Vasta ed approfondita ricognizione critica multimediale del percorso artistico dell’attore Franco Branciaroli, di respiro quasi monografico, articolata in profilo biografico, ricostruzione della sua formazione e analisi delle sue principali interpretazioni e del suo stile recitativo – corredata di un’ampia teatrografia, del catalogo delle sue principali interpretazioni cinematografiche, radiofoniche e televisive, da un’articolata bibliografia, nonché da un ricco apparato di testimonianze fotografiche e in video del suo lavoro – destinata al database on line AMAtI dell’Università degli Studi di Firenze. Nato a Milano nel 1947, Franco Branciaroli intraprende la carriera d’attore nel 1968 entrando alla Civica Scuola d’Arte Drammatica fondata da Strehler e Grassi. Dopo i brillanti esordi sotto la guida di Chéreau (“Toller”, 1970) e Trionfo (“Arden di Feversham”, 1971), viene consacrato giovanissimo come “divo” per la sua interpretazione di Nerone in “Nerone è morto?” (1974) sempre per la regia di Trionfo. Da quel momento lavora con alcuni tra i principali protagonisti delle scene italiane dell’ultimo scorcio del Novecento; oltre a Dado: Carmelo Bene, Luca Ronconi e Giovanni Testori. Il successo ottenuto con “In exitu” (1989) in coppia con Testori lo promuove definitivamente a primo attore del Teatro de gli Incamminati, la compagnia del drammaturgo di Novate. Figlio ribelle del teatro di regia e alfiere indomito del teatro di parola – sempre in bilico tra mistero dell’interpretazione e scienza del recitare –, Branciaroli, approdato a cavallo tra anni Ottanta e Novanta del secolo scorso al capocomicato, sintetizzando in sé l’eredità grandattorica e la nuova tradizione dell’attore-interprete, si fa portavoce di un modello di attorialità complessa, disposta ad assumersi l’esercizio sia della funzione registica che di quella drammaturgica. Sul fronte cinematografico da ricordare il suo lavoro con registi come Jancsó e Antonioni e il chiacchierato sodalizio con Tinto Brass.
C. Longhi (2012). Franco Branciaroli: Biografia; Formazione, Interpretazioni/Stile; Teatro; Cinema; Televisione; Radio; Fonti, Bibliografia; Iconografia; Video. FIRENZE : Firenze University Press.
Franco Branciaroli: Biografia; Formazione, Interpretazioni/Stile; Teatro; Cinema; Televisione; Radio; Fonti, Bibliografia; Iconografia; Video
LONGHI, CLAUDIO
2012
Abstract
Vasta ed approfondita ricognizione critica multimediale del percorso artistico dell’attore Franco Branciaroli, di respiro quasi monografico, articolata in profilo biografico, ricostruzione della sua formazione e analisi delle sue principali interpretazioni e del suo stile recitativo – corredata di un’ampia teatrografia, del catalogo delle sue principali interpretazioni cinematografiche, radiofoniche e televisive, da un’articolata bibliografia, nonché da un ricco apparato di testimonianze fotografiche e in video del suo lavoro – destinata al database on line AMAtI dell’Università degli Studi di Firenze. Nato a Milano nel 1947, Franco Branciaroli intraprende la carriera d’attore nel 1968 entrando alla Civica Scuola d’Arte Drammatica fondata da Strehler e Grassi. Dopo i brillanti esordi sotto la guida di Chéreau (“Toller”, 1970) e Trionfo (“Arden di Feversham”, 1971), viene consacrato giovanissimo come “divo” per la sua interpretazione di Nerone in “Nerone è morto?” (1974) sempre per la regia di Trionfo. Da quel momento lavora con alcuni tra i principali protagonisti delle scene italiane dell’ultimo scorcio del Novecento; oltre a Dado: Carmelo Bene, Luca Ronconi e Giovanni Testori. Il successo ottenuto con “In exitu” (1989) in coppia con Testori lo promuove definitivamente a primo attore del Teatro de gli Incamminati, la compagnia del drammaturgo di Novate. Figlio ribelle del teatro di regia e alfiere indomito del teatro di parola – sempre in bilico tra mistero dell’interpretazione e scienza del recitare –, Branciaroli, approdato a cavallo tra anni Ottanta e Novanta del secolo scorso al capocomicato, sintetizzando in sé l’eredità grandattorica e la nuova tradizione dell’attore-interprete, si fa portavoce di un modello di attorialità complessa, disposta ad assumersi l’esercizio sia della funzione registica che di quella drammaturgica. Sul fronte cinematografico da ricordare il suo lavoro con registi come Jancsó e Antonioni e il chiacchierato sodalizio con Tinto Brass.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


