Iohannes de Pontissara vescovo di Winchester (1282-1304) studente a Bologna, professore a Modena e gli altri anglici suoi compagni di studio

Fino a tempi piuttosto recenti il periodo di studio a Bologna (1268-1272) di Iohannes de Pontissara (John de Pontoise) è passato quasi inosservato, e anche quando negli studi storiografici è presente la consapevolezza della sua esperienza bolognese, essa rimane comunque una questione marginale e rapsodica. I documenti qui presi in considerazione però non lasciano dubbi: egli fu studente a Bologna e intrattenne in questa città contatti sia con altri studenti stranieri, soprattutto inglesi, anglo-francesi e fiamminghi, sia con importanti personalità del luogo, come alcuni famosi maestri dello Studio. Dopo il soggiorno bolognese, la carriera ecclesiastica di Iohannes de Pontissara raggiunse importanti traguardi e infatti dal 1282 fino alla sua morte (1304) fu vescovo di Winchester. La sua vicenda bolognese consente di volgere, pur sinteticamente, lo sguardo alla vita universitaria e all’organizzazione degli studenti in una città che già da più di un secolo si confrontava con le tematiche dell’accoglienza nei confronti degli stranieri. Pertanto, dopo una breve disamina del panorama storiografico, il presente lavoro affronta l’analisi della documentazione prodotta prevalentemente in ambito bolognese, al fine di cogliere gli elementi che consentano di conoscere, per quanto possibile, le attività svolte da Pontissara a Bologna e le persone con cui è stato in relazione in quegli anni. Un altro aspetto riguarda la sua possibile precedente carriera di studente prima di arrivare a Bologna, ricostruibile, anche se in via di ipotesi, proprio sulla base dei documenti prodotti a Bologna. Inoltre la medesima documentazione consente di gettare luce sui suoi rapporti con Amaury de Montfort, personalità di rilievo nell’Inghilterra fra i regni di Enrico III e di Edoardo I, rapporti che fino a ora erano ignorati e che meritano ulteriori approfondimenti. Anche da studente Pontissara mostrò di essere in grado di allacciare proficui rapporti con colleghi di studio e con l’ambiente sociale cittadino, caratteristica della sua personalità e preludio di quelle attività diplomatiche che sia il re d’Inghilterra, sia gli alti prelati inglesi dimostrarono di apprezzare ampiamente in lui al suo ritorno in patria.