L'autore del libro rintraccia nel tardo Ottocento l'emergere di una sensibilità liberale specificamente rivolta alle questioni internazionali e ne segue la parabola declinante nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Il libro unisce analisi giuridica e critica storico-politica a indagini di carattere biografico sui protagonisti della vicenda, tra cui Hans Kelsen, Hersch Lauterpacht, Carl Schmitt e Hans Morgenthau, e illustra il ruolo delle istituzioni-chiave, come l'Institut de Droit international e la Società delle Nazioni. L'analisi del realismo giuridico e politico delle "law schools" americane si chiude con una critica dello "strumentalismo" prevalente dopo il 1960. Il volume esprime nel complesso una riflessione senza pari sulla possibilità, oggi, di pensare e praticare il diritto internazionale in modo critico. Il volume contiene una presentazione del volume (G. Gozzi), una premessa dell'autore all'edizione italiana, una nota del traduttore che con il pretesto delle difficoltà poste dalla traduzione del titolo si interroga sul senso complessivo dell'opera (L. Gradoni, P. Turrini), numerosi emendamenti all'apparato critico-bibliografico dell'opera originale.
Gozzi G., Gradoni L., Turrini P. (2012). Il mite civilizzatore delle nazioni. Ascesa e caduta del diritto internazionale 1870-1960. ROMA-BARI : Laterza.
Il mite civilizzatore delle nazioni. Ascesa e caduta del diritto internazionale 1870-1960
GOZZI, GUSTAVO;GRADONI, LORENZO;TURRINI, PAOLO
2012
Abstract
L'autore del libro rintraccia nel tardo Ottocento l'emergere di una sensibilità liberale specificamente rivolta alle questioni internazionali e ne segue la parabola declinante nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale. Il libro unisce analisi giuridica e critica storico-politica a indagini di carattere biografico sui protagonisti della vicenda, tra cui Hans Kelsen, Hersch Lauterpacht, Carl Schmitt e Hans Morgenthau, e illustra il ruolo delle istituzioni-chiave, come l'Institut de Droit international e la Società delle Nazioni. L'analisi del realismo giuridico e politico delle "law schools" americane si chiude con una critica dello "strumentalismo" prevalente dopo il 1960. Il volume esprime nel complesso una riflessione senza pari sulla possibilità, oggi, di pensare e praticare il diritto internazionale in modo critico. Il volume contiene una presentazione del volume (G. Gozzi), una premessa dell'autore all'edizione italiana, una nota del traduttore che con il pretesto delle difficoltà poste dalla traduzione del titolo si interroga sul senso complessivo dell'opera (L. Gradoni, P. Turrini), numerosi emendamenti all'apparato critico-bibliografico dell'opera originale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.