I composti perfluorurati (PFC) sono sostanze completamente fluorurate di origine antropica e presentano svariate applicazioni industriali e domestiche, quali imballaggi per alimenti, rivestimenti antiaderenti per tegami, schiume antiincendio, detergenti, cosmetici etc. Anche se i loro primi impieghi risalgono agli anni ’50, scarsa attenzione è stata data ai loro potenziali effetti nocivi sia sull’ambiente che sull’uomo fino a pochi anni fa, quando un crescente interesse verso queste sostanze ha sollevato serie preoccupazioni circa la loro attività cancerogena, gli effetti sulla riproduzione e la tossicità epatica e renale. L'esposizione umana ai PFC avviene principalmente attraverso la dieta, per questo motivo la Commissione Europea ha pubblicato la raccomandazione 161/2010 sul controllo di tali contaminanti nei prodotti alimentari da parte degli Stati Membri. Il perfluorottano sulfonato (PFOS) e l’acido perfluorottanoico (PFOA) sono i composti più importanti e studiati, anche per il fatto che il primo è stato classificato come POP (inquinante organico persistente) durante la Convenzione di Stoccolma del 2009. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di effettuare un monitoraggio preliminare sulla presenza di queste due molecole in latte bovino disponibile commercialmente in Italia. Per la loro determinazione è stato usato un metodo sensibile ed efficiente, basato su un’estrazione liquido-liquido, seguita da due passaggi di purificazione su cartucce SPE ed analisi in un sistema UPLC-MS/MS. I dati, ottenuti dall’analisi di 22 campioni di latte bovino, mostrano la frequente presenza di tali sostanze anche se a concentrazioni relativamente basse (concentrazioni di PFOS e PFOA da 15 ng/L a 67 ng/L e da 24 a 32 ng/L rispettivamente). Questi risultati, in linea con i pochi dati disponibili in letteratura, evidenziano una contaminazione abbastanza ridotta del latte vaccino, sottolineando però la necessità di approfondire diversi aspetti per effettuare una corretta valutazione del rischio legato ai PFC, sia nel latte che nei prodotti lattiero caseari.
A. Barbarossa, C. Devicienti, E. Zironi, G. Pagliuca, M. Scardilli, R. Masetti, et al. (2012). Monitoraggio preliminare sulla presenza di composti perfluorurati in latte vaccino italiano. TORINO : AIVI.
Monitoraggio preliminare sulla presenza di composti perfluorurati in latte vaccino italiano
BARBAROSSA, ANDREA;DEVICIENTI, CHIARA;ZIRONI, ELISA;PAGLIUCA, GIAMPIERO;SCARDILLI, MARTINA;MASETTI, RICCARDO;GAZZOTTI, TERESA
2012
Abstract
I composti perfluorurati (PFC) sono sostanze completamente fluorurate di origine antropica e presentano svariate applicazioni industriali e domestiche, quali imballaggi per alimenti, rivestimenti antiaderenti per tegami, schiume antiincendio, detergenti, cosmetici etc. Anche se i loro primi impieghi risalgono agli anni ’50, scarsa attenzione è stata data ai loro potenziali effetti nocivi sia sull’ambiente che sull’uomo fino a pochi anni fa, quando un crescente interesse verso queste sostanze ha sollevato serie preoccupazioni circa la loro attività cancerogena, gli effetti sulla riproduzione e la tossicità epatica e renale. L'esposizione umana ai PFC avviene principalmente attraverso la dieta, per questo motivo la Commissione Europea ha pubblicato la raccomandazione 161/2010 sul controllo di tali contaminanti nei prodotti alimentari da parte degli Stati Membri. Il perfluorottano sulfonato (PFOS) e l’acido perfluorottanoico (PFOA) sono i composti più importanti e studiati, anche per il fatto che il primo è stato classificato come POP (inquinante organico persistente) durante la Convenzione di Stoccolma del 2009. Lo scopo del presente lavoro è stato quello di effettuare un monitoraggio preliminare sulla presenza di queste due molecole in latte bovino disponibile commercialmente in Italia. Per la loro determinazione è stato usato un metodo sensibile ed efficiente, basato su un’estrazione liquido-liquido, seguita da due passaggi di purificazione su cartucce SPE ed analisi in un sistema UPLC-MS/MS. I dati, ottenuti dall’analisi di 22 campioni di latte bovino, mostrano la frequente presenza di tali sostanze anche se a concentrazioni relativamente basse (concentrazioni di PFOS e PFOA da 15 ng/L a 67 ng/L e da 24 a 32 ng/L rispettivamente). Questi risultati, in linea con i pochi dati disponibili in letteratura, evidenziano una contaminazione abbastanza ridotta del latte vaccino, sottolineando però la necessità di approfondire diversi aspetti per effettuare una corretta valutazione del rischio legato ai PFC, sia nel latte che nei prodotti lattiero caseari.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.