Il contributo ha avuto origine dell’analisi della presenza di Gino Corallo sulle pagine di “Orientamenti Pedagogici” fin dall’anno della sua fondazione. Le annate della rivista prese in esame sono relative al periodo in cui la direzione appartenne a Don Pietro Braido, dal 1954, anno della fondazione, alla fine del 1974, prima della nuova direzione affidata a Bruno Bellerate. L’effettiva consistenza della collaborazione di Corallo alla rivista, nei suoi primi anni, è in realtà molto limitata, sebbene il suo nome appaia sempre fra i collaboratori di essa. Si tratta di fatto di due articoli nel primo anno, di uno nel secondo anno, e di diverse recensioni. La pedagogia di Corallo risulta complessivamente “estranea” alla linea pedagogica emergente nella rivista del PAS, che non casualmente, già nel 1957, ha sottotitolato il nome del bimestrale con la dizione “Rivista internazionale di Scienze dell’Educazione”. La linea editoriale della rivista salesiana operava così facendo una precisa scelta epistemologica, seguendo la riconoscibile ispirazione della pedagogia cattolica belga, generatasi all’interno della Università Cattolica di Lovanio in ben altre temperie culturali e scientifiche rispetto all’Università Cattolica di Milano, e all’insieme della cultura accademica italiana del secondo dopoguerra. Le figure di riferimento scientifico e culturale di “Orientamenti pedagogici” sono chiaramente identificabili in Raymond Buyse e in Jean Nuttin, interessanti e autorevoli studiosi dei processi educativi, formatisi alla scuola di Decroly e di Binet, e che hanno dato vita ad uno sviluppo del pensiero pedagogico direttamente antagonista/concorrente all’attivismo d’origine positivista nell’area francofona. La formazione degli studiosi della Cattolica di Milano aveva invece risentito di un diverso clima intellettuale, dominato dalla presenza del neoidealismo italiano e dalla impostazione neotomista di Francesco Olgiati e di Agostino Gemelli, più attenti pertanto all’area germanofona della produzione filosofica e scientifica europea. Clima intellettuale, quest’ultimo, maggiormente condiviso da Gino Corallo, la cui formazione pedagogica, sia per ragioni anagrafiche, sia per ragioni legate alla divisione d’area operate all’interno del gruppo salesiano, risulta diversa da quella del gruppo redazionale della rivista, costituitosi attorno alle figure di Pietro Braido e Luigi Calonghi. Questa diversità/estraneità di Corallo rispetto al gruppo pedagogico alla guida della rivista salesiana è ulteriormente messa in rapporto con il processo di formazione dell’ambiente accademico pedagogico italiano nel secondo dopoguerra. Negli anni Settanta/Ottanta, si è venuta a costituire l’attuale egemonia del paradigma delle “scienze dell’educazione”, poco incline al riconoscimento di questioni filosofiche altre rispetto alla pura metodologia della ricerca scientifica positiva. La sistemazione accademica di questo impianto è divenuta osservabile solo a partire dagli anni Novanta (con la Tab. XV rinnovata). Ci sono quindi comprensibili ragioni, sia nel periodo Cinquanta/Settanta, sia nel ventennio successivo, per una marginalizzazione della proposta scientifica e filosofica di Gino Corallo, di un sapere pedagogico saldo nei suoi presupposti teoretico-epistemologici. Queste ragioni spiegano anche la sua limitatissima collaborazione alla Rivista del PAS.

Gino Corallo e "Orientamenti Pedagogici" / CAPUTO M.. - STAMPA. - (2012), pp. 175-194.

Gino Corallo e "Orientamenti Pedagogici"

CAPUTO, MICHELE
2012

Abstract

Il contributo ha avuto origine dell’analisi della presenza di Gino Corallo sulle pagine di “Orientamenti Pedagogici” fin dall’anno della sua fondazione. Le annate della rivista prese in esame sono relative al periodo in cui la direzione appartenne a Don Pietro Braido, dal 1954, anno della fondazione, alla fine del 1974, prima della nuova direzione affidata a Bruno Bellerate. L’effettiva consistenza della collaborazione di Corallo alla rivista, nei suoi primi anni, è in realtà molto limitata, sebbene il suo nome appaia sempre fra i collaboratori di essa. Si tratta di fatto di due articoli nel primo anno, di uno nel secondo anno, e di diverse recensioni. La pedagogia di Corallo risulta complessivamente “estranea” alla linea pedagogica emergente nella rivista del PAS, che non casualmente, già nel 1957, ha sottotitolato il nome del bimestrale con la dizione “Rivista internazionale di Scienze dell’Educazione”. La linea editoriale della rivista salesiana operava così facendo una precisa scelta epistemologica, seguendo la riconoscibile ispirazione della pedagogia cattolica belga, generatasi all’interno della Università Cattolica di Lovanio in ben altre temperie culturali e scientifiche rispetto all’Università Cattolica di Milano, e all’insieme della cultura accademica italiana del secondo dopoguerra. Le figure di riferimento scientifico e culturale di “Orientamenti pedagogici” sono chiaramente identificabili in Raymond Buyse e in Jean Nuttin, interessanti e autorevoli studiosi dei processi educativi, formatisi alla scuola di Decroly e di Binet, e che hanno dato vita ad uno sviluppo del pensiero pedagogico direttamente antagonista/concorrente all’attivismo d’origine positivista nell’area francofona. La formazione degli studiosi della Cattolica di Milano aveva invece risentito di un diverso clima intellettuale, dominato dalla presenza del neoidealismo italiano e dalla impostazione neotomista di Francesco Olgiati e di Agostino Gemelli, più attenti pertanto all’area germanofona della produzione filosofica e scientifica europea. Clima intellettuale, quest’ultimo, maggiormente condiviso da Gino Corallo, la cui formazione pedagogica, sia per ragioni anagrafiche, sia per ragioni legate alla divisione d’area operate all’interno del gruppo salesiano, risulta diversa da quella del gruppo redazionale della rivista, costituitosi attorno alle figure di Pietro Braido e Luigi Calonghi. Questa diversità/estraneità di Corallo rispetto al gruppo pedagogico alla guida della rivista salesiana è ulteriormente messa in rapporto con il processo di formazione dell’ambiente accademico pedagogico italiano nel secondo dopoguerra. Negli anni Settanta/Ottanta, si è venuta a costituire l’attuale egemonia del paradigma delle “scienze dell’educazione”, poco incline al riconoscimento di questioni filosofiche altre rispetto alla pura metodologia della ricerca scientifica positiva. La sistemazione accademica di questo impianto è divenuta osservabile solo a partire dagli anni Novanta (con la Tab. XV rinnovata). Ci sono quindi comprensibili ragioni, sia nel periodo Cinquanta/Settanta, sia nel ventennio successivo, per una marginalizzazione della proposta scientifica e filosofica di Gino Corallo, di un sapere pedagogico saldo nei suoi presupposti teoretico-epistemologici. Queste ragioni spiegano anche la sua limitatissima collaborazione alla Rivista del PAS.
2012
La pedagogia della libertà. La lezione di Gino Corallo
175
194
Gino Corallo e "Orientamenti Pedagogici" / CAPUTO M.. - STAMPA. - (2012), pp. 175-194.
CAPUTO M.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/120541
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