Il titolo riecheggia Alias in via Sesostri, e suggerisce, con il riferimento a via Solferino, storica sede del « Corriere della Sera », la doppia identità di Buzzati, giornalista e scrittore, ma anche lo stretto collegamento, l’« interferenza » fra i due piani. Queste due identità di Buzzati, il loro continuo intrecciarsi, sono indagate nei sei saggi che compongono il volume, e coprono il periodo che va dall’ingresso al « Corriere », nel 1928, alla pubblicazione di Un amore, nel 1963. Denominatore comune è l’attenzione agli aspetti linguistici, considerati anche nella loro dimensione quantitativa, cui si accompagna una ricca esemplificazione. Il quadro che ne risulta conferma l’importanza dell’attività giornalistica, mostrando che la cronaca rappresenta per Buzzati una sorta di laboratorio linguistico, dove lo scrittore apprende e sperimenta tecniche e soluzioni sintattiche che trasferisce nei romanzi – e nei racconti. E insieme mostra come il rapporto fra giornalismo e scrittura letteraria non si svolga in una sola direzione, infatti negli articoli dell’inviato di guerra compaiono stilemi come la parentesi, gli interventi sull’ordine delle parole, l’omissione dell’articolo, tipici dei romanzi.

Alias in via Solferino. Studi e ricerche sulla lingua di Buzzati

ATZORI, FABIO
2012

Abstract

Il titolo riecheggia Alias in via Sesostri, e suggerisce, con il riferimento a via Solferino, storica sede del « Corriere della Sera », la doppia identità di Buzzati, giornalista e scrittore, ma anche lo stretto collegamento, l’« interferenza » fra i due piani. Queste due identità di Buzzati, il loro continuo intrecciarsi, sono indagate nei sei saggi che compongono il volume, e coprono il periodo che va dall’ingresso al « Corriere », nel 1928, alla pubblicazione di Un amore, nel 1963. Denominatore comune è l’attenzione agli aspetti linguistici, considerati anche nella loro dimensione quantitativa, cui si accompagna una ricca esemplificazione. Il quadro che ne risulta conferma l’importanza dell’attività giornalistica, mostrando che la cronaca rappresenta per Buzzati una sorta di laboratorio linguistico, dove lo scrittore apprende e sperimenta tecniche e soluzioni sintattiche che trasferisce nei romanzi – e nei racconti. E insieme mostra come il rapporto fra giornalismo e scrittura letteraria non si svolga in una sola direzione, infatti negli articoli dell’inviato di guerra compaiono stilemi come la parentesi, gli interventi sull’ordine delle parole, l’omissione dell’articolo, tipici dei romanzi.
2012
118
9788862275484
F. Atzori
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