Il saggio mostra la rara capacità di Dante di passare in breve spazio dalla tragedia più cupa alla tonalità leggera e pettegola della commedia e della satira. Terreno per questo riscontro è il canto XXIX dell’Inferno, dove alla fosca vicenda del parente invendicato di Dante subentrano gli esempi cronachistici sulla dabbenaggine dei senesi. Tra questi due estremi si sviluppa l’incontro con gli alchimisti, di cui si mettono in luce le ragioni della colpa, connessa alla presunzione di potere alterare le leggi naturali senza ricorrere, con la preghiera, al soccorso divino, e il contrappasso della pena che, con una metamorfosi "in peius", corrompe i loro corpi così come gli alchimisti avevano in vita corrotto le cose alterandole.
Il canto XXIX dell’Inferno
BATTISTINI, ANDREA
2011
Abstract
Il saggio mostra la rara capacità di Dante di passare in breve spazio dalla tragedia più cupa alla tonalità leggera e pettegola della commedia e della satira. Terreno per questo riscontro è il canto XXIX dell’Inferno, dove alla fosca vicenda del parente invendicato di Dante subentrano gli esempi cronachistici sulla dabbenaggine dei senesi. Tra questi due estremi si sviluppa l’incontro con gli alchimisti, di cui si mettono in luce le ragioni della colpa, connessa alla presunzione di potere alterare le leggi naturali senza ricorrere, con la preghiera, al soccorso divino, e il contrappasso della pena che, con una metamorfosi "in peius", corrompe i loro corpi così come gli alchimisti avevano in vita corrotto le cose alterandole.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.