Nel saggio si prendono in esame le diverse tipologie di "riciclo" che distinguono il cinema di genere italiano degli anni Sessanta e Settanta: il riutilizzo dei set e delle scenografie, il riutilizzo di materiali filmati, la ricollocazione di film all'interno di pratiche diverse da quelle originali. L'ipotesi di fondo è che dinamiche come quelle accennate, anziché testimoniare la presunta povertà e disorganizzazione del cinema popolare italiano, dimostrino al contrario come esso si fosse dotato, nei decenni di massimo fulgore, di modelli economici e organizzativi efficaci, del tutto funzionali alle condizioni produttive esistenti e agli obiettivi industriali realizzabili.
R. Menarini, P. Noto (2005). Dall'economia di scala all'intertestualità di genere. ROMA : Carocci.
Dall'economia di scala all'intertestualità di genere
MENARINI, ROY;NOTO, PAOLO
2005
Abstract
Nel saggio si prendono in esame le diverse tipologie di "riciclo" che distinguono il cinema di genere italiano degli anni Sessanta e Settanta: il riutilizzo dei set e delle scenografie, il riutilizzo di materiali filmati, la ricollocazione di film all'interno di pratiche diverse da quelle originali. L'ipotesi di fondo è che dinamiche come quelle accennate, anziché testimoniare la presunta povertà e disorganizzazione del cinema popolare italiano, dimostrino al contrario come esso si fosse dotato, nei decenni di massimo fulgore, di modelli economici e organizzativi efficaci, del tutto funzionali alle condizioni produttive esistenti e agli obiettivi industriali realizzabili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.