Negli ultimi anni il principio di proporzionalità è divenuto uno dei più applicati e discussi principi di derivazione giurisprudenziale comunitaria nel diritto tributario. L'opera mira a sviluppare ed approfondire lo studio delle implicazioni che tale principio ha nell'ambito della fiscalità armonizzata, con particolare riguardo all'IVA, cercando di fornire un contributo alla costruzione di un vero e proprio principio di diritto tributario europeo. L'idea fondamentale che anima la ricerca condotta alla base dell'opera è che ciò sia possibile valorizzando la sinergia tra principi generali e armonizzazione fiscale, e quindi operando a partire dai settori fiscali dell'ordinamento che sono stati oggetto di interventi di ravvicinamento delle legislazioni. In questa direzione, l'opera ricostruisce dapprima (nel primo capitolo) la nozione e l'evoluzione del principio di proporzionalità, sia nel diritto pubblico europeo sia nel diritto dell'UE, valorizzando gli apporti della letteratura scientifica anche in una prospettiva interdisciplinare: dalla teoria generale del diritto, al diritto costituzionale e amministrativo, al diritto comunitario, al diritto comparato. In particolare viene analizzato il principio nella configurazione che esso trae dall'esperienza giuridica tedesca, ed in specie la sua struttura trifasica di adeguatezza, necessità e proporzionalità in senso stretto. Analizza poi i caratteri specifici che presenta il principio nella teoria generale del diritto tributario, e ne approfondisce i contenuti alla luce della giurisprudenza comunitaria. Il secondo capitolo è dedicato all'analisi del ruolo che la proporzionalità europea ricopre nell'ambito del processo di c.d. armonizzazione negativa dell'imposizione diretta, allo scopo di dimostrare che in tale ambito il principio viene utilizzato dalla Corte di Giustizia come asse di un balancing test o rule of reason test "ideologicamente" orientato a garantire la primazia del diritto dell'UE, e degli interessi ad esso sottesi, sugli ordinamenti nazionali, quantomeno per la parte non oggetto di armonizzazione. Si cerca di dimostrare che le contraddizioni e le forzature in cui incorre la giurisprudenza sono il sintomo di questo utilizzo "non imparziale" del principio, come espressione dell'esigenza di ragionevolezza del potere pubblico, mentre un tale rischio è minore o assente in presenza di misure di armonizzazione fiscale, come nel settore dell'IVA, dove l'interesse fiscale non si presenta come esclsuivamente nazionale ma condiviso dall'Unione. Nel terzo capitolo si procede appunto ad analizzare l'influenza del principio nella configurazione europea e nell'attuazione nazionale del sistema dell'IVA. Si verifica in particolare come l'assetto della legislazione comunitaria in materia di IVA sia tutto ispirato e innervato dal principio di proporzionalità, al punto che esso si pone come parametro dello sviluppo europeo del tributo e dell'attuazione nazionale del modello armonizzato. Infine, nell'ultimo capitolo, si analizza il "diritto vivente": ovvero l'impatto del principio di proporzionalità sulla struttura dell'imposta e delle sue procedure di attuazione in virtù dell'interpretazione della Corte di Giustizia UE. Nella giurisprudenza comunitaria il principio si pone dunque come strumento concettuale di sintesi e come istituto che garantisce il ragionevole bilanciamento di una serie di esigenze contrapposte (tutela e rafforzamento del mercato e protezione dell'interesse fiscale dall'altro), menifestando al contempo come il modus operandi della Corte nel settore fiscale la avvicini ad una vera e propria "corte costituzionale" come "custode della ragionevolezza" europea (per riprendere un'efficace espressione della dottrina costituzionalistica) dei tributi armonizzati.
MONDINI A. (2012). CONTRIBUTO ALLO STUDIO DEL PRINCIPIO DI PROPORZIONALITA' NEL SISTEMA DELL'IVA EUROPEA. OSPEDALETTO (PI) : Pacini Editore.
