Il processo d’estrazione a freddo dell’olio d’oliva con la tecnologia a tre fasi comporta la produzione e il trattamento di notevoli quantità di acque di vegetazione e minori quantità di panelli d’estrazione in fase solida. Recentemente, con l’introduzione del sistema d’estrazione “ a due fasi” la quantità di acque di vegetazione è stata drasticamente ridotta poiché oltre all’olio si ottiene un solo sottoprodotto in fase semisolida, la “polpa di olive”. La polpa è caratterizzata da elevate quantità di polisaccaridi che, dopo opportuni trattamenti, possono costituire un substrato ottimale per la produzione di energia: etanolo, idrogeno e metano (biogas). Scopo della presente ricerca, inserita all’interno del progetto europeo BIOTROLL iniziato nel gennaio 2003, è quello della 1) caratterizzazione chimico-fisica delle polpe di olive provenienti dal trattamento biologico per la produzione di i) etanolo e ii) idrogeno e iii) metano e 2) la verifica del possibile utilizzo degli effluenti finali come fertilizzanti. I risultati preliminari ottenuti mostrano che gli effluenti analizzati (polpa di olive tal quale - OP, effluente dalla produzione di idrogeno - EH2 e da metano - ECH4) contengono: i) il 28,4 % (OP), il 7,8 % (EH2) e il 4,6 % (ECH4) di sostanza secca; ii) circa il 60 % (sul secco) di carbonio organico e iii) apprezzabili quantità di macro (in particolare N organico e K2O) e microelementi. La quantità di metalli pesanti è trascurabile, mentre il pH e la conduttività elettrica (EC) sono nella norma e perfettamente compatibili con l’impiego in agricoltura. La somministrazione di OP, EH2 e ECH4 a un suolo (Typic Ustipsamment) corrispondenti a 60, 120 e 180 kg N ha-1 nei primi 40 gg dopo la incorporazione ha fatto osservare: i) differente intensità di mineralizzazione; ii) una diversa risposta da parte della microflora tellurica ai tre prodotti valutati in funzione del loro stato di degradazione: tale risposta ha coinciso con la diversa intensità di mineralizzazione osservata fra i prodotti; iii) nessun effetto fitotossico ed, in alcuni casi, un effetto stimolante sulla germinazione di semi di grano duro (Triticum durum L.). I risultati confermano che, dopo i processi di recupero energetico, la qualità degli effluenti saggiati è compatibile con il loro impiego in agricoltura nell’area mediterranea anche ai dosaggi più alti valutati in questa prova preliminare in ambiente controllato.
Titolo: | Impiego in agricoltura di reflui oleari da processi di estrazione a due fasi dopo trattamento biologico per il recupero energetico |
Autore/i: | N. A. Ramieri; NASTRI, ANNA; R. Abdayem; GIOACCHINI, PAOLA; L. M. Manici; MARZADORI, CLAUDIO; CIAVATTA, CLAUDIO |
Autore/i Unibo: | |
Anno: | 2004 |
Titolo del libro: | SUOLO E DINAMICHE AMBIENTALI |
Pagina iniziale: | 55 |
Pagina finale: | 55 |
Abstract: | Il processo d’estrazione a freddo dell’olio d’oliva con la tecnologia a tre fasi comporta la produzione e il trattamento di notevoli quantità di acque di vegetazione e minori quantità di panelli d’estrazione in fase solida. Recentemente, con l’introduzione del sistema d’estrazione “ a due fasi” la quantità di acque di vegetazione è stata drasticamente ridotta poiché oltre all’olio si ottiene un solo sottoprodotto in fase semisolida, la “polpa di olive”. La polpa è caratterizzata da elevate quantità di polisaccaridi che, dopo opportuni trattamenti, possono costituire un substrato ottimale per la produzione di energia: etanolo, idrogeno e metano (biogas). Scopo della presente ricerca, inserita all’interno del progetto europeo BIOTROLL iniziato nel gennaio 2003, è quello della 1) caratterizzazione chimico-fisica delle polpe di olive provenienti dal trattamento biologico per la produzione di i) etanolo e ii) idrogeno e iii) metano e 2) la verifica del possibile utilizzo degli effluenti finali come fertilizzanti. I risultati preliminari ottenuti mostrano che gli effluenti analizzati (polpa di olive tal quale - OP, effluente dalla produzione di idrogeno - EH2 e da metano - ECH4) contengono: i) il 28,4 % (OP), il 7,8 % (EH2) e il 4,6 % (ECH4) di sostanza secca; ii) circa il 60 % (sul secco) di carbonio organico e iii) apprezzabili quantità di macro (in particolare N organico e K2O) e microelementi. La quantità di metalli pesanti è trascurabile, mentre il pH e la conduttività elettrica (EC) sono nella norma e perfettamente compatibili con l’impiego in agricoltura. La somministrazione di OP, EH2 e ECH4 a un suolo (Typic Ustipsamment) corrispondenti a 60, 120 e 180 kg N ha-1 nei primi 40 gg dopo la incorporazione ha fatto osservare: i) differente intensità di mineralizzazione; ii) una diversa risposta da parte della microflora tellurica ai tre prodotti valutati in funzione del loro stato di degradazione: tale risposta ha coinciso con la diversa intensità di mineralizzazione osservata fra i prodotti; iii) nessun effetto fitotossico ed, in alcuni casi, un effetto stimolante sulla germinazione di semi di grano duro (Triticum durum L.). I risultati confermano che, dopo i processi di recupero energetico, la qualità degli effluenti saggiati è compatibile con il loro impiego in agricoltura nell’area mediterranea anche ai dosaggi più alti valutati in questa prova preliminare in ambiente controllato. |
Data prodotto definitivo in UGOV: | 11-ott-2005 |
Appare nelle tipologie: | 4.02 Riassunto (Abstract) |