ad Althusser fino a J.G.A. Pocock, che tutte hanno evidenziato, seppure da prospettive e con esiti assai diversi, la continua messa in discussione da parte del fiorentino di una presunta unicità del tempo della politica, e con essa dell'unità di un ordine necessario e trascendente rispetto alla contingenza dell'agire umano. È su questi intrecci di "tempo" e "conflitto" che si interrogano gli interventi raccolti nel volume.
2012
292
9788857514956
Machiavelli: tempo e conflitto / R. Caporali; V. Morfino; S. Visentin. - STAMPA. - (2012), pp. 1-292.
R. Caporali; V. Morfino; S. Visentin
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