Nel §1 esamino il significato della coppia disgiuntiva ‘vero o falso’ sia applicata al singolo enunciato sia applicata alla coppia di enunciati contraddittori. Nel primo caso la coppia disgiuntiva ha valore disgiuntivo: ogni enunciato dichiarativo è vero o falso (Principio di Bivalenza); nel secondo caso invece ha valore distributivo: ogni affermazione e negazione opposte sono l’una vera l’altra falsa (Regola delle Coppie Contraddittorie). Nel §2 esamino il significato che la coppia congiuntiva ‘vero e falso’ assume alla fine di Categorie 5, cioè quello di ora vero ora falso, in relazione al problema della variazione diacronica dei valori di verità degli enunciati e delle credenze, e del mero cambiamento à la Cambridge cui sono soggetti rispetto al cambiamento reale cui è soggetta la sostanza. Nel §3, infine, esamino un passo di Categorie 12 in cui Aristotele enuncia sia i principi di discesa e ascesa semantiche (da essere vero a essere e da essere a essere vero), sia il principio di priorità causale di essere o non essere rispetto a essere vero o falso. La tesi che intendo sostenere è che vero e falso nelle Categorie, e in generale nel pensiero aristotelico, sono da considerarsi non proprietà ontiche o reali, ma proprietà logiche genuine degli enunciati e delle credenze che essi esprimono.
W. Cavini (2011). Vero e falso nelle Categorie. AMSTERDAM : Adolf M. Hakkert.
Vero e falso nelle Categorie
CAVINI, WALTER
2011
Abstract
Nel §1 esamino il significato della coppia disgiuntiva ‘vero o falso’ sia applicata al singolo enunciato sia applicata alla coppia di enunciati contraddittori. Nel primo caso la coppia disgiuntiva ha valore disgiuntivo: ogni enunciato dichiarativo è vero o falso (Principio di Bivalenza); nel secondo caso invece ha valore distributivo: ogni affermazione e negazione opposte sono l’una vera l’altra falsa (Regola delle Coppie Contraddittorie). Nel §2 esamino il significato che la coppia congiuntiva ‘vero e falso’ assume alla fine di Categorie 5, cioè quello di ora vero ora falso, in relazione al problema della variazione diacronica dei valori di verità degli enunciati e delle credenze, e del mero cambiamento à la Cambridge cui sono soggetti rispetto al cambiamento reale cui è soggetta la sostanza. Nel §3, infine, esamino un passo di Categorie 12 in cui Aristotele enuncia sia i principi di discesa e ascesa semantiche (da essere vero a essere e da essere a essere vero), sia il principio di priorità causale di essere o non essere rispetto a essere vero o falso. La tesi che intendo sostenere è che vero e falso nelle Categorie, e in generale nel pensiero aristotelico, sono da considerarsi non proprietà ontiche o reali, ma proprietà logiche genuine degli enunciati e delle credenze che essi esprimono.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.