Verba Lucis. Scrittura, immagine e libro nel manicheismo

l'opera prende in esame il ruolo della scrittura e dell'immagine nella produzione libraria dei testi sacri della religione manichea, a partire dal suo fondatore, Mani, vissuto nel III sec. d.C.. Il libro è un'esigenza di predicazione missionaria in questa "comunità scritturale" che si servì della parola scritta non meno che di quella orale. Di più, l'immagine e il disegno servirono per illustrare la dottrina un pubblico più ampio di fedeli, a scopo di convincimento e di persuasione confessionale. In questo saggio si considerano le testimonianze primarie dei testi manichei in copto, iranico, turco, cinese, tochario; non meno che le fonti secondarie in greco, latino, arabo e siriaco. Sono state condotte traduzioni di originali in medio-persiano, partico, sogdiano e uiguro, relative a colophon e testi che trattano della importanza della scrittura e dell'immagine come media di comunicazione religiosa