Epidemiologia I linfomi a cellule T-periferiche (LCTP) rappresentano approssimativamente il 10-15% dei linfomi non Hodgkin (LNH). I LCTP sono un gruppo eterogeneo di neoplasie che la classificazione WHO suddivide grossolanamente in forme specifiche e non altrimenti specificate (LCTP/NAS). Questi ultimi, che corrispondono a circa il 60-70% dei LCTP non possono essere ulteriormente classificati in base a morfologia, fenotipo e genetica molecolare. La loro incidenza varia secondo le aree geografiche, essendo più alta nelle regioni in cui è endemica l’infezione da Human T-cell Leukemia-Lymphoma Virus 1 - HTLV-1 (Est asiatico, Carabi, e alcune zone degli USA) Eziologia L’eziologia dei LCTP, come avviene per la maggior parte dei LNH, è per lo più sconosciuta. Fa eccezione la leucemia/linfoma a cellule T dell’adulto che è causata dal virus HTLV-1. Patogenesi Contrariamente a quanto avviene nei LNH di derivazione B, la patogenesi molecolare dei LCTP è in gran parte ignota. Infatti, i LCTP non presentano in genere alterazioni genomiche associate alle specifiche entità patologiche, bensì aberrazioni cromosomiche complesse ed aspecifiche. L’unica eccezione è costituita dal linfoma a grandi cellule anaplastiche (ALCL), che presenta tipicamente la traslocazione t(2;5)(p23;q35) nel 50-60% dei casi (soprattutto in bambini e giovani adulti). Gli ALCL che presentano tale anomalia sono detti ALK+. Recentemente è stato dimostrato che la t(2;5)(p23;q35) determina la fusione del gene della nucleofosmina (NPM1) con il gene della kinasi del linfoma anaplastico (ALK). Analisi molecolari tramite probes comprendenti il punto di fusione NPM1/ALK o una RT-PCR utilizzando primers NPM1 ed ALK specifici, hanno permesso di identificare cloni positivi rispettivamente nel 13% e nel 35% dei casi analizzati (anche se una certa variabilità rimane nelle diverse casistiche, dovuta, probabilmente, a una selezione dei casi nei vari studi) e, comunque, in tutti i casi citogeneticamente positivi. La proteina chimerica NPM/ALK è dotata di attività tirosin-kinasi costitutivamente attivata, capace di indurre e sostenere il fenotipo neoplastico. Tale molecola rappresenta un eccellente marcatore diagnostico per l’ALCL e potrebbe anche costituire un valido bersaglio terapeutico. Diagnosi e Laboratorio La diagnosi di LCTP (come nel caso di tutti i LNH) è istopatologica. La stadiazione, che segue i principi della classificazione di Ann Arbor, prevede lo studio mediante TC, PET e biopsia osteo-midollare. All’esame istologico, la morfologia dei LCTP appare molto eterogenea, comprendendo cellule di taglia e forma variabile. Generalmente, è presente una componente reattiva (non neoplastica) prominente, costituita da piccoli linfociti, plasmacellule, eosinofili, istiociti ed elementi epitelioidi. Lo studio dell’immunofenotipo mostra l’espressione di antigeni T-associati, sebbene uno o più di questi possano essere assenti nella maggioranza dei casi (fenotipo aberrante). Gli esami ematochimici mostrano frequentemente un incremento di VES e LDH; inoltre, l’interessamento midollare può determinare anemia, leucopenia e piastrinopenia di varia entità. Più raramente è presente una sindrome leucemica (leucocitosi con presenza di cellule neoplastiche nel sangue periferico). Un’iper-gammaglobulinemia policlonale è tipica del linfoma angioimmunoblastico. Le indagini citogenetiche e molecolari, come detto, consentono di identificare alterazioni specifiche solo nel caso dell’ALCL ALK+. Lo studio dei geni che codificano per il T-cell receptor (TcR) permette di identificare un riarrangiamento clone-specifico nella quasi totalità dei casi (vedi Leucemia acuta linfoide). Ciò permette di differenziare un LCTP da una condizione iperimmune reattiva quando morfologia e fenotipo non siano sufficienti. Clinica I LCTP appartengono al gruppo dei LNH “aggressivi”. Occorrono generalmente nella V-VI decade di vita, in eguale misura in maschi e femmine. La presentazione è nodale od ext...

Linfomi non Hodgkin di derivazione dai linfociti T-periferici / P. Piccaluga. - STAMPA. - (2007), pp. 259-262.

Linfomi non Hodgkin di derivazione dai linfociti T-periferici.

PICCALUGA, PIER PAOLO
2007

Abstract

Epidemiologia I linfomi a cellule T-periferiche (LCTP) rappresentano approssimativamente il 10-15% dei linfomi non Hodgkin (LNH). I LCTP sono un gruppo eterogeneo di neoplasie che la classificazione WHO suddivide grossolanamente in forme specifiche e non altrimenti specificate (LCTP/NAS). Questi ultimi, che corrispondono a circa il 60-70% dei LCTP non possono essere ulteriormente classificati in base a morfologia, fenotipo e genetica molecolare. La loro incidenza varia secondo le aree geografiche, essendo più alta nelle regioni in cui è endemica l’infezione da Human T-cell Leukemia-Lymphoma Virus 1 - HTLV-1 (Est asiatico, Carabi, e alcune zone degli USA) Eziologia L’eziologia dei LCTP, come avviene per la maggior parte dei LNH, è per lo più sconosciuta. Fa eccezione la leucemia/linfoma a cellule T dell’adulto che è causata dal virus HTLV-1. Patogenesi Contrariamente a quanto avviene nei LNH di derivazione B, la patogenesi molecolare dei LCTP è in gran parte ignota. Infatti, i LCTP non presentano in genere alterazioni genomiche associate alle specifiche entità patologiche, bensì aberrazioni cromosomiche complesse ed aspecifiche. L’unica eccezione è costituita dal linfoma a grandi cellule anaplastiche (ALCL), che presenta tipicamente la traslocazione t(2;5)(p23;q35) nel 50-60% dei casi (soprattutto in bambini e giovani adulti). Gli ALCL che presentano tale anomalia sono detti ALK+. Recentemente è stato dimostrato che la t(2;5)(p23;q35) determina la fusione del gene della nucleofosmina (NPM1) con il gene della kinasi del linfoma anaplastico (ALK). Analisi molecolari tramite probes comprendenti il punto di fusione NPM1/ALK o una RT-PCR utilizzando primers NPM1 ed ALK specifici, hanno permesso di identificare cloni positivi rispettivamente nel 13% e nel 35% dei casi analizzati (anche se una certa variabilità rimane nelle diverse casistiche, dovuta, probabilmente, a una selezione dei casi nei vari studi) e, comunque, in tutti i casi citogeneticamente positivi. La proteina chimerica NPM/ALK è dotata di attività tirosin-kinasi costitutivamente attivata, capace di indurre e sostenere il fenotipo neoplastico. Tale molecola rappresenta un eccellente marcatore diagnostico per l’ALCL e potrebbe anche costituire un valido bersaglio terapeutico. Diagnosi e Laboratorio La diagnosi di LCTP (come nel caso di tutti i LNH) è istopatologica. La stadiazione, che segue i principi della classificazione di Ann Arbor, prevede lo studio mediante TC, PET e biopsia osteo-midollare. All’esame istologico, la morfologia dei LCTP appare molto eterogenea, comprendendo cellule di taglia e forma variabile. Generalmente, è presente una componente reattiva (non neoplastica) prominente, costituita da piccoli linfociti, plasmacellule, eosinofili, istiociti ed elementi epitelioidi. Lo studio dell’immunofenotipo mostra l’espressione di antigeni T-associati, sebbene uno o più di questi possano essere assenti nella maggioranza dei casi (fenotipo aberrante). Gli esami ematochimici mostrano frequentemente un incremento di VES e LDH; inoltre, l’interessamento midollare può determinare anemia, leucopenia e piastrinopenia di varia entità. Più raramente è presente una sindrome leucemica (leucocitosi con presenza di cellule neoplastiche nel sangue periferico). Un’iper-gammaglobulinemia policlonale è tipica del linfoma angioimmunoblastico. Le indagini citogenetiche e molecolari, come detto, consentono di identificare alterazioni specifiche solo nel caso dell’ALCL ALK+. Lo studio dei geni che codificano per il T-cell receptor (TcR) permette di identificare un riarrangiamento clone-specifico nella quasi totalità dei casi (vedi Leucemia acuta linfoide). Ciò permette di differenziare un LCTP da una condizione iperimmune reattiva quando morfologia e fenotipo non siano sufficienti. Clinica I LCTP appartengono al gruppo dei LNH “aggressivi”. Occorrono generalmente nella V-VI decade di vita, in eguale misura in maschi e femmine. La presentazione è nodale od ext...
2007
Corso di Malattie del Sangue e degli Organi Emopoietici”
259
262
Linfomi non Hodgkin di derivazione dai linfociti T-periferici / P. Piccaluga. - STAMPA. - (2007), pp. 259-262.
P. Piccaluga
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