Contributo teso a portare in luce in forma dialogica le principali direttrici interpretative sottese all’allestimento di “Leopardi”, cabaret filosofico diretto da chi scrive per il Teatro Stabile di Torino sulla base di un montaggio di testi leopardiani curato sempre da chi scrive e debuttato il 9 novembre del 2005 presso il Teatro Vittoria di Torino. Il breve testo chiarisce come al fondo dello spettacolo citato stia una ricognizione sistematica delle diverse declinazioni di quella sorta di filosofia del riso che Leopardi inscrive allegoricamente tra le pieghe della sua opera. Tentando di oggettivare il sinuoso ed ambiguo dispiegarsi del discorso leopardiano tra monologo soggettivo e dialogo, il copione, che assembla frammenti dei “Canti” e delle “Operette Morali” sullo scheletro portante del “Discorso sullo stato presente dei costumi degli italiani”, è letto, nell’intervista, come una sorta di mappa del pensiero dell’autore. La radicale negazione dell’antropocentrismo che innerva tanta parte della prosa e dei versi leopardiani sempre fluttuanti sull’interminata vastità dell’infinito cosmico, la marginalità dello scrittore – che sa scrutare le «magnifiche sorti e progressive» del suo tempo dall’eremo di Recanati e che proprio del suo vivere ai margini sa nutrire, però, la spietata profondità del suo sguardo –, così come l’annichilente ironia del poeta, sono assunti nello scritto come prove della sconvolgente e inattualissima attualità di Leopardi, proposto nello spettacolo quale lancinante profeta della nostra contemporaneità. Il contributo si sofferma infine sull’analisi della complessa relazione esistente tra musica e poesia e sul tentativo di creare un ponte tra la cultura tedesca e Leopardi, per il tramite di reagenti estetici come le composizioni di Schubert e Schumann utilizzate quali proiezioni e matrici musicali della scrittura del poeta marchigiano.

La negatività eversiva del canto leopardiano, intervista a Claudio Longhi / Dibitonto D.; Longhi C.. - STAMPA. - (2005), pp. 5-11.

La negatività eversiva del canto leopardiano, intervista a Claudio Longhi

LONGHI, CLAUDIO
2005

Abstract

Contributo teso a portare in luce in forma dialogica le principali direttrici interpretative sottese all’allestimento di “Leopardi”, cabaret filosofico diretto da chi scrive per il Teatro Stabile di Torino sulla base di un montaggio di testi leopardiani curato sempre da chi scrive e debuttato il 9 novembre del 2005 presso il Teatro Vittoria di Torino. Il breve testo chiarisce come al fondo dello spettacolo citato stia una ricognizione sistematica delle diverse declinazioni di quella sorta di filosofia del riso che Leopardi inscrive allegoricamente tra le pieghe della sua opera. Tentando di oggettivare il sinuoso ed ambiguo dispiegarsi del discorso leopardiano tra monologo soggettivo e dialogo, il copione, che assembla frammenti dei “Canti” e delle “Operette Morali” sullo scheletro portante del “Discorso sullo stato presente dei costumi degli italiani”, è letto, nell’intervista, come una sorta di mappa del pensiero dell’autore. La radicale negazione dell’antropocentrismo che innerva tanta parte della prosa e dei versi leopardiani sempre fluttuanti sull’interminata vastità dell’infinito cosmico, la marginalità dello scrittore – che sa scrutare le «magnifiche sorti e progressive» del suo tempo dall’eremo di Recanati e che proprio del suo vivere ai margini sa nutrire, però, la spietata profondità del suo sguardo –, così come l’annichilente ironia del poeta, sono assunti nello scritto come prove della sconvolgente e inattualissima attualità di Leopardi, proposto nello spettacolo quale lancinante profeta della nostra contemporaneità. Il contributo si sofferma infine sull’analisi della complessa relazione esistente tra musica e poesia e sul tentativo di creare un ponte tra la cultura tedesca e Leopardi, per il tramite di reagenti estetici come le composizioni di Schubert e Schumann utilizzate quali proiezioni e matrici musicali della scrittura del poeta marchigiano.
2005
Leopardi
5
11
La negatività eversiva del canto leopardiano, intervista a Claudio Longhi / Dibitonto D.; Longhi C.. - STAMPA. - (2005), pp. 5-11.
Dibitonto D.; Longhi C.
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/121034
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact