Analisi storico-critica della corografia, della sua teoria e della sua prassi, per come tale sapere geografico si è sviluppato nella Bologna del tardo Cinquecento, ma già anche nell'Antichità, attraverso l'opera di Strabone. Analisi critica della modernità del sapere corografico in relazione alle sfide geografiche e filosofiche contemporanee. Reinterpretazione della produzione geografica complessiva di Egnazio Danti, tra cosmografia e corografia, e della stretta interrelazione fra corografia e paesaggio. La monografia include la trascrizione e il commento di fonti e documenti del Cinquecento, anche inediti. Questo libro propone un’interpretazione della corografia in quanto sapere delle vie di mezzo, delle terze vie di superamento degli opposti, in quanto sapere legato alla natura della chora (il termine da cui deriva quello di corografia), alla logica e all'etica. Né scienza né arte perché scienza e arte insieme, la corografia, nel Cinquecento, intreccia l’esattezza del linguaggio matematico con il ritratto pittorico di paesaggio. L’autrice, indagando i fondamenti di tale sapere, in un percorso argomentativo che va da Platone al pensiero contemporaneo e mette in discussione anche teorie molto celebri, intende proporre e sostenere le ragioni di un’identità/continuità: quella tra la logica corografica del terzo (come in questo libro tale logica viene definita) e la logica dell’immagine (nella misura in cui essa è modello semantico anche del linguaggio verbale). Ciò spiega ad esempio perché Danti, nelle sue rappresentazioni corografiche di Bologna, mostri anzitutto la centralità culturale della città: è proprio sull’immagine e la sua terzità, infatti, che questa centralità si fonda nell’età della Controriforma. Ed è sempre delineando una geografia delle terze vie che il presente volume restituisce una lettura originale e unitaria della figura e della produzione di Egnazio Danti – lettura supportata dalla trascrizione e dal commento di documenti anche inediti. Le vie di mezzo della corografia, per come l’autrice le inaugura e le percorre fondendo su di esse le logiche dell’immagine con l’etica delle pratiche umane, costituiscono inoltre una prospettiva interpretativa su alcuni fra i temi più attuali del dibattito geografico e non solo: dall’eredità teorica di cui è depositario il concetto di paesaggio al superamento dei dualismi oppositivi come città-campagna e cultura-natura.
BONFIGLIOLI STEFANIA (2012). La geografia di Egnazio Danti. Il sapere corografico a Bologna nell’età della Controriforma. BOLOGNA : Pàtron Editore.
La geografia di Egnazio Danti. Il sapere corografico a Bologna nell’età della Controriforma
BONFIGLIOLI, STEFANIA
2012
Abstract
Analisi storico-critica della corografia, della sua teoria e della sua prassi, per come tale sapere geografico si è sviluppato nella Bologna del tardo Cinquecento, ma già anche nell'Antichità, attraverso l'opera di Strabone. Analisi critica della modernità del sapere corografico in relazione alle sfide geografiche e filosofiche contemporanee. Reinterpretazione della produzione geografica complessiva di Egnazio Danti, tra cosmografia e corografia, e della stretta interrelazione fra corografia e paesaggio. La monografia include la trascrizione e il commento di fonti e documenti del Cinquecento, anche inediti. Questo libro propone un’interpretazione della corografia in quanto sapere delle vie di mezzo, delle terze vie di superamento degli opposti, in quanto sapere legato alla natura della chora (il termine da cui deriva quello di corografia), alla logica e all'etica. Né scienza né arte perché scienza e arte insieme, la corografia, nel Cinquecento, intreccia l’esattezza del linguaggio matematico con il ritratto pittorico di paesaggio. L’autrice, indagando i fondamenti di tale sapere, in un percorso argomentativo che va da Platone al pensiero contemporaneo e mette in discussione anche teorie molto celebri, intende proporre e sostenere le ragioni di un’identità/continuità: quella tra la logica corografica del terzo (come in questo libro tale logica viene definita) e la logica dell’immagine (nella misura in cui essa è modello semantico anche del linguaggio verbale). Ciò spiega ad esempio perché Danti, nelle sue rappresentazioni corografiche di Bologna, mostri anzitutto la centralità culturale della città: è proprio sull’immagine e la sua terzità, infatti, che questa centralità si fonda nell’età della Controriforma. Ed è sempre delineando una geografia delle terze vie che il presente volume restituisce una lettura originale e unitaria della figura e della produzione di Egnazio Danti – lettura supportata dalla trascrizione e dal commento di documenti anche inediti. Le vie di mezzo della corografia, per come l’autrice le inaugura e le percorre fondendo su di esse le logiche dell’immagine con l’etica delle pratiche umane, costituiscono inoltre una prospettiva interpretativa su alcuni fra i temi più attuali del dibattito geografico e non solo: dall’eredità teorica di cui è depositario il concetto di paesaggio al superamento dei dualismi oppositivi come città-campagna e cultura-natura.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.