Dallo scorso 21 marzo 2010 il processo civile italiano è stato arricchito di un nuovo strumento giuridico che in tutti i Paesi civili è da anni utilizzato e ha fornito prove di grande successo, la mediazione. Come è noto, il percorso che ha portato alla piena entrata in vigore della mediazione delle controversie civili e commerciali è stato tutt’altro che semplice e ha visto come mai le diverse categorie professionali schierarsi e dividersi tra favorevoli e contrari alla nuova disciplina. In vero, il d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28 è entrato in vigore nel mese di marzo 2010, pur tuttavia, una delle peculiari caratteristiche del decreto, l’obbligatorietà del tentativo di mediazione nelle materie indicate al suo articolo 5, è entrata pienamente in vigore solamente nel mese di marzo 2012. Al d.lgs. n. 28 del 2010 è seguito il D.M. 18 ottobre 2010, n. 180, poi corretto dal D.M. 26 luglio 2011, n. 145 che ha dato piena e completa attuazione alla norma, prevedendo i criteri e le modalità per l’iscrizione degli organismi presso il Ministero della giustizia, nonché quelli per la formazione, la revisione e, più in generale, la gestione dell’elenco dei mediatori. Da ultimo, la Circolare 20 dicembre 2011 del Ministero della Giustizia, interpretativa del D.M. 145 del 2011, ha fornito specifica indicazione su alcuni profili problematici inerenti alla corretta interpretazione e applicazione del D.M. 180/2010, così come corretto dal citato D.M. 145/2011. La discussione sull’obbligatorietà del tentativo di mediazione, assai infelicemente ribattezzata da taluni detrattori “mediaconciliazione”, dimenticando le definizioni dell’art. 1 del decreto che forniscono una precisa e chiara distinzione tra mediazione e conciliazione, è stata assai ampia e articolata: le contestazioni mosse nei confronti della disciplina della mediazione sono state numerose e, in vero, non tutte completamente prive di un qualche fondamento. La presente guida arricchita di nuovi contributi, giunta alla sua seconda edizione aggiornata alla luce della nuova normativa e della giurisprudenza fino ad oggi creatasi, raccoglie i contributi di esperti e studiosi della mediazione, nonché di mediatori e di formatori accreditati presso il Ministero della Giustizia per l’insegnamento della mediazione e vuole fornire una chiara e agile lettura delle diverse tematiche della nuova disciplina della mediazione utile per chi si deve attivare un procedimento di mediazione, assistere le parti nella procedura, ovvero svolgere l’attività di mediatore. La guida si chiude con una rassegna di casi nei principali settori di applicazione in cui il tentativo di mediazione è obbligatorio e con la raccolta della normativa vigente in materia.
Soldati N, Thiella P. (2012). Guida alla mediazione civile e commerciale. Evoluzione normativa, aspetti operativi, settori di applicazione e casistica.. MILANO : Gruppo 24 Ore.
Guida alla mediazione civile e commerciale. Evoluzione normativa, aspetti operativi, settori di applicazione e casistica.
SOLDATI, NICOLA;
2012
Abstract
Dallo scorso 21 marzo 2010 il processo civile italiano è stato arricchito di un nuovo strumento giuridico che in tutti i Paesi civili è da anni utilizzato e ha fornito prove di grande successo, la mediazione. Come è noto, il percorso che ha portato alla piena entrata in vigore della mediazione delle controversie civili e commerciali è stato tutt’altro che semplice e ha visto come mai le diverse categorie professionali schierarsi e dividersi tra favorevoli e contrari alla nuova disciplina. In vero, il d.lgs. 4 marzo 2010, n. 28 è entrato in vigore nel mese di marzo 2010, pur tuttavia, una delle peculiari caratteristiche del decreto, l’obbligatorietà del tentