Nella società post-fordista, il corso di vita e i correlati assunti di normalità sono soggetti a cambiamenti sociali, le cui caratteristiche peculiari sono la flessibilizzazione e l’individualizzazione (Giddens, 1990; Beck, 1992; Bauman, 2000; 2001; 2002). Gli eventi marcatori classici il lavoro e la famiglia sono sempre più sfumati (Böhnisch, 2003), mentre cresce l’incertezza e l’insicurezza rispetto al futuro. In Europa è in deciso aumento il numero di giovani coppie, fuori e dentro l’istituzione matrimoniale, che posticipano o rifiutano del tutto l’esperienza genitoriale. In tutti i Paesi (anche se a diversi livelli) si sta facendo strada tra le diverse generazioni la consapevolezza che la biografia tradizionale, le disparità di genere e la famiglia nucleare non siano più così scontate nelle forme tradizionalmente date. I giovani devono affrontare il compito critico di costruire una famiglia sebbene né la pratica né il concetto di famiglia siano più così scontati nel corso di vita degli uomini e le donne contemporanei e al tempo stesso confrontarsi non solo con i loro ruoli e impegni futuri di genitori, ma anche con molti altri problemi e compiti, che fanno parte del moderno percorso verso la vita adulta. All'esperienza della genitorialità sembrano invece associarsi i caratteri del non-moderno: il bambino finisce per diventare un ostacolo a quelle che sono le aspirazioni individuali e immediate dei genitori, che devono essere realizzate prima di potersi dedicare completamente a lui (studio, carriera, hobby, associazionismo, amici, esperienze con diversi partner). Risulta così anacronistico analizzare la propensione generativa dei giovani europei solo dal punto di vista strutturale del mercato del lavoro o del sistema di welfare e di cura pubblico (area dei bisogni), ma deve essere investigato anche dal punto di vista della progettualità esistenziale (area degli interessi e dei desideri) dei soggetti, certo dipendenti da quelle che sono le condizioni di contesto, ma di fatto indipendenti per quello che riguarda l’atteggiamento verso la responsabilità e la fatica comportata dalla scelta genitoriale unita a tutti gli altri compiti di sviluppo (simultaneità delle traiettorie di crescita). Da qui il rinnovato interesse comunitario per la ricerca sull’atteggiamento procreativo dei giovani europei in vista di risultati scientificamente validi, che possano rivitalizzazione le politiche di sostegno alla genitorialità giovanile, che spesso si risolvono in un corto circuito tra la volontà, dichiarata, di cercare un’alleanza a livello internazionale, nazionale, locale e individuale tra le diverse arene istituzionali e le disalleanze operative che ne risultano: accade che impegni e politiche comunitarie a sostegno della genitorialità giovanile siano disattese da alcuni Stati membri a causa di logiche economiche (ad esempio privato verso pubblico) e culturali differenti (ad esempio le diverse rappresentazioni della maternità o le diverse modalità di” fare genere”), ma siano poi riprese a livello locale da amministrazioni di diverso colore politico o finiscano per essere osteggiate dai giovani stessi, che le ritengono troppo normative o paternalistiche a fronte di scelte “altre”. L’analisi della genitorialità giovanile impone quindi la riconciliazione di una doppia prospettiva: quella degli attori e quella delle istituzioni e delle politiche connesse. Una delle poche espressioni di questo filone di ricerca è costituita da Esping-Andersen, che nel 2002 ha proposto all’Europa una strategia di investimento sociale centrato sulla natalità. Sulla scia della tesi di Esping-Andersen, ci siamo posti le seguenti domande per colmare i gap conoscitivi e interpretativi, che ancora avvolgono la genitorialità giovanile: • In che modo e quando i giovani adulti si avventurano a progettare la nascita di un figlio e in quale contesto sociale? • In che modo riescono a combinare i doveri familiari con quelli professionali? • In che modo (ri)...
M. Cuconato (2012). La genitorialità al tempo dell'individualizzazione: tra disalleanze concettuali e proposte di alleanza operativa. ROMA : Carocci.
La genitorialità al tempo dell'individualizzazione: tra disalleanze concettuali e proposte di alleanza operativa
CUCONATO, MORENA
2012
Abstract
Nella società post-fordista, il corso di vita e i correlati assunti di normalità sono soggetti a cambiamenti sociali, le cui caratteristiche peculiari sono la flessibilizzazione e l’individualizzazione (Giddens, 1990; Beck, 1992; Bauman, 2000; 2001; 2002). Gli eventi marcatori classici il lavoro e la famiglia sono sempre più sfumati (Böhnisch, 2003), mentre cresce l’incertezza e l’insicurezza rispetto al futuro. In Europa è in deciso aumento il numero di giovani coppie, fuori e dentro l’istituzione matrimoniale, che posticipano o rifiutano del tutto l’esperienza genitoriale. In tutti i Paesi (anche se a diversi livelli) si sta facendo strada tra le diverse generazioni la consapevolezza che la biografia tradizionale, le disparità di genere e la famiglia nucleare non siano più così scontate nelle forme tradizionalmente date. I giovani devono affrontare il compito critico di costruire una famiglia sebbene né la pratica né il concetto di famiglia siano più così scontati nel corso di vita degli uomini e le donne contemporanei e al tempo stesso confrontarsi non solo con i loro ruoli e impegni futuri di genitori, ma anche con molti altri problemi e compiti, che fanno parte del moderno percorso verso la vita adulta. All'esperienza della genitorialità sembrano invece associarsi i caratteri del non-moderno: il bambino finisce per diventare un ostacolo a quelle che sono le aspirazioni individuali e immediate dei genitori, che devono essere realizzate prima di potersi dedicare completamente a lui (studio, carriera, hobby, associazionismo, amici, esperienze con diversi partner). Risulta così anacronistico analizzare la propensione generativa dei giovani europei solo dal punto di vista strutturale del mercato del lavoro o del sistema di welfare e di cura pubblico (area dei bisogni), ma deve essere investigato anche dal punto di vista della progettualità esistenziale (area degli interessi e dei desideri) dei soggetti, certo dipendenti da quelle che sono le condizioni di contesto, ma di fatto indipendenti per quello che riguarda l’atteggiamento verso la responsabilità e la fatica comportata dalla scelta genitoriale unita a tutti gli altri compiti di sviluppo (simultaneità delle traiettorie di crescita). Da qui il rinnovato interesse comunitario per la ricerca sull’atteggiamento procreativo dei giovani europei in vista di risultati scientificamente validi, che possano rivitalizzazione le politiche di sostegno alla genitorialità giovanile, che spesso si risolvono in un corto circuito tra la volontà, dichiarata, di cercare un’alleanza a livello internazionale, nazionale, locale e individuale tra le diverse arene istituzionali e le disalleanze operative che ne risultano: accade che impegni e politiche comunitarie a sostegno della genitorialità giovanile siano disattese da alcuni Stati membri a causa di logiche economiche (ad esempio privato verso pubblico) e culturali differenti (ad esempio le diverse rappresentazioni della maternità o le diverse modalità di” fare genere”), ma siano poi riprese a livello locale da amministrazioni di diverso colore politico o finiscano per essere osteggiate dai giovani stessi, che le ritengono troppo normative o paternalistiche a fronte di scelte “altre”. L’analisi della genitorialità giovanile impone quindi la riconciliazione di una doppia prospettiva: quella degli attori e quella delle istituzioni e delle politiche connesse. Una delle poche espressioni di questo filone di ricerca è costituita da Esping-Andersen, che nel 2002 ha proposto all’Europa una strategia di investimento sociale centrato sulla natalità. Sulla scia della tesi di Esping-Andersen, ci siamo posti le seguenti domande per colmare i gap conoscitivi e interpretativi, che ancora avvolgono la genitorialità giovanile: • In che modo e quando i giovani adulti si avventurano a progettare la nascita di un figlio e in quale contesto sociale? • In che modo riescono a combinare i doveri familiari con quelli professionali? • In che modo (ri)...I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.