IL CANTIERE: i ponteggi sono stati allestiti dopo apposito studio per garantire la sicurezza degli operatori ancorandosi con tubi innocenti ai pilastri del Tempio senza praticare fori al paramento; all’interno sono state allestite doppie reti di sicurezza fissate all’imposta delle capriate. MANTO DI COPERTURA (2011) : La copertura del Tempio malatestiano viene colpita nel febbraio 1944 e solo parte delle capriate sopravvivono al bombardamento. La ricostruzione del tetto viene avviata nel 1947 con la posa in opera di una nuova orditura secondaria in legno, un sottomanto di “spaccatelle (laterizi dello spessore di cm 1,5), tegole e coppi. Dal dopoguerra ad oggi la copertura era stata oggetto di puntuali interventi di manutenzione mentre dal 2005 si iniziano a registrare diffuse infiltrazioni. Dopo un cauto smontaggio e cernita del manto, verifica statica delle sezioni e calcolo della trasmittanza del pacchetto di copertura, si è conservata e puntualmente reintegrata la rasatura esistente con una malta a base di leganti idraulici (massa volumetrica 950 kg/mc) a cui è seguita la posa di uno strato impermeabile ad alta traspirabilità. Il manto di coppi ed embrici esistenti è stato reintegrato con elementi in laterizio appositamente foggiati. E’ stato inoltre montata la linea vita e revisionato ed integrato il sistema di smaltimento delle acque meteoriche. GLI INTONACI (2012). Il ripetersi di cadute di intonaco posto al di sopra della cornice che corona l’interno della chiesa, (parte non interessata dai lavori giubilari), ne ha reso necessario il restauro una volta terminati i lavori al coperto. Sono state eseguite indagini petrografiche per verificare la natura dell’intonaco ed i processi degenerativi. Trattandosi di intonaco in malta bastarda ed in parte in malta di calce idraulica naturale si è provveduto a trattamenti coesivi con innovative iniezioni di nano particelle di silice in acqua, al fissaggio delle parti staccate con iniezioni di malte addittivate ed infine alla demolizione e ricostruzione di quelle parti ammalorate con malte di calce idraulica naturale. A seguire la superficie verrà ritinteggiata in parte ed in parte velata con prodotti a calce. Dopo il terremoto del 1916 la parte alta del campanile viene cerchiata con putrelle di ferro e nel 1981 il MIBAC ricuce le murature con chiodature inclinatie ed con tiranti orizzontali in accaio preteso ancorati con piastre alla murature. IL CAMPANILE (2011-2012) I lavori di restauro sono iniziati ha seguito della caduta di materiale, dovuta alle lesioni lungo le paraste del campanile e alla disgregazione dei laterizi a causa dell'ossidazione degli elementi metallici posti in opera negli anni ‘80. Si sono pertanto sigillate e microcucite le piccole lesioni. Una volta messe a nudo le piastre dei tiranti, queste sono state sabbiate con microsabbiatrice, trattate con zincante epossidico e, a seguire, una mano di smalto acril poliuretanico. Si è quindi ricostruito il paramento con mattoni di recupero legati con malta di calce idraulica naturale caricata con coccio pesto, avendo cura di ammorsare le nuove porzioni di paramento alle mura del campanile. Dopo accurate indagini petrografiche sono state pulite, consolidate e protette da un restauratore le parti in pietra (colonne e cornici). Vista la natura del materiale l'intera superficie è stata trattata con prodotti idrorepellenti traspiranti a base di alchil alcossi silani.

Rimini. Tempio Malatestiano. Lavori di manutenzione del tetto, di restauro degli intonaci interni e dei paramenti del campanile. Committente: Diocesi di Rimini

UGOLINI, ANDREA;
2011

Abstract

IL CANTIERE: i ponteggi sono stati allestiti dopo apposito studio per garantire la sicurezza degli operatori ancorandosi con tubi innocenti ai pilastri del Tempio senza praticare fori al paramento; all’interno sono state allestite doppie reti di sicurezza fissate all’imposta delle capriate. MANTO DI COPERTURA (2011) : La copertura del Tempio malatestiano viene colpita nel febbraio 1944 e solo parte delle capriate sopravvivono al bombardamento. La ricostruzione del tetto viene avviata nel 1947 con la posa in opera di una nuova orditura secondaria in legno, un sottomanto di “spaccatelle (laterizi dello spessore di cm 1,5), tegole e coppi. Dal dopoguerra ad oggi la copertura era stata oggetto di puntuali interventi di manutenzione mentre dal 2005 si iniziano a registrare diffuse infiltrazioni. Dopo un cauto smontaggio e cernita del manto, verifica statica delle sezioni e calcolo della trasmittanza del pacchetto di copertura, si è conservata e puntualmente reintegrata la rasatura esistente con una malta a base di leganti idraulici (massa volumetrica 950 kg/mc) a cui è seguita la posa di uno strato impermeabile ad alta traspirabilità. Il manto di coppi ed embrici esistenti è stato reintegrato con elementi in laterizio appositamente foggiati. E’ stato inoltre montata la linea vita e revisionato ed integrato il sistema di smaltimento delle acque meteoriche. GLI INTONACI (2012). Il ripetersi di cadute di intonaco posto al di sopra della cornice che corona l’interno della chiesa, (parte non interessata dai lavori giubilari), ne ha reso necessario il restauro una volta terminati i lavori al coperto. Sono state eseguite indagini petrografiche per verificare la natura dell’intonaco ed i processi degenerativi. Trattandosi di intonaco in malta bastarda ed in parte in malta di calce idraulica naturale si è provveduto a trattamenti coesivi con innovative iniezioni di nano particelle di silice in acqua, al fissaggio delle parti staccate con iniezioni di malte addittivate ed infine alla demolizione e ricostruzione di quelle parti ammalorate con malte di calce idraulica naturale. A seguire la superficie verrà ritinteggiata in parte ed in parte velata con prodotti a calce. Dopo il terremoto del 1916 la parte alta del campanile viene cerchiata con putrelle di ferro e nel 1981 il MIBAC ricuce le murature con chiodature inclinatie ed con tiranti orizzontali in accaio preteso ancorati con piastre alla murature. IL CAMPANILE (2011-2012) I lavori di restauro sono iniziati ha seguito della caduta di materiale, dovuta alle lesioni lungo le paraste del campanile e alla disgregazione dei laterizi a causa dell'ossidazione degli elementi metallici posti in opera negli anni ‘80. Si sono pertanto sigillate e microcucite le piccole lesioni. Una volta messe a nudo le piastre dei tiranti, queste sono state sabbiate con microsabbiatrice, trattate con zincante epossidico e, a seguire, una mano di smalto acril poliuretanico. Si è quindi ricostruito il paramento con mattoni di recupero legati con malta di calce idraulica naturale caricata con coccio pesto, avendo cura di ammorsare le nuove porzioni di paramento alle mura del campanile. Dopo accurate indagini petrografiche sono state pulite, consolidate e protette da un restauratore le parti in pietra (colonne e cornici). Vista la natura del materiale l'intera superficie è stata trattata con prodotti idrorepellenti traspiranti a base di alchil alcossi silani.
2011
A.Ugolini; M.Farneti
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11585/120035
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