Lo spazio che ospita le attività del tempo libero, un paio di secoli fa prevalentemente lo spazio dei parchi e dei giardini tende a trasformarsi oggi in uno spazio generalmente chiuso, tutto compreso all’interno di enormi contenitori. Riflettere sui luoghi del tempo libero significa confrontarsi con il ruolo che questi edifici rivestono all’interno del territorio che punteggiano, con la loro ricerca di isolamento, la loro introversione, la chiusura verso l’esterno espressa dai recinti entro i quali sono collocati, con la loro capacità di definire un tempo ed un luogo “altri” rispetto a quelli che scorrono e si dispiegano al loro esterno, con il loro spazio rigidamente controllato e perfettamente climatizzato. Significa anche interrogarsi sulle attuali trasformazioni economiche e sociali, sulle modalità di intendere e vivere il tempo libero in una prospettiva legata al prossimo futuro, sul ruolo e sul carattere dello spazio pubblico e di quello collettivo, sulle relazioni fra l’uomo, la città ed il territorio. Collocare infine questa riflessione sullo sfondo di una realtà come quella della città adriatica, con una vocazione storicamente e spiccatamente turistica, significa investire il percorso di ricerca di interrogativi e problematiche legati principalmente ai cicli di vita della città, alle relazioni fra abitanti e turisti, al tema dei collegamenti e dei servizi, al ruolo del paesaggio rispetto alle trasformazioni subite nel tempo dalla città e dal territorio ed a quelle ancora immaginabili.
E. Mucelli (2012). Tempo libero e città d'acqua. MILANO : Bruno Mondadori.
Tempo libero e città d'acqua
MUCELLI, ELENA
2012
Abstract
Lo spazio che ospita le attività del tempo libero, un paio di secoli fa prevalentemente lo spazio dei parchi e dei giardini tende a trasformarsi oggi in uno spazio generalmente chiuso, tutto compreso all’interno di enormi contenitori. Riflettere sui luoghi del tempo libero significa confrontarsi con il ruolo che questi edifici rivestono all’interno del territorio che punteggiano, con la loro ricerca di isolamento, la loro introversione, la chiusura verso l’esterno espressa dai recinti entro i quali sono collocati, con la loro capacità di definire un tempo ed un luogo “altri” rispetto a quelli che scorrono e si dispiegano al loro esterno, con il loro spazio rigidamente controllato e perfettamente climatizzato. Significa anche interrogarsi sulle attuali trasformazioni economiche e sociali, sulle modalità di intendere e vivere il tempo libero in una prospettiva legata al prossimo futuro, sul ruolo e sul carattere dello spazio pubblico e di quello collettivo, sulle relazioni fra l’uomo, la città ed il territorio. Collocare infine questa riflessione sullo sfondo di una realtà come quella della città adriatica, con una vocazione storicamente e spiccatamente turistica, significa investire il percorso di ricerca di interrogativi e problematiche legati principalmente ai cicli di vita della città, alle relazioni fra abitanti e turisti, al tema dei collegamenti e dei servizi, al ruolo del paesaggio rispetto alle trasformazioni subite nel tempo dalla città e dal territorio ed a quelle ancora immaginabili.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.