I "nuovi" distretti agroalimentari tra i "nuovi" distretti industriali

Il presente lavoro vuole evidenziare i principali cambiamenti strutturali che stanno intervenendo nei distretti industriali nell’affrontare il processo di globalizzazione del nuovo millennio. L’analisi quantitativa effettuata sui bilanci delle imprese fa riferimento ai distretti agroalimentari e al loro sviluppo a «mosaico» a livello territoriale, per sottolinearne le analogie e le differenze con gli altri distretti manifatturieri. La realtà e la rilevanza economica, nonché la distribuzione geografica dei distretti agroalimentari vanno spesso oltre le definizioni prodotte recentemente da altri Istituti di ricerca e studiosi. Partendo, quindi, dalle peculiarità che caratterizzano i distretti industriali e il settore agroalimentare ci poniamo due quesiti principali ai quali vorremmo tentare di dare una risposta. Le «esternalità positive» e cioè quei fattori distintivi dello sviluppo distrettuale, esterni all’impresa ma interni all’area del distretto, si stanno riducendo? Quello che in tanti studi [Signorini 1994; 2000; Fabiani; Pellegrini 1998] era stato evidenziato come «l’effetto distretto» sta scomparendo? Oggi, per sopravvivere al duplice shock della globalizzazione e della grave crisi economica i distretti industriali devono ripartire dal territorio di appartenenza, rivalutare e riorganizzare il capitale sociale ed economico che li caratterizza, per alimentare, così, le economie esterne, come già sottolineato da Garofoli [2003]. I distretti industriali con produzioni standardizzate perdono le quote di mercato in favore di quelli con organizzazione flessibile e complessa, ma anche con produzioni tipiche e di nicchia.