Il parvovirus B19 è un virus ampiamente diffuso nella popolazione ed implicato in un ampio spettro di situazioni patologiche quali l’eritema infettivo, artropatie, anemie emolitiche e crisi aplastiche transitorie. L’infezione è anche associata a manifestazioni cliniche rare come miocarditi, epatiti, encefaliti, sindrome da stanchezza cronica e alcune malattie autoimmunitarie. Nella donna in gravidanza l’infezione può portare allo sviluppo di idrope fetale non immune, aborto spontaneo e morte fetale. La diagnosi tempestiva di infezione virale mediante sistemi “Point-of-Care Testing”potrebbe essere utile per aumentare l’accuratezza del percorso diagnostico. A tale scopo, è stato sviluppato un dispositivo analitico miniaturizzato per la ricerca del DNA virale che sfrutta la tecnologia microarray e la chemiluminescenza come sistema di rivelazione. Il dispositivo si compone di un reaction chip costituito da un vetrino portaoggetto attivato chimicamente e funzionalizzato con sonde oligonucleotidiche per la cattura del DNA, integrato ad elementi fluidici (microcanali e reservoirs), e da una CCD camera modificata per la rivelazione del segnale chemiluminescente. Il metodo prevede, dopo PCR e marcatura con biotina degli amplificati, l’iniezione del prodotto denaturato nel microcanale del chip, in cui fluisce ibridandosi alle sonde immobilizzate sul supporto di vetro. Successivamente l’ibrido marcato con biotina è rivelato mediante l’aggiunta di avidina coniugata a perossidasi, e del substrato chemiluminescente. Il segnale luminoso è quindi catturato con la CCD camera ed analizzato. Le reazioni di ibridazione e di rivelazione dell’ibrido si effettuano sul chip, lungo i microcanali del modulo fluidico, sfruttando la forza capillare, con tempi e volumi estremamente ridotti rispetto a quelli dei saggi convenzionali in formato ELISA. Le performance analitiche del dispositivo sono state valutate analizzando degli amplificati a concentrazione nota marcati in PCR, e lo Standard Internazionale per il DNA di B19 (NIBSC 99/800). In seguito, 50 campioni clinici (sieri di riferimento precedentemente testati in PCR-ELISA) sono stati analizzati, previa amplificazione. Il sistema analitico per la rivelazione del DNA di parvovirus B19 ha dimostrato una sensibilità del 91.9%, una specificità del 92.3%, con un valore predittivo positivo del 97.1% e negativo dell’ 80.0%.

F. Bonvicini, E. Manaresi, F. Di Furio, G. A. Gentilomi, G. Gallinella, M. Mirasoli, et al. (2012). Sviluppo di un dispositivo analitico miniaturizzato “Point-of-Care Testing” per la diagnosi di infezione da parvovirus B19. s.l : s.n.

Sviluppo di un dispositivo analitico miniaturizzato “Point-of-Care Testing” per la diagnosi di infezione da parvovirus B19

BONVICINI, FRANCESCA;MANARESI, ELISABETTA;DI FURIO, FRANCESCA;GENTILOMI, GIOVANNA ANGELA;GALLINELLA, GIORGIO;MIRASOLI, MARA;ZANGHERI, MARTINA;RODA, ALDO
2012

Abstract

Il parvovirus B19 è un virus ampiamente diffuso nella popolazione ed implicato in un ampio spettro di situazioni patologiche quali l’eritema infettivo, artropatie, anemie emolitiche e crisi aplastiche transitorie. L’infezione è anche associata a manifestazioni cliniche rare come miocarditi, epatiti, encefaliti, sindrome da stanchezza cronica e alcune malattie autoimmunitarie. Nella donna in gravidanza l’infezione può portare allo sviluppo di idrope fetale non immune, aborto spontaneo e morte fetale. La diagnosi tempestiva di infezione virale mediante sistemi “Point-of-Care Testing”potrebbe essere utile per aumentare l’accuratezza del percorso diagnostico. A tale scopo, è stato sviluppato un dispositivo analitico miniaturizzato per la ricerca del DNA virale che sfrutta la tecnologia microarray e la chemiluminescenza come sistema di rivelazione. Il dispositivo si compone di un reaction chip costituito da un vetrino portaoggetto attivato chimicamente e funzionalizzato con sonde oligonucleotidiche per la cattura del DNA, integrato ad elementi fluidici (microcanali e reservoirs), e da una CCD camera modificata per la rivelazione del segnale chemiluminescente. Il metodo prevede, dopo PCR e marcatura con biotina degli amplificati, l’iniezione del prodotto denaturato nel microcanale del chip, in cui fluisce ibridandosi alle sonde immobilizzate sul supporto di vetro. Successivamente l’ibrido marcato con biotina è rivelato mediante l’aggiunta di avidina coniugata a perossidasi, e del substrato chemiluminescente. Il segnale luminoso è quindi catturato con la CCD camera ed analizzato. Le reazioni di ibridazione e di rivelazione dell’ibrido si effettuano sul chip, lungo i microcanali del modulo fluidico, sfruttando la forza capillare, con tempi e volumi estremamente ridotti rispetto a quelli dei saggi convenzionali in formato ELISA. Le performance analitiche del dispositivo sono state valutate analizzando degli amplificati a concentrazione nota marcati in PCR, e lo Standard Internazionale per il DNA di B19 (NIBSC 99/800). In seguito, 50 campioni clinici (sieri di riferimento precedentemente testati in PCR-ELISA) sono stati analizzati, previa amplificazione. Il sistema analitico per la rivelazione del DNA di parvovirus B19 ha dimostrato una sensibilità del 91.9%, una specificità del 92.3%, con un valore predittivo positivo del 97.1% e negativo dell’ 80.0%.
2012
Atti del IX Congresso Nazionale della Società Italiana di Microbiologia Farmaceutica
41
41
F. Bonvicini, E. Manaresi, F. Di Furio, G. A. Gentilomi, G. Gallinella, M. Mirasoli, et al. (2012). Sviluppo di un dispositivo analitico miniaturizzato “Point-of-Care Testing” per la diagnosi di infezione da parvovirus B19. s.l : s.n.
F. Bonvicini; E. Manaresi; F. Di Furio; G. A. Gentilomi; G. Gallinella; M. Mirasoli; M. Zangheri; A. Roda
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