Proponendo come oggetto di studio il problema se unum sit hoc quod maria terrasque et mari ac terris inserta complectitur, Seneca invita ad interrogarsi sulla forma dell’ecumene, e sulla natura del mare e delle terre, nonché appunto di quelle acque interne che danno vita ai continenti, e non si riferisce - come sostenuto di recente - alla tripartizione aristotelica dello studio dell’universo in cose del cielo, dell’aria, della terra. In particolare la problematica espressione maria an terrae inserta non andrà intesa come «‘the things connected to earth and water’, i.e. sublimia in the sublunary region of the four elements», ma riferita alle acque comprese all’interno delle terre e viceversa. In questa descrizione in schizzo dell’orbe, Seneca sembra riprendere le teorie posidoniane relative alla natura dell’ecumene, e soprattutto indicare come necessario lo studio della fisica e della meteorologia, accanto a quello dell'etica. Possiamo dunque riconoscere in questo testo le tracce dell'impulso che lo porterà a dedicarsi allo studio della scienza e alla scrittura delle Naturales quaestiones.
F. Citti (2012). L’opzione della scienza. A proposito di Seneca, De otio 4.2. FIRENZE : Olschki.
L’opzione della scienza. A proposito di Seneca, De otio 4.2
CITTI, FRANCESCO
2012
Abstract
Proponendo come oggetto di studio il problema se unum sit hoc quod maria terrasque et mari ac terris inserta complectitur, Seneca invita ad interrogarsi sulla forma dell’ecumene, e sulla natura del mare e delle terre, nonché appunto di quelle acque interne che danno vita ai continenti, e non si riferisce - come sostenuto di recente - alla tripartizione aristotelica dello studio dell’universo in cose del cielo, dell’aria, della terra. In particolare la problematica espressione maria an terrae inserta non andrà intesa come «‘the things connected to earth and water’, i.e. sublimia in the sublunary region of the four elements», ma riferita alle acque comprese all’interno delle terre e viceversa. In questa descrizione in schizzo dell’orbe, Seneca sembra riprendere le teorie posidoniane relative alla natura dell’ecumene, e soprattutto indicare come necessario lo studio della fisica e della meteorologia, accanto a quello dell'etica. Possiamo dunque riconoscere in questo testo le tracce dell'impulso che lo porterà a dedicarsi allo studio della scienza e alla scrittura delle Naturales quaestiones.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.