Prendendo le mosse dalla teoria comunicazionale elaborata da Castells (2009, p. 531), secondo cui «il potere è esercitato prevalentemente con la costruzione di significato nella mente umana tramite processi di comunicazione attivati nelle reti multimediali globali/locali della comunicazione di massa», questo saggio mira ad analizzare i processi di costruzione simbolica attivati all’interno delle reti mediali che hanno riportato le notizie relative al terremoto che ha colpito L’Aquila nell’aprile 2009. Nel solco della sociologia visuale e della politica economica dell’aiuto umanitario, il saggio si propone di indagare le produzioni discorsive e le rappresentazioni sociali che hanno informato la memoria collettiva della tragedia in Abruzzo. Carta stampata, televisione, cinema e web sono indagati come: a) piattaforme mediali attraverso cui hanno preso forma i dispositivi discorsivi relativi al tragico evento; b) contenitori di simboli e categorie culturali che hanno alimentato l’immaginario dell’emergenzae la memoria collettiva di una comunità; c) campo di forze dove «coloro che dominano [...] devono sempre fare i conti con la resistenza, le contestazioni, le rivendicazioni, le pretese, politiche o no, dei dominati» (Bourdieu 1992, p. 72). Da una parte dunque, si vede come nelle settimane a ridosso dell’evento si impone il terremoto mediale, una rappresentazione egemonizzata dai vecchi media (televisione e giornali in primis), capaci di creare e riprodurre il consenso attorno alla maggioranza politica, sopravanzando i nuovi media nella formazione di valore delle notizie. Dall’altra parte, si esplora il terremoto reale e le sue conseguenze sulla vita quotidiana degli abitanti di quel territorio. Attraverso l’analisi delle campagne di pubblicità sociale e di alcuni prodotti cross-mediali si focalizza l’evento in una cornice temporale e mediale più ampia, allargando la prospettiva teorico-interpretativa al contropotere, con l’obiettivo di andare oltre la “narrativa umanitaria” legata all’immaginario dell’emergenza.
P. Musaro (2013). Che cosa è rimasto del terremoto in Abruzzo nella vostra memoria? Riflessioni e(ste)tiche e future ipotesi di ricerca. MILANO : FrancoAngeli.
Che cosa è rimasto del terremoto in Abruzzo nella vostra memoria? Riflessioni e(ste)tiche e future ipotesi di ricerca
MUSARO', PIERLUIGI
2013
Abstract
Prendendo le mosse dalla teoria comunicazionale elaborata da Castells (2009, p. 531), secondo cui «il potere è esercitato prevalentemente con la costruzione di significato nella mente umana tramite processi di comunicazione attivati nelle reti multimediali globali/locali della comunicazione di massa», questo saggio mira ad analizzare i processi di costruzione simbolica attivati all’interno delle reti mediali che hanno riportato le notizie relative al terremoto che ha colpito L’Aquila nell’aprile 2009. Nel solco della sociologia visuale e della politica economica dell’aiuto umanitario, il saggio si propone di indagare le produzioni discorsive e le rappresentazioni sociali che hanno informato la memoria collettiva della tragedia in Abruzzo. Carta stampata, televisione, cinema e web sono indagati come: a) piattaforme mediali attraverso cui hanno preso forma i dispositivi discorsivi relativi al tragico evento; b) contenitori di simboli e categorie culturali che hanno alimentato l’immaginario dell’emergenzae la memoria collettiva di una comunità; c) campo di forze dove «coloro che dominano [...] devono sempre fare i conti con la resistenza, le contestazioni, le rivendicazioni, le pretese, politiche o no, dei dominati» (Bourdieu 1992, p. 72). Da una parte dunque, si vede come nelle settimane a ridosso dell’evento si impone il terremoto mediale, una rappresentazione egemonizzata dai vecchi media (televisione e giornali in primis), capaci di creare e riprodurre il consenso attorno alla maggioranza politica, sopravanzando i nuovi media nella formazione di valore delle notizie. Dall’altra parte, si esplora il terremoto reale e le sue conseguenze sulla vita quotidiana degli abitanti di quel territorio. Attraverso l’analisi delle campagne di pubblicità sociale e di alcuni prodotti cross-mediali si focalizza l’evento in una cornice temporale e mediale più ampia, allargando la prospettiva teorico-interpretativa al contropotere, con l’obiettivo di andare oltre la “narrativa umanitaria” legata all’immaginario dell’emergenza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.