L'articolo evidenzia come la discriminazione della forza lavoro giovanile costituisca una caratteristica strutturale del mercato occupazionale italiano. Vari e diversificati sono gli elementi di svantaggio illustrati: innanzitutto la presenza di forti barriere all’ingresso che determinano un più elevato livello della disoccupazione giovanile rispetto a quella degli adulti; in secondo luogo la durevole presenza tra le giovani generazioni di consistenti aree di inattività; in terza istanza la persistente disparità tra giovani uomini e giovani donne sul versante delle opportunità occupazionali; in quarto luogo il resistente divario territoriale documentato non solo dal più elevato livello della disoccupazione nel Mezzogiorno, ma anche dalla più alta quota di inattivi fra i giovani meridionali; infine, la forte concentrazione fra i giovani delle forme di lavoro atipiche introdotte a partire dalla metà degli anni Novanta del Novecento con un aumento del rischio di attraversare ripetuti e prolungati periodi di inoccupazione/disoccupazione/inattività. Dopo avere illustrato i contorni specifici dello svantaggio giovanile in relazione a questi aspetti, l’articolo propone un’analisi di alcuni indicatori complementari al tasso di disoccupazione, che riferendosi al bacino delle cosiddette “forze di lavoro potenziali”, permettono di fornire un quadro più preciso delle zone grigie tra le categorie di occupazione, attività e disoccupazione e dei relativi meccanismi sociali che mostrano la sostanziale debolezza di spiegazioni fondate sui criteri convenzionali.

La disoccupazione giovanile in tempo di crisi: nuovi squilibri e vecchie segmentazioni / N. De Luigi; Rizza R.; Santangelo N.. - STAMPA. - (2012), pp. 59-82.

La disoccupazione giovanile in tempo di crisi: nuovi squilibri e vecchie segmentazioni

DE LUIGI, NICOLA;RIZZA, ROBERTO;SANTANGELO, NICOLETTA
2012

Abstract

L'articolo evidenzia come la discriminazione della forza lavoro giovanile costituisca una caratteristica strutturale del mercato occupazionale italiano. Vari e diversificati sono gli elementi di svantaggio illustrati: innanzitutto la presenza di forti barriere all’ingresso che determinano un più elevato livello della disoccupazione giovanile rispetto a quella degli adulti; in secondo luogo la durevole presenza tra le giovani generazioni di consistenti aree di inattività; in terza istanza la persistente disparità tra giovani uomini e giovani donne sul versante delle opportunità occupazionali; in quarto luogo il resistente divario territoriale documentato non solo dal più elevato livello della disoccupazione nel Mezzogiorno, ma anche dalla più alta quota di inattivi fra i giovani meridionali; infine, la forte concentrazione fra i giovani delle forme di lavoro atipiche introdotte a partire dalla metà degli anni Novanta del Novecento con un aumento del rischio di attraversare ripetuti e prolungati periodi di inoccupazione/disoccupazione/inattività. Dopo avere illustrato i contorni specifici dello svantaggio giovanile in relazione a questi aspetti, l’articolo propone un’analisi di alcuni indicatori complementari al tasso di disoccupazione, che riferendosi al bacino delle cosiddette “forze di lavoro potenziali”, permettono di fornire un quadro più preciso delle zone grigie tra le categorie di occupazione, attività e disoccupazione e dei relativi meccanismi sociali che mostrano la sostanziale debolezza di spiegazioni fondate sui criteri convenzionali.
2012
Condizione giovanile e nuovi rischi sociali. Quali politiche?
59
82
La disoccupazione giovanile in tempo di crisi: nuovi squilibri e vecchie segmentazioni / N. De Luigi; Rizza R.; Santangelo N.. - STAMPA. - (2012), pp. 59-82.
N. De Luigi; Rizza R.; Santangelo N.
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