La riconversione delle aree dismesse costituisce un tema di rilievo nell’urbanistica italiana degli ultimi trenta anni. L’esperienza di Genova offre un osservatorio significativo per la conoscenza e la miglior comprensione di questo argomento. La caduta della grande industria e il drastico calo delle attività portuali sono la causa di una profonda e lunga crisi che colpisce Genova fin dalla metà degli anni Settanta. I provvedimenti che vengono presi, nonostante limiti e contraddizioni, avviano un processo di riconversione economica che si intreccia con la riqualificazione urbana e con il recupero ambientale. Un programma importante riguarda la zona a ovest della città, dove si concentrava l’industria pesante, alla foce del fiume Polcevera. Un settore di questa estesa area, denominato Fiumara, in cui si trovavano gli stabilimenti dell’Ansaldo, diventa negli anni Ottanta “il cimitero delle fabbriche”. La riconversione, avviata nel 1991, porta a un profondo rinnovamento del quartiere, che assume una fisionomia più variata rispetto a quella precedente. Domina un ampio parco, e l’area si distingue per le nuove residenze, per i complessi edilizi destinati a attività direzionali, sportive, e ricreative. L’operazione, realizzata nel corso di circa quindici anni, è stata resa possibile dall’intervento di diversi enti pubblici, locali e centrali, e dall’iniziativa privata. Un aspetto interessante è rappresentato dal rapporto pubblico-privato, impostato sulla base di un continuo confronto e di qualche conflitto: il Comune ha definito efficaci norme urbanistiche a cui la società privata, che ha svolto i lavori, si è dovuta attenere.
P.P. Penzo (2012). Genova. La rigenerazione urbana. BOLOGNA : clueb.
Genova. La rigenerazione urbana
PENZO, PIER PAOLA
2012
Abstract
La riconversione delle aree dismesse costituisce un tema di rilievo nell’urbanistica italiana degli ultimi trenta anni. L’esperienza di Genova offre un osservatorio significativo per la conoscenza e la miglior comprensione di questo argomento. La caduta della grande industria e il drastico calo delle attività portuali sono la causa di una profonda e lunga crisi che colpisce Genova fin dalla metà degli anni Settanta. I provvedimenti che vengono presi, nonostante limiti e contraddizioni, avviano un processo di riconversione economica che si intreccia con la riqualificazione urbana e con il recupero ambientale. Un programma importante riguarda la zona a ovest della città, dove si concentrava l’industria pesante, alla foce del fiume Polcevera. Un settore di questa estesa area, denominato Fiumara, in cui si trovavano gli stabilimenti dell’Ansaldo, diventa negli anni Ottanta “il cimitero delle fabbriche”. La riconversione, avviata nel 1991, porta a un profondo rinnovamento del quartiere, che assume una fisionomia più variata rispetto a quella precedente. Domina un ampio parco, e l’area si distingue per le nuove residenze, per i complessi edilizi destinati a attività direzionali, sportive, e ricreative. L’operazione, realizzata nel corso di circa quindici anni, è stata resa possibile dall’intervento di diversi enti pubblici, locali e centrali, e dall’iniziativa privata. Un aspetto interessante è rappresentato dal rapporto pubblico-privato, impostato sulla base di un continuo confronto e di qualche conflitto: il Comune ha definito efficaci norme urbanistiche a cui la società privata, che ha svolto i lavori, si è dovuta attenere.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.