Il maiale domestico (Sus scrofa domestica), condividendo con gli uccelli e i mammiferi i recettori cellulari per i virus influenzali, svolge un ruolo epidemiologico chiave nell’ecologia del virus dell’influenza di tipo A ed in particolare nell’emergenza di nuovi ceppi, come confermato dall’origine suina del virus pandemico H1N1 del 2009. Il cinghiale (Sus scrofa) è il progenitore selvatico del maiale domestico, con cui condivide sia una stretta affinità genetica sia la suscettibilità verso numerosi agenti patogeni, tra cui i virus influenzali. La sottospecie nominale (Sus scrofa scrofa) è la più comune e diffusa in Eurasia, dove può arrecare gravi danni economici e ambientali. Se da un lato l’epidemiologia delle infezioni da virus influenzali di tipo A ed il relativo impatto economico negli allevamenti suini sono noti, vi sono ancora scarse informazioni sulla dinamica di circolazione del virus nelle popolazioni di cinghiali a vita libera. Nel presente lavoro è stata condotta un’indagine sierologica per valutare l’esposizione a virus influenzali di tipo A di una popolazione di cinghiali a vita libera distribuiti in un'area protetta della Provincia di Bologna. Metodi. Durante i periodi maggio 2002-luglio 2003 e aprile 2010-aprile 2011, sono stati raccolti 741 campioni di sangue prelevati da cinghiali catturati o abbattuti selettivamente nel Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa. In questa area protetta di 4.844 ettari situata nella fascia collinare preappenninica bolognese, dal maggio 2002 è applicato un modello di gestione demografica densità-dipendente basato sulla selezione ed il mantenimento di una popolazione a densità nota strutturata in base ad una piramide di popolazione sesso-età dipendente. In funzione dell’eruzione dentaria, gli animali campionati sono stati suddivisi in tre classi di età: 1a classe, <7 mesi; 2a classe, 7-14 mesi; 3a classe, >14 mesi. Per differenziare le positività sierologiche dovute ad immunità passiva materna (IPM) da quelle indotte da una risposta sierologica attiva (RSA) post-infezione, la 1a classe è stata ulteriormente suddivisa nelle sottoclassi 1a-IPM e 1a-RSA che comprendono rispettivamente i cinghiali di età <5 mesi e quelli di età compresa tra i 5 e i 6 mesi. I sieri in esame sono stati analizzati per la ricerca di anticorpi verso la nucleoproteina del virus dell’influenza di tipo A mediante una tecnica ELISA standard (NP-ELISA) di tipo competitivo. Sono stati considerati positivi i titoli anticorpali ≥8. Per confrontare le sieroprevalenze riscontrate nei due periodi di studio sono stati utilizzati il test chi-quadrato e il test esatto di Fisher. Il livello di significatività (α) è stato fissato a 0,05.
De Marco M.A., Cotti C., Ghetti G., Piredda I., Musto C., Raffini E., et al. (2011). Evidenza sierologica di infezione da virus dell’influenza di tipo A in una popolazione di cinghiali (Sus scrofa scrofa) del Nord Italia. ROMA : ISTISAN Congressi.
Evidenza sierologica di infezione da virus dell’influenza di tipo A in una popolazione di cinghiali (Sus scrofa scrofa) del Nord Italia
DE MARCO, MARIA ALESSANDRA;COTTI, CLAUDIA;GHETTI, GIULIA;Musto C.;DELOGU, MAURO
2011
Abstract
Il maiale domestico (Sus scrofa domestica), condividendo con gli uccelli e i mammiferi i recettori cellulari per i virus influenzali, svolge un ruolo epidemiologico chiave nell’ecologia del virus dell’influenza di tipo A ed in particolare nell’emergenza di nuovi ceppi, come confermato dall’origine suina del virus pandemico H1N1 del 2009. Il cinghiale (Sus scrofa) è il progenitore selvatico del maiale domestico, con cui condivide sia una stretta affinità genetica sia la suscettibilità verso numerosi agenti patogeni, tra cui i virus influenzali. La sottospecie nominale (Sus scrofa scrofa) è la più comune e diffusa in Eurasia, dove può arrecare gravi danni economici e ambientali. Se da un lato l’epidemiologia delle infezioni da virus influenzali di tipo A ed il relativo impatto economico negli allevamenti suini sono noti, vi sono ancora scarse informazioni sulla dinamica di circolazione del virus nelle popolazioni di cinghiali a vita libera. Nel presente lavoro è stata condotta un’indagine sierologica per valutare l’esposizione a virus influenzali di tipo A di una popolazione di cinghiali a vita libera distribuiti in un'area protetta della Provincia di Bologna. Metodi. Durante i periodi maggio 2002-luglio 2003 e aprile 2010-aprile 2011, sono stati raccolti 741 campioni di sangue prelevati da cinghiali catturati o abbattuti selettivamente nel Parco Regionale dei Gessi Bolognesi e Calanchi dell’Abbadessa. In questa area protetta di 4.844 ettari situata nella fascia collinare preappenninica bolognese, dal maggio 2002 è applicato un modello di gestione demografica densità-dipendente basato sulla selezione ed il mantenimento di una popolazione a densità nota strutturata in base ad una piramide di popolazione sesso-età dipendente. In funzione dell’eruzione dentaria, gli animali campionati sono stati suddivisi in tre classi di età: 1a classe, <7 mesi; 2a classe, 7-14 mesi; 3a classe, >14 mesi. Per differenziare le positività sierologiche dovute ad immunità passiva materna (IPM) da quelle indotte da una risposta sierologica attiva (RSA) post-infezione, la 1a classe è stata ulteriormente suddivisa nelle sottoclassi 1a-IPM e 1a-RSA che comprendono rispettivamente i cinghiali di età <5 mesi e quelli di età compresa tra i 5 e i 6 mesi. I sieri in esame sono stati analizzati per la ricerca di anticorpi verso la nucleoproteina del virus dell’influenza di tipo A mediante una tecnica ELISA standard (NP-ELISA) di tipo competitivo. Sono stati considerati positivi i titoli anticorpali ≥8. Per confrontare le sieroprevalenze riscontrate nei due periodi di studio sono stati utilizzati il test chi-quadrato e il test esatto di Fisher. Il livello di significatività (α) è stato fissato a 0,05.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.