L’inserimento di impianti dentari presuppone diverse conoscenze e competenze da parte del professionista, ma in particolare richiede almeno due condizioni irrinunciabili per avere ottime probabilità di successo nell’esecuzione del protocollo implantare. Innanzi tutto, è necessario il rispetto delle strutture anatomiche, come vasi, nervi, fascie, logge e piani muscolari. In secondo luogo, occorre conoscere la struttura dell’osso nel punto in cui sarà posizionato l’impianto. Fino a qualche decennio fa era difficile determinare con precisione il grado di compattezza o di rarefazione del tessuto osseo se non attraverso sofisticati software per l’analisi delle immagini tomografiche, a disposizione soltanto di pochi e qualificati centri. Attualmente, invece, esiste la possibilità di elaborare le immagini TC con software di pianificazione per personal computer. Grazie a questi programmi, il singolo odontoiatra può eseguire approfondite analisi ed elaborare immagini in tutti i piani dello spazio e nelle visioni tridimensionali, in tempi brevi e a bassi costi. L’osso è uno dei tessuti più plastici del corpo. La sua forma e, soprattutto, la sua struttura si modificano in rapporto a numerosissimi parametri quali il carico, l’età, l’attività fisica, il metabolismo ormonale, l’apporto alimentare e i fattori ambientali. Dal punto di vista del carico meccanico, Galileo Galilei già nella seconda metà del 1600 evidenziò una correlazione tra il peso corporeo e le caratteristiche delle dimensioni ossee. Tali osservazioni furono sviluppate negli anni successivi da diversi autori che hanno cercato di correlare eventuali modificazioni di forma/struttura con specifici determinanti. Le evidenze cliniche e sperimentali hanno dimostrato che la componente pressoria è fondamentale per determinare la compattezza del tessuto osseo e che dal punto di vista meccanico le contrazioni muscolari sono le maggiori responsabili dello stimolo pressorio, anche nelle ossa sottoposte a carico. Nella stazione eretta, per esempio sull’articolazione dell’anca, il carico meccanico del peso corporeo viene incrementato dalla contrazione muscolare fino a un fattore 6 volte superiore negli sforzi più intensi. Il limite opposto è stato invece evidenziato durante i voli spaziali, dove in totale assenza di gravità, anche dopo poche decine di giorni, si osserva una consistente diminuzione del tessuto osseo, sia della matrice ossea sia della componente minerale. Tale diminuzione è più evidente a livello dei segmenti ossei degli arti inferiori e dello scheletro del tronco. Queste condizioni sono solo parzialmente reversibili al ritorno sulla terra se il periodo trascorso in assenza di gravità è superiore ai tre mesi. Il meccanismo d’azione che consente il rimodellamento dell’osso in relazione al carico meccanico e al lavoro della componente muscolare non è ancora del tutto chiarito. Le ipotesi attualmente più accreditate riguardano la capacità del tessuto osseo, e in particolare della matrice organica, di generare segnali elettrici sotto carico. In un osso sottoposto a carico meccanico, la parte che subisce l’effetto compressivo diviene carica negativamente e si osserva osteodeposizione, mentre quella sottoposta a trazione si carica positivamente e si osserva riassorbimento osseo. Anche i modelli sperimentali sostengono tale ipotesi, dimostrando come sotto l’applicazione di una corrente elettrica si osserva osteodeposizione al catodo e riassorbimento all’anodo. Questi processi interagiscono con la costante dinamica di rimodellamento del tessuto osseo, nel quale la distruzione e ricostruzione degli osteoni avviene in maniera sistematica e continuativa in tutte le fasi della vita. Nell’implantologia dentaria questi concetti possono essere applicati alla biologia dell’interfaccia osso/impianto e alla sua risposta ai carichi masticatori. D’altra parte, non è possibile predeterminare la densità di tessuto osseo nelle diverse regioni ossee senza analisi strum...

SEZIONE A: TEORIA E BASI RAZIONALI ANATOMIA DEL CRANIO / Mazzotti G.; Ruggeri A.. - STAMPA. - (2009), pp. 2-28.

