Il tema della sicurezza urbana è ormai diventato una delle questioni centrali dei governi nazionali e locali a partire dalla constatazione, sempre più condivisa, che il sistema della giustizia penale, le strategie di controllo e di repressione non sembrano essere in grado di produrre contesti di sicurezza. Appaiono evidenti, a questo punto, i limiti di un’azione finalizzata soltanto a perseguire i responsabili dei fatti penalmente rilevanti e considerare, invece, imprescindibile la necessità di intensificare ogni attività di prevenzione che consenta di impedire o di attenuare fatti, circostanze, comportamenti magari non rilevanti sotto il profilo penale, ma certamente idonei a suscitare disagio o allarme. In un simile contesto, strumento naturale di prevenzione appaiono le forme di collaborazione intessute tra individui, forze di polizia e attori locali, nell’ottica di un orientamento che predilige un incremento qualitativo nei rapporti con la popolazione, puntando sulla diffusione della conoscenza delle diverse potenzialità degli attori in gioco. Esempio per eccellenza, quale esito di tale collaborazione, è quello della polizia di prossimità che, non potendo essere considerata in modo riduttivo una semplice tecnica di polizia, si caratterizza per la differenziazione di attività, orientate alla prevenzione, alla sorveglianza del quartiere, allo sviluppo del tessuto sociale, assumendo un atteggiamento di ascolto nei confronti del cittadino, riducendo lo scarto tra domanda sociale ed offerta pubblica di sicurezza.
Antonilli A. (2004). Sicurezza urbana e polizia di prossimità. MILANO : FrancoAngeli.
Sicurezza urbana e polizia di prossimità
ANTONILLI, ANDREA
2004
Abstract
Il tema della sicurezza urbana è ormai diventato una delle questioni centrali dei governi nazionali e locali a partire dalla constatazione, sempre più condivisa, che il sistema della giustizia penale, le strategie di controllo e di repressione non sembrano essere in grado di produrre contesti di sicurezza. Appaiono evidenti, a questo punto, i limiti di un’azione finalizzata soltanto a perseguire i responsabili dei fatti penalmente rilevanti e considerare, invece, imprescindibile la necessità di intensificare ogni attività di prevenzione che consenta di impedire o di attenuare fatti, circostanze, comportamenti magari non rilevanti sotto il profilo penale, ma certamente idonei a suscitare disagio o allarme. In un simile contesto, strumento naturale di prevenzione appaiono le forme di collaborazione intessute tra individui, forze di polizia e attori locali, nell’ottica di un orientamento che predilige un incremento qualitativo nei rapporti con la popolazione, puntando sulla diffusione della conoscenza delle diverse potenzialità degli attori in gioco. Esempio per eccellenza, quale esito di tale collaborazione, è quello della polizia di prossimità che, non potendo essere considerata in modo riduttivo una semplice tecnica di polizia, si caratterizza per la differenziazione di attività, orientate alla prevenzione, alla sorveglianza del quartiere, allo sviluppo del tessuto sociale, assumendo un atteggiamento di ascolto nei confronti del cittadino, riducendo lo scarto tra domanda sociale ed offerta pubblica di sicurezza.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.