Si racconta qui per la prima volta la complessa vicenda che legò Pascoli, professore e grande poeta vissuto fra Otto e Novecento, ai suoi editori. Sullo sfondo di un'Italia avviata al nuovo corso unitario, Pascoli intrattenne rapporti intensi, talvolta burrascosi, con molti esponenti dei mestieri del libro. Si trovò di fronte editori ma anche librai, tipografi, illustratori, traduttori, «agenti» editoriali e altri intermediari fra la scrittura e la sua diffusione pubblica, tanto in Italia quanto in Europa e oltre. È l’autore che dapprima tenta di inserirsi timidamente nell’editoria del tempo, con lo scopo di guadagnare denaro, necessario a far fronte alle molte difficoltà della sua vita. Tortuoso è il cammino pascoliano, che di casa in casa editrice, dalla livornese di Raffaello Giusti, editore delle prime "Myricae" (1891) e delle fortunate antologie latine ("Lyra" ed "Epos"), passa per il fiorentino Enrico Bemporad, per il messinese Vincenzo Muglia (editore dei "Pensieri e discorsi", dove comparve il celebre "Fanciullino"), sino a giungere a Remo Sandron, referente per le antologie per la scuola italiana, uscite tra il 1900 e il 1901 ed infine a Cesare Zanichelli, che dal 1903 acquisì i diritti per la maggior parte delle opere. Pascoli diviene autore affermato proprio alle soglie di quel Novecento che lo vide sfidare molti editori in ciò che egli stesso definì un "difficile arringo". A tutti egli promise opere mai pubblicate. Via via pretese un ruolo sempre più rilevante nelle clausole dei contratti editoriali, sinora rimasti inediti. Lettere e contratti rivelano infatti i compensi percepiti dall’autore e, soprattutto, le tirature. Dopo la morte del poeta, nel 1912, fu Maria, presenza costante nelle questioni editoriali del fratello, ad amministrare gli affari con Zanichelli, fino agli anni trenta quando, per ragioni di convenienza economica, i diritti furono ceduti ad Arnoldo Mondadori.
P. Tinti, M. G. Tavoni (2012). Pascoli e gli editori: dal "mio editore primo" a Cesare Zanichelli. BOLOGNA : Pàtron.
Pascoli e gli editori: dal "mio editore primo" a Cesare Zanichelli
TINTI, PAOLO;TAVONI, MARIA GIOIA
2012
Abstract
Si racconta qui per la prima volta la complessa vicenda che legò Pascoli, professore e grande poeta vissuto fra Otto e Novecento, ai suoi editori. Sullo sfondo di un'Italia avviata al nuovo corso unitario, Pascoli intrattenne rapporti intensi, talvolta burrascosi, con molti esponenti dei mestieri del libro. Si trovò di fronte editori ma anche librai, tipografi, illustratori, traduttori, «agenti» editoriali e altri intermediari fra la scrittura e la sua diffusione pubblica, tanto in Italia quanto in Europa e oltre. È l’autore che dapprima tenta di inserirsi timidamente nell’editoria del tempo, con lo scopo di guadagnare denaro, necessario a far fronte alle molte difficoltà della sua vita. Tortuoso è il cammino pascoliano, che di casa in casa editrice, dalla livornese di Raffaello Giusti, editore delle prime "Myricae" (1891) e delle fortunate antologie latine ("Lyra" ed "Epos"), passa per il fiorentino Enrico Bemporad, per il messinese Vincenzo Muglia (editore dei "Pensieri e discorsi", dove comparve il celebre "Fanciullino"), sino a giungere a Remo Sandron, referente per le antologie per la scuola italiana, uscite tra il 1900 e il 1901 ed infine a Cesare Zanichelli, che dal 1903 acquisì i diritti per la maggior parte delle opere. Pascoli diviene autore affermato proprio alle soglie di quel Novecento che lo vide sfidare molti editori in ciò che egli stesso definì un "difficile arringo". A tutti egli promise opere mai pubblicate. Via via pretese un ruolo sempre più rilevante nelle clausole dei contratti editoriali, sinora rimasti inediti. Lettere e contratti rivelano infatti i compensi percepiti dall’autore e, soprattutto, le tirature. Dopo la morte del poeta, nel 1912, fu Maria, presenza costante nelle questioni editoriali del fratello, ad amministrare gli affari con Zanichelli, fino agli anni trenta quando, per ragioni di convenienza economica, i diritti furono ceduti ad Arnoldo Mondadori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.