L’idea di dare sistematicità e divulgazione alla local history, cercando di mostrarne le forti potenzialità di sfruttamento anche economico, si traduce, nella “Storia per luoghi” nella organizzazione di un racconto storico non per addetti ai lavori o per appassionati, ma indirizzato invece a un largo pubblico, al fine di trasmettere il sapere a più livelli, con il ricorso anche alla comunicazione visiva elaborata attraverso un copiosissimo apparato di illustrazioni che accompagnano, coerentemente, gli argomenti sviluppati nel testo. L’intento è quello di indicare la storia locale quale possibile fonte di reddito, una miniera di informazioni e di materiali di conoscenza e ispirazione, il serbatoio a cui far riferimento e attingere per la progettazione di tutto un insieme di azioni culturali e produttive. Il primo volume prende in esame Cattolica, terra bagnata dal mare Adriatico e lambita da due fiumi importanti: l’uno già segnalato dagli scrittori dell’antichità classica (Crustumium/Conca), l’altro documentato soprattutto dall’età medievale in poi quale limite fisico e confine storico-amministrativo di giurisdizioni civili e plebali, comuni, diocesi, regioni e persino stati (Tavollo). Nell’immediato retroterra di questo “lembo più meridionale della Romagna”, per usare l’espressione formulata da Giancarlo Susini per introdurre gli atti del Convegno di studi romagnoli del 1967 (“Studi su Cattolica e la Valle del Conca”), la pianura alluvionale compresa tra Conca e Tavollo ha consentito all’uomo di concretizzare una fruttuosa economia agricola fin dalle epoche più antiche, interrotta per un certo lasso di tempo e poi rivitalizzata nel basso medioevo con la fondazione, pressoché contemporanea, di due insediamenti ancor oggi in qualche modo complementari ed integrati nell’organizzazione amministrativa del territorio: Cattolica e San Giovanni in Marignano. La terra di Cattolica ha avuto certamente ab antiquo, come ben si evince dagli studi sull’insediamento di età romana, una stretta connessione con l’importante asse stradale della Flaminia. Dunque Cattolica nasce come insediamento di strada, Strassendorf, parafrasando il termine derivato dalla tradizione storiografica tedesca con cui si designa appunto l’organizzazione planimetrica nastriforme dell’abitato. Gli scavi archeologici però non hanno ancora restituito nessun elemento tangibile del tracciato viario, per cui a tutt’oggi, manca ancora la certezza del percorso della Flaminia, che non è riaffiorato neppure durante le recenti indagini svolte ai margini dell’attuale sede stradale che attraversa il centro storico e che si tende a ritenere coincidente con quella antica. L’insediamento di strada si riconferma nel nucleo abitativo medievale, ben riconoscibile anche nelle planimetrie sei-settecentesche con la tipica forma “a nastro”, mantenutasi fino all’età contemporanea quando l’andamento arcuato del percorso consentirà di disegnare un segmento di raccordo, una sorta di ‘corda’ dalla pendenza costante, al fine di migliorare la viabilità della “strada corriera”, connotata dall’ “ardente salita” che collegava il piano del litus maris con la pianura terrazzata sovrastante. Qui si era sviluppata un’importante economia della strada, contrassegnata dalla presenza di strutture ricettive al servizio dei viaggiatori, vere e proprie “aziende stradali” dotate di terreni e orti per la produzione dei generi vittuari e di adeguati ambienti per il ricovero degli animali. Un microcosmo, insomma, quello dell’osteria albergo (hospitium nell’età medievale), identificabile dalla specifica insegna di riconoscimento che nel corso dell’età moderna darà spazio anche al servizio pubblico della posta, quale tappa di alta frequentazione. Cattolica mostra dunque come suo primo carattere originale quello di luogo di sosta, di stazione capace di offrire ospitalità unitamente ad una pluralità di servizi che manterrà fino alla realizzazione della ferrovia. La via Flaminia, che rappresenta lo spirito vita...

Cattolica / De Nicolò, Maria Lucia. - STAMPA. - (2012), pp. 7-527.

