Le matrici culturali che generano il movimento del Sessantotto e innestano le culture giovanili. La critica diffusa delle società di massa utilizza i suoi stessi canali, partendo dal basso e senza far ricorso a mediatori istituzionali come i partiti. Le genesi del movimento sono lontane, fra le tante, la letteratura marginale statunitense degli anni Cinquanta. Si ricorda che la stessa nascita del termine beat generation è del 1948 e appare per la prima volta su un articolo del “New York Times Magazine” del 1952. La ricerca delle matrici del pensiero legato al movimento del Sessantotto va senz’altro oltre, basti pensare all’influenza che soprattutto in Francia (poi anche in Italia) ebbero studiosi e pensatori quali Michel Foucault, la cui Storia della follia apparsa nel 1962 è un’autentica demolizione, in quanto funzione e credibilità, delle istituzioni totali e, a seguire, la conciliazione delle scienze sociali con il marxismo proposta da Louis Althusser. La riflessione sulle istituzioni totali, affrontata da Foucault, è legata, sin dal 1960, anche ai lavori dello psicanalista Bruno Bettelheim che giudica come istituzioni totali le organizzazioni sociali che continuano a mantenere chiuse e bloccate le società.
M. Dondi (2013). Prefazione. Il Sessantotto visto da chi è nato dopo. MILANO : Le Monnier - Mondadori education.
Prefazione. Il Sessantotto visto da chi è nato dopo
DONDI, MIRCO
2013
Abstract
Le matrici culturali che generano il movimento del Sessantotto e innestano le culture giovanili. La critica diffusa delle società di massa utilizza i suoi stessi canali, partendo dal basso e senza far ricorso a mediatori istituzionali come i partiti. Le genesi del movimento sono lontane, fra le tante, la letteratura marginale statunitense degli anni Cinquanta. Si ricorda che la stessa nascita del termine beat generation è del 1948 e appare per la prima volta su un articolo del “New York Times Magazine” del 1952. La ricerca delle matrici del pensiero legato al movimento del Sessantotto va senz’altro oltre, basti pensare all’influenza che soprattutto in Francia (poi anche in Italia) ebbero studiosi e pensatori quali Michel Foucault, la cui Storia della follia apparsa nel 1962 è un’autentica demolizione, in quanto funzione e credibilità, delle istituzioni totali e, a seguire, la conciliazione delle scienze sociali con il marxismo proposta da Louis Althusser. La riflessione sulle istituzioni totali, affrontata da Foucault, è legata, sin dal 1960, anche ai lavori dello psicanalista Bruno Bettelheim che giudica come istituzioni totali le organizzazioni sociali che continuano a mantenere chiuse e bloccate le società.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.