CONTRIBUTO ALLO STUDIO DEL PRINCIPIO DI PROPORZIONALITA' NEL SISTEMA DELL'IVA EUROPEA
MONDINI, ANDREA
2012
Abstract
Negli ultimi anni il principio di proporzionalità è divenuto uno dei più applicati e discussi principi di derivazione giurisprudenziale comunitaria nel diritto tributario. L'opera mira a sviluppare ed approfondire lo studio delle implicazioni che tale principio ha nell'ambito della fiscalità armonizzata, con particolare riguardo all'IVA, cercando di fornire un contributo alla costruzione di un vero e proprio principio di diritto tributario europeo. L'idea fondamentale che anima la ricerca condotta alla base dell'opera è che ciò sia possibile valorizzando la sinergia tra principi generali e armonizzazione fiscale, e quindi operando a partire dai settori fiscali dell'ordinamento che sono stati oggetto di interventi di ravvicinamento delle legislazioni. In questa direzione, l'opera ricostruisce dapprima (nel primo capitolo) la nozione e l'evoluzione del principio di proporzionalità, sia nel diritto pubblico europeo sia nel diritto dell'UE, valorizzando gli apporti della letteratura scientifica anche in una prospettiva interdisciplinare: dalla teoria generale del diritto, al diritto costituzionale e amministrativo, al diritto comunitario, al diritto comparato. In particolare viene analizzato il principio nella configurazione che esso trae dall'esperienza giuridica tedesca, ed in specie la sua struttura trifasica di adeguatezza, necessità e proporzionalità in senso stretto. Analizza poi i caratteri specifici che presenta il principio nella teoria generale del diritto tributario, e ne approfondisce i contenuti alla luce della giurisprudenza comunitaria. Il secondo capitolo è dedicato all'analisi del ruolo che la proporzionalità europea ricopre nell'ambito del processo di c.d. armonizzazione negativa dell'imposizione diretta, allo scopo di dimostrare che in tale ambito il principio viene utilizzato dalla Corte di Giustizia come asse di un balancing test o rule of reason test "ideologicamente" orientato a garantire la primazia del diritto dell'UE, e degli interessi ad esso sottesi, sugli ordinamenti nazionali, quantomeno per la parte non oggetto di armonizzazione. Si cerca di dimostrare che le contraddizioni e le forzature in cui incorre la giurisprudenza sono il sintomo di questo utilizzo "non imparziale" del principio, come espressione dell'esigenza di ragionevolezza del potere pubblico, mentre un tale rischio è minore o assente in presenza di misure di armonizzazione fiscale, come nel settore dell'IVA, dove l'interesse fiscale non si presenta come esclsuivamente nazionale ma condiviso dall'Unione. Nel terzo capitolo si procede appunto ad analizzare l'influenza del principio nella configurazione europea e nell'attuazione nazionale del sistema dell'IVA. Si verifica in particolare come l'assetto della legislazione comunitaria in materia di IVA sia tutto ispirato e innervato dal principio di proporzionalità, al punto che esso si pone come parametro dello sviluppo europeo del tributo e dell'attuazione nazionale del modello armonizzato. Infine, nell'ultimo capitolo, si analizza il "diritto vivente": ovvero l'impatto del principio di proporzionalità sulla struttura dell'imposta e delle sue procedure di attuazione in virtù dell'interpretazione della Corte di Giustizia UE. Nella giurisprudenza comunitaria il principio si pone dunque come strumento concettuale di sintesi e come istituto che garantisce il ragionevole bilanciamento di una serie di esigenze contrapposte (tutela e rafforzamento del mercato e protezione dell'interesse fiscale dall'altro), menifestando al contempo come il modus operandi della Corte nel settore fiscale la avvicini ad una vera e propria "corte costituzionale" come "custode della ragionevolezza" europea (per riprendere un'efficace espressione della dottrina costituzionalistica) dei tributi armonizzati.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.