Cattolica

DE NICOLO', MARIA LUCIA
2012

Abstract

L’idea di dare sistematicità e divulgazione alla local history, cercando di mostrarne le forti potenzialità di sfruttamento anche economico, si traduce, nella “Storia per luoghi” nella organizzazione di un racconto storico non per addetti ai lavori o per appassionati, ma indirizzato invece a un largo pubblico, al fine di trasmettere il sapere a più livelli, con il ricorso anche alla comunicazione visiva elaborata attraverso un copiosissimo apparato di illustrazioni che accompagnano, coerentemente, gli argomenti sviluppati nel testo. L’intento è quello di indicare la storia locale quale possibile fonte di reddito, una miniera di informazioni e di materiali di conoscenza e ispirazione, il serbatoio a cui far riferimento e attingere per la progettazione di tutto un insieme di azioni culturali e produttive. Il primo volume prende in esame Cattolica, terra bagnata dal mare Adriatico e lambita da due fiumi importanti: l’uno già segnalato dagli scrittori dell’antichità classica (Crustumium/Conca), l’altro documentato soprattutto dall’età medievale in poi quale limite fisico e confine storico-amministrativo di giurisdizioni civili e plebali, comuni, diocesi, regioni e persino stati (Tavollo). Nell’immediato retroterra di questo “lembo più meridionale della Romagna”, per usare l’espressione formulata da Giancarlo Susini per introdurre gli atti del Convegno di studi romagnoli del 1967 (“Studi su Cattolica e la Valle del Conca”), la pianura alluvionale compresa tra Conca e Tavollo ha consentito all’uomo di concretizzare una fruttuosa economia agricola fin dalle epoche più antiche, interrotta per un certo lasso di tempo e poi rivitalizzata nel basso medioevo con la fondazione, pressoché contemporanea, di due insediamenti ancor oggi in qualche modo complementari ed integrati nell’organizzazione amministrativa del territorio: Cattolica e San Giovanni in Marignano. La terra di Cattolica ha avuto certamente ab antiquo, come ben si evince dagli studi sull’insediamento di età romana, una stretta connessione con l’importante asse stradale della Flaminia. Dunque Cattolica nasce come insediamento di strada, Strassendorf, parafrasando il termine derivato dalla tradizione storiografica tedesca con cui si designa appunto l’organizzazione planimetrica nastriforme dell’abitato. Gli scavi archeologici però non hanno ancora restituito nessun elemento tangibile del tracciato viario, per cui a tutt’oggi, manca ancora la certezza del percorso della Flaminia, che non è riaffiorato neppure durante le recenti indagini svolte ai margini dell’attuale sede stradale che attraversa il centro storico e che si tende a ritenere coincidente con quella antica. L’insediamento di strada si riconferma nel nucleo abitativo medievale, ben riconoscibile anche nelle planimetrie sei-settecentesche con la tipica forma “a nastro”, mantenutasi fino all’età contemporanea quando l’andamento arcuato del percorso consentirà di disegnare un segmento di raccordo, una sorta di ‘corda’ dalla pendenza costante, al fine di migliorare la viabilità della “strada corriera”, connotata dall’ “ardente salita” che collegava il piano del litus maris con la pianura terrazzata sovrastante. Qui si era sviluppata un’importante economia della strada, contrassegnata dalla presenza di strutture ricettive al servizio dei viaggiatori, vere e proprie “aziende stradali” dotate di terreni e orti per la produzione dei generi vittuari e di adeguati ambienti per il ricovero degli animali. Un microcosmo, insomma, quello dell’osteria albergo (hospitium nell’età medievale), identificabile dalla specifica insegna di riconoscimento che nel corso dell’età moderna darà spazio anche al servizio pubblico della posta, quale tappa di alta frequentazione. Cattolica mostra dunque come suo primo carattere originale quello di luogo di sosta, di stazione capace di offrire ospitalità unitamente ad una pluralità di servizi che manterrà fino alla realizzazione della ferrovia. La via Flaminia, che rappresenta lo spirito vita...
2012
477
9788890616679
Cattolica / De Nicolò, Maria Lucia. - STAMPA. - (2012), pp. 7-527.
De Nicolò, Maria Lucia
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/129563
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