Lo studio propone di esaminare le regole metriche della versificazione poetica araba che si riferiva al sistema elaborato all’inizio dell’epoca abbaside dal grammatico di Bassora al-KHalil Bin Ahmad al-Farahidiyy (m. 791). Al-Khalill esaminò tutti i componimenti poetici a sua disposizione che risalivano all'epoca omayyade e preislamica ideando un sistema metrico normativo composto da quindici bahr, pl. buhur(metri, letteralmente ‘oceani’) che si basano su dieci piedi. Tale sistema fu leggermente modificato circa cinquant’anni dopo la morte di al-Khalil da un suo discepolo, al-Akhfash al-Ausat, che aggiunse un nuovo metro ed è rimasto praticamente intatto fino all’inizio del Novecento. Per oltre un migliaio di anni la poesia araba classica ha dovuto seguire le regole che il grammatico di Bassora aveva elaborato e la critica ha ribadito innumerevoli volte i criteri che distinguono un discorso in versi da un discorso in prosa o in prosa rimata: in altre parole si è continuato a sottolineare le regole da lui delineate, che determinano quale discorso sia poetico e quale non lo sia. Osservando un poema arabo tradizionale, si nota subito la divisione del verso in due segmenti di eguale lunghezza, che mettono in evidenza la rima finale, unica per l’intera poesia. I due segmenti del verso si fondano su una duplice struttura: da un lato semantica e sintattica, che lo articola in una o più frasi, dall’altro quella metrica, che lo articola in unità musicali non motivate dal significato. In questo articolo sono stati i esaminati i 16 metri della poesia araba classica e i loro varianti basandosi sul sistema elaborata da al-Khalil.

Sulle forme metriche della poesia araba classica / A. Addous. - STAMPA. - (2010), pp. 69-96.

Sulle forme metriche della poesia araba classica.

ADDOUS, AHMAD
2010

Abstract

Lo studio propone di esaminare le regole metriche della versificazione poetica araba che si riferiva al sistema elaborato all’inizio dell’epoca abbaside dal grammatico di Bassora al-KHalil Bin Ahmad al-Farahidiyy (m. 791). Al-Khalill esaminò tutti i componimenti poetici a sua disposizione che risalivano all'epoca omayyade e preislamica ideando un sistema metrico normativo composto da quindici bahr, pl. buhur(metri, letteralmente ‘oceani’) che si basano su dieci piedi. Tale sistema fu leggermente modificato circa cinquant’anni dopo la morte di al-Khalil da un suo discepolo, al-Akhfash al-Ausat, che aggiunse un nuovo metro ed è rimasto praticamente intatto fino all’inizio del Novecento. Per oltre un migliaio di anni la poesia araba classica ha dovuto seguire le regole che il grammatico di Bassora aveva elaborato e la critica ha ribadito innumerevoli volte i criteri che distinguono un discorso in versi da un discorso in prosa o in prosa rimata: in altre parole si è continuato a sottolineare le regole da lui delineate, che determinano quale discorso sia poetico e quale non lo sia. Osservando un poema arabo tradizionale, si nota subito la divisione del verso in due segmenti di eguale lunghezza, che mettono in evidenza la rima finale, unica per l’intera poesia. I due segmenti del verso si fondano su una duplice struttura: da un lato semantica e sintattica, che lo articola in una o più frasi, dall’altro quella metrica, che lo articola in unità musicali non motivate dal significato. In questo articolo sono stati i esaminati i 16 metri della poesia araba classica e i loro varianti basandosi sul sistema elaborata da al-Khalil.
2010
Islam Collected Essays
69
96
Sulle forme metriche della poesia araba classica / A. Addous. - STAMPA. - (2010), pp. 69-96.
A. Addous
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