Nel presente lavoro, si delinea una sintesi della dinamica migratoria in provincia di Bologna dal 1861 al 2001. Il tentativo è quello di offrire un quadro riassuntivo della fitta trama di flussi e scambi migratori avvenuti tra le varie zone del territorio provinciale (città capoluogo e comuni satelliti della prima cintura, pianura, zona appenninica collinare e montana). In particolare, si cerca di chiarire il ruolo giocato dalla componente migratoria nella crescita della città capoluogo e nel declino demografico di alcune aree. Fino agli anni Trenta il capoluogo ha assorbito il surplus demografico prodotto dalle campagne circostanti, nutrendosi di sempre più consistenti flussi migratori provenienti dall’esterno dei confini provinciali; dopo gli anni Trenta, la crescita della città subisce una ulteriore accelerazione, per poi sperimentare il definitivo decollo negli anni Cinquanta. Per tutto l’Ottocento e fino ancora agli anni Venti del Novecento, la popolazione rurale delle montagne bolognesi cresce con moderati tassi di incremento, ma è con gli anni Trenta che il passivo migratorio diventa sempre più consistente assumendo poi negli anni Cinquanta le dimensioni di una vera e proprio emorragia di popolazione.
Urbanizzazione, spopolamento, migrazioni: i comuni della provincia di Bologna dall'Unità agli ultimi decenni del XX secolo
SCALONE, FRANCESCO;DEL PANTA, LORENZO
2008
Abstract
Nel presente lavoro, si delinea una sintesi della dinamica migratoria in provincia di Bologna dal 1861 al 2001. Il tentativo è quello di offrire un quadro riassuntivo della fitta trama di flussi e scambi migratori avvenuti tra le varie zone del territorio provinciale (città capoluogo e comuni satelliti della prima cintura, pianura, zona appenninica collinare e montana). In particolare, si cerca di chiarire il ruolo giocato dalla componente migratoria nella crescita della città capoluogo e nel declino demografico di alcune aree. Fino agli anni Trenta il capoluogo ha assorbito il surplus demografico prodotto dalle campagne circostanti, nutrendosi di sempre più consistenti flussi migratori provenienti dall’esterno dei confini provinciali; dopo gli anni Trenta, la crescita della città subisce una ulteriore accelerazione, per poi sperimentare il definitivo decollo negli anni Cinquanta. Per tutto l’Ottocento e fino ancora agli anni Venti del Novecento, la popolazione rurale delle montagne bolognesi cresce con moderati tassi di incremento, ma è con gli anni Trenta che il passivo migratorio diventa sempre più consistente assumendo poi negli anni Cinquanta le dimensioni di una vera e proprio emorragia di popolazione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.