L'iniziativa è rivolta soprattutto agli studenti ma l'incontro dedicato a Josephson ha avuto importanti ricadute in Svezia (intervista di Gunnar Bolin a L. Mariani per la trasmissione radiofonica "Kultur Nytt" di Svenska Riks TV; articolo di "Dagens Nyheter" visibilile nel primo pdf allegato). Questi i temi affrontati. L’attore/attrice sta tornando soggetto centrale della creazione teatrale in questa fase di ridefinizione della regia, grazie anche a scoperte scientifiche che spingono il suo sapere antico a livelli di consapevolezza nuovi, e grazie a innovazioni tecnologiche che sfidano i limiti stessi della fisicità e dunque del teatrale. L’attore/attrice è un esperto delle emozioni e un soggetto di necessità in movimento, trasforma la padronanza del suo corpo-mente in linguaggio d’arte, diventando “scrittura vivente” e “interprete” di scritture. Ma in primis possiede una cultura professionale: una questione centrale su cui tornare a riflettere. Iniziamo da due maestri, Marisa Fabbri e Erland Josephson, appartenenti a due diverse tradizioni teatrali: artisti artigiani grandissimi nell’umiltà, creatori anche quando sono stati ‘al servizio’ di registi quali Luca Ronconi (la prima) e Ingmar Bergman (il secondo), capaci di mantenere l’autonomia della propria attorialità di fronte al mezzo cinematografico e televisivo e di innovare senza ignorare le pratiche del passato. Ad entrare nella loro officina ci aiuteranno figure particolari di artisti teatrali-intellettuali: tre attori (Sandro Lombardi, Vanda Monaco, Marco Sgrosso) e un regista (Claudio Longhi). Il racconto teatrale richiede un’assunzione di responsabilità e, quando riesce, può produrre un’esperienza spettatoriale vera e propria oltre che un momento di informazione e formazione. In particolare, lo studio dell’attore non può non affiancare alla scoperta folgorante e all’impressione a caldo una dedizione dai tempi lunghi. Si può così contribuire alla permanenza delle memorie irrinunciabili della scena, quali sono appunto le abilità recitative.
L. Mariani (2012). Attori / Attrici. Marisa Fabbri e Erland Josephson.
Attori / Attrici. Marisa Fabbri e Erland Josephson
MARIANI, ANNA LAURA
2012
Abstract
L'iniziativa è rivolta soprattutto agli studenti ma l'incontro dedicato a Josephson ha avuto importanti ricadute in Svezia (intervista di Gunnar Bolin a L. Mariani per la trasmissione radiofonica "Kultur Nytt" di Svenska Riks TV; articolo di "Dagens Nyheter" visibilile nel primo pdf allegato). Questi i temi affrontati. L’attore/attrice sta tornando soggetto centrale della creazione teatrale in questa fase di ridefinizione della regia, grazie anche a scoperte scientifiche che spingono il suo sapere antico a livelli di consapevolezza nuovi, e grazie a innovazioni tecnologiche che sfidano i limiti stessi della fisicità e dunque del teatrale. L’attore/attrice è un esperto delle emozioni e un soggetto di necessità in movimento, trasforma la padronanza del suo corpo-mente in linguaggio d’arte, diventando “scrittura vivente” e “interprete” di scritture. Ma in primis possiede una cultura professionale: una questione centrale su cui tornare a riflettere. Iniziamo da due maestri, Marisa Fabbri e Erland Josephson, appartenenti a due diverse tradizioni teatrali: artisti artigiani grandissimi nell’umiltà, creatori anche quando sono stati ‘al servizio’ di registi quali Luca Ronconi (la prima) e Ingmar Bergman (il secondo), capaci di mantenere l’autonomia della propria attorialità di fronte al mezzo cinematografico e televisivo e di innovare senza ignorare le pratiche del passato. Ad entrare nella loro officina ci aiuteranno figure particolari di artisti teatrali-intellettuali: tre attori (Sandro Lombardi, Vanda Monaco, Marco Sgrosso) e un regista (Claudio Longhi). Il racconto teatrale richiede un’assunzione di responsabilità e, quando riesce, può produrre un’esperienza spettatoriale vera e propria oltre che un momento di informazione e formazione. In particolare, lo studio dell’attore non può non affiancare alla scoperta folgorante e all’impressione a caldo una dedizione dai tempi lunghi. Si può così contribuire alla permanenza delle memorie irrinunciabili della scena, quali sono appunto le abilità recitative.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.