Il saggio tenta di render conto di come al principio degli anni Ottanta del XIX secolo Eleonora Duse sia venuta definendo la sua grammatica attoriale di interprete "moderna", imponendosi come figura di primo piano sulla scena nazionale, a partire dalla messa a punto di un metodo "dialogico" di rapporto con il personaggio e dalla rielaborazione in chiave "colta" di alcuni stilemi recitativi bassi o popolari dei comici di giro di tradizione ottocentesca. A questo scopo si è eletto a campo di osservazione privilegiato, il debutto della Duse a Venezia, all'Arena Goldoni, nel 1881, nel ruolo della Principessa di Bagdad dell'omonima pièce di Alexandre Dumas fils. Attraverso uno studio comparativo della ricezione del dramma dumasiano a Parigi e in Italia, poggiato su cronache giornalistiche e corrispondenze private, volto ad evidenziare le logiche di scambio internazionale centrate su Parigi che governano il sistema teatrale europeo alla fine dell'Ottocento, lo studio rivela come la Duse, giocando sulle proprie peculiarità fisiche e su di una drammaturgia esile e discontinua, sappia trasformare la sapiente ricerca di effetti, da scaltra e consumata teatrante di mestiere, in una raffinata trasposizione scenica delle nevrosi moderne e al contempo venga fondando una sua peculiare modalità di approccio al personaggio, basata su di una sorta di dialogo con la figura di volta in volta chiamata da incarnare. Sullo sfondo l'effervescente mondo delle riviste teatrali a cavallo tra i due secoli, l'imporsi, nei rutilanti anni della fin de Siècle, delle prime strategie moderne di autopromozione pubblicitaria su mezzi di comunicazione di massa, il dibattito teatrale "alto" di fine Ottocento, il vario articolarsi delle compagnie di giro di quello stesso torno d'anni in un delicato rabesco di più o meno segreti commerci tra attori.
Da Parigi a Venezia: «La Principessa di Bagdad» / C. Longhi. - STAMPA. - (2009), pp. 215-228.
Da Parigi a Venezia: «La Principessa di Bagdad»
LONGHI, CLAUDIO
2009
Abstract
Il saggio tenta di render conto di come al principio degli anni Ottanta del XIX secolo Eleonora Duse sia venuta definendo la sua grammatica attoriale di interprete "moderna", imponendosi come figura di primo piano sulla scena nazionale, a partire dalla messa a punto di un metodo "dialogico" di rapporto con il personaggio e dalla rielaborazione in chiave "colta" di alcuni stilemi recitativi bassi o popolari dei comici di giro di tradizione ottocentesca. A questo scopo si è eletto a campo di osservazione privilegiato, il debutto della Duse a Venezia, all'Arena Goldoni, nel 1881, nel ruolo della Principessa di Bagdad dell'omonima pièce di Alexandre Dumas fils. Attraverso uno studio comparativo della ricezione del dramma dumasiano a Parigi e in Italia, poggiato su cronache giornalistiche e corrispondenze private, volto ad evidenziare le logiche di scambio internazionale centrate su Parigi che governano il sistema teatrale europeo alla fine dell'Ottocento, lo studio rivela come la Duse, giocando sulle proprie peculiarità fisiche e su di una drammaturgia esile e discontinua, sappia trasformare la sapiente ricerca di effetti, da scaltra e consumata teatrante di mestiere, in una raffinata trasposizione scenica delle nevrosi moderne e al contempo venga fondando una sua peculiare modalità di approccio al personaggio, basata su di una sorta di dialogo con la figura di volta in volta chiamata da incarnare. Sullo sfondo l'effervescente mondo delle riviste teatrali a cavallo tra i due secoli, l'imporsi, nei rutilanti anni della fin de Siècle, delle prime strategie moderne di autopromozione pubblicitaria su mezzi di comunicazione di massa, il dibattito teatrale "alto" di fine Ottocento, il vario articolarsi delle compagnie di giro di quello stesso torno d'anni in un delicato rabesco di più o meno segreti commerci tra attori.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.