Il presente articolo illustra i metodi progettuali per gli interventi sulle superfici e sugli elementi di facciata dettando, per ogni intervento, norme specifiche, criteri, metodologie, indirizzi e colori da utilizzare. Il colore rappresenta un elemento storico, fondamentale, caratterizzante e di grande significato e valore estetico per l’immagine dei centri storici, dunque è da tutelare, salvaguardare e conservare. Il modello originale che presento è basato su un sistema digitale che scheda i fronti urbani, analizzando sia i materiali sia il contesto critico-conoscitivo in cui questi sono stati utilizzati e suggerisce tecnicamente come procedere progettualmente a seconda delle finiture presenti (scialbature, patinature, velature, ecc). Tale modello permette di catalogare tutti gli elementi tecnologici e morfologici di facciata consentendo il raccordo operativo tra gli elaborati prescrittivi e le norme specifiche sul colore di facciata. Le diverse tecniche di finitura delle facciate hanno reso necessaria una classificazione tipologica dei fronti e questo allo scopo di indicare per ciascuna classe e tipologia quali siano le più opportune norme prescrittive sia quali siano le raccomandazione necessarie al restauro delle finiture stesse, degli apparati decorativi e pittorici, degli intonaci e dei colori. Le diverse classi attribuite alle facciate sono indicate esplicitamente nelle tavole di piano che contengono le prescrizioni da rispettare che sono codificate, univoche e riproducibili, e questo è un aspetto originale della ricerca. La norma sul colore non è più aleatoria ma standardizzata a situazioni concrete. La scheda digitale, compilata per ciascuna facciata, è inoltre comprensiva del rilievo metrico, del rilievo critico-descrittivo e del rilievo cromatico¬. Inoltre il rilievo fotografico e/o fotogrammetrico risultano essere finalizzati alla regolamentazione degli interventi in relazione alla composizione dei prospetti ed alle tecniche di conservazione. Lo scopo è garantire la migliore conservazione possibile dei modelli costruttivi tradizionali ed il passaggio dei manufatti nel tempo, in armonia con la necessaria evoluzione delle metodologie e tecniche d'intervento e di restauro sul colore nei centri storici e delle tecnologie di consolidamento cromatico. Nasce così uno strumento operativo digitale originale in grado di garantire la riqualificazione dell’immagine urbana basata sull’integrazione tra emergenze storico-artistiche ed edilizia seriale. Il sistema è stato testato su due realtà dell’Emilia Romagna, nel centro storico di Meldola e nel centro storico di Morciano di Romagna ed è diventato normativa vigente.
Una normativa a “colori” per i Centri Storici. Uno strumento operativo digitale per la riqualificazione dell’immagine urbana.
BARTOLOMEI, CRISTIANA
2012
Abstract
Il presente articolo illustra i metodi progettuali per gli interventi sulle superfici e sugli elementi di facciata dettando, per ogni intervento, norme specifiche, criteri, metodologie, indirizzi e colori da utilizzare. Il colore rappresenta un elemento storico, fondamentale, caratterizzante e di grande significato e valore estetico per l’immagine dei centri storici, dunque è da tutelare, salvaguardare e conservare. Il modello originale che presento è basato su un sistema digitale che scheda i fronti urbani, analizzando sia i materiali sia il contesto critico-conoscitivo in cui questi sono stati utilizzati e suggerisce tecnicamente come procedere progettualmente a seconda delle finiture presenti (scialbature, patinature, velature, ecc). Tale modello permette di catalogare tutti gli elementi tecnologici e morfologici di facciata consentendo il raccordo operativo tra gli elaborati prescrittivi e le norme specifiche sul colore di facciata. Le diverse tecniche di finitura delle facciate hanno reso necessaria una classificazione tipologica dei fronti e questo allo scopo di indicare per ciascuna classe e tipologia quali siano le più opportune norme prescrittive sia quali siano le raccomandazione necessarie al restauro delle finiture stesse, degli apparati decorativi e pittorici, degli intonaci e dei colori. Le diverse classi attribuite alle facciate sono indicate esplicitamente nelle tavole di piano che contengono le prescrizioni da rispettare che sono codificate, univoche e riproducibili, e questo è un aspetto originale della ricerca. La norma sul colore non è più aleatoria ma standardizzata a situazioni concrete. La scheda digitale, compilata per ciascuna facciata, è inoltre comprensiva del rilievo metrico, del rilievo critico-descrittivo e del rilievo cromatico¬. Inoltre il rilievo fotografico e/o fotogrammetrico risultano essere finalizzati alla regolamentazione degli interventi in relazione alla composizione dei prospetti ed alle tecniche di conservazione. Lo scopo è garantire la migliore conservazione possibile dei modelli costruttivi tradizionali ed il passaggio dei manufatti nel tempo, in armonia con la necessaria evoluzione delle metodologie e tecniche d'intervento e di restauro sul colore nei centri storici e delle tecnologie di consolidamento cromatico. Nasce così uno strumento operativo digitale originale in grado di garantire la riqualificazione dell’immagine urbana basata sull’integrazione tra emergenze storico-artistiche ed edilizia seriale. Il sistema è stato testato su due realtà dell’Emilia Romagna, nel centro storico di Meldola e nel centro storico di Morciano di Romagna ed è diventato normativa vigente.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.