SEZIONE A: TEORIA E BASI RAZIONALI ANATOMIA DEL CRANIO

MAZZOTTI, GIOVANNI;RUGGERI, ALESSANDRA
2009

Abstract

L’inserimento di impianti dentari presuppone diverse conoscenze e competenze da parte del professionista, ma in particolare richiede almeno due condizioni irrinunciabili per avere ottime probabilità di successo nell’esecuzione del protocollo implantare. Innanzi tutto, è necessario il rispetto delle strutture anatomiche, come vasi, nervi, fascie, logge e piani muscolari. In secondo luogo, occorre conoscere la struttura dell’osso nel punto in cui sarà posizionato l’impianto. Fino a qualche decennio fa era difficile determinare con precisione il grado di compattezza o di rarefazione del tessuto osseo se non attraverso sofisticati software per l’analisi delle immagini tomografiche, a disposizione soltanto di pochi e qualificati centri. Attualmente, invece, esiste la possibilità di elaborare le immagini TC con software di pianificazione per personal computer. Grazie a questi programmi, il singolo odontoiatra può eseguire approfondite analisi ed elaborare immagini in tutti i piani dello spazio e nelle visioni tridimensionali, in tempi brevi e a bassi costi. L’osso è uno dei tessuti più plastici del corpo. La sua forma e, soprattutto, la sua struttura si modificano in rapporto a numerosissimi parametri quali il carico, l’età, l’attività fisica, il metabolismo ormonale, l’apporto alimentare e i fattori ambientali. Dal punto di vista del carico meccanico, Galileo Galilei già nella seconda metà del 1600 evidenziò una correlazione tra il peso corporeo e le caratteristiche delle dimensioni ossee. Tali osservazioni furono sviluppate negli anni successivi da diversi autori che hanno cercato di correlare eventuali modificazioni di forma/struttura con specifici determinanti. Le evidenze cliniche e sperimentali hanno dimostrato che la componente pressoria è fondamentale per determinare la compattezza del tessuto osseo e che dal punto di vista meccanico le contrazioni muscolari sono le maggiori responsabili dello stimolo pressorio, anche nelle ossa sottoposte a carico. Nella stazione eretta, per esempio sull’articolazione dell’anca, il carico meccanico del peso corporeo viene incrementato dalla contrazione muscolare fino a un fattore 6 volte superiore negli sforzi più intensi. Il limite opposto è stato invece evidenziato durante i voli spaziali, dove in totale assenza di gravità, anche dopo poche decine di giorni, si osserva una consistente diminuzione del tessuto osseo, sia della matrice ossea sia della componente minerale. Tale diminuzione è più evidente a livello dei segmenti ossei degli arti inferiori e dello scheletro del tronco. Queste condizioni sono solo parzialmente reversibili al ritorno sulla terra se il periodo trascorso in assenza di gravità è superiore ai tre mesi. Il meccanismo d’azione che consente il rimodellamento dell’osso in relazione al carico meccanico e al lavoro della componente muscolare non è ancora del tutto chiarito. Le ipotesi attualmente più accreditate riguardano la capacità del tessuto osseo, e in particolare della matrice organica, di generare segnali elettrici sotto carico. In un osso sottoposto a carico meccanico, la parte che subisce l’effetto compressivo diviene carica negativamente e si osserva osteodeposizione, mentre quella sottoposta a trazione si carica positivamente e si osserva riassorbimento osseo. Anche i modelli sperimentali sostengono tale ipotesi, dimostrando come sotto l’applicazione di una corrente elettrica si osserva osteodeposizione al catodo e riassorbimento all’anodo. Questi processi interagiscono con la costante dinamica di rimodellamento del tessuto osseo, nel quale la distruzione e ricostruzione degli osteoni avviene in maniera sistematica e continuativa in tutte le fasi della vita. Nell’implantologia dentaria questi concetti possono essere applicati alla biologia dell’interfaccia osso/impianto e alla sua risposta ai carichi masticatori. D’altra parte, non è possibile predeterminare la densità di tessuto osseo nelle diverse regioni ossee senza analisi strum...
2009
Superamento degli ostacoli anatomici in chirurgia implantare. Implantologia computer-guidata innesti ossei.
2
28
SEZIONE A: TEORIA E BASI RAZIONALI ANATOMIA DEL CRANIO / Mazzotti G.; Ruggeri A.. - STAMPA. - (2009), pp. 2-28.
Mazzotti G.; Ruggeri A.
File in questo prodotto:
Eventuali allegati, non sono esposti

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/120762
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact