Il Commentario al "Sogno di Scipione" di Cicerone, in cui Macrobio (IV/V a.C.) introduce per la prima volta l’espressione musica mundana (II 4), è una delle fonti principali per una ricerca riguardo le rappresentazioni visuali e verbali della musica nell’immaginario rinascimentale. Con le sue note, ribriche, diagrammi e indici, il testo del Commentario ebbe un’ampia diffusione in Europa nella prima età moderna sia come manoscritto sia nelle prime edizioni a stampa. Per esempio, in Italia, Francesco Petrarca, Angelo Poliziano e Cristoforo Colombo ne ebbero copia nelle loro biblioteche. Dal 1472 alla fine del XVI secolo, più di trenta edizioni del Commentario furono pubblicate, metà delle quali a Venezia, Brescia e Firenze. Questo saggio propone una prima sistematica rassegna delle immagini di interesse musicale inserite nelle stampe con relativa discussione sulle scelte degli editori in relazione sia al loro catalogo sia al pubblico dei lettori.
Ricerche sulle immagini musicali nelle prime edizioni del Commento al Sogno di Scipione di Macrobio
RESTANI, DONATELLA
2013
Abstract
Il Commentario al "Sogno di Scipione" di Cicerone, in cui Macrobio (IV/V a.C.) introduce per la prima volta l’espressione musica mundana (II 4), è una delle fonti principali per una ricerca riguardo le rappresentazioni visuali e verbali della musica nell’immaginario rinascimentale. Con le sue note, ribriche, diagrammi e indici, il testo del Commentario ebbe un’ampia diffusione in Europa nella prima età moderna sia come manoscritto sia nelle prime edizioni a stampa. Per esempio, in Italia, Francesco Petrarca, Angelo Poliziano e Cristoforo Colombo ne ebbero copia nelle loro biblioteche. Dal 1472 alla fine del XVI secolo, più di trenta edizioni del Commentario furono pubblicate, metà delle quali a Venezia, Brescia e Firenze. Questo saggio propone una prima sistematica rassegna delle immagini di interesse musicale inserite nelle stampe con relativa discussione sulle scelte degli editori in relazione sia al loro catalogo sia al pubblico dei lettori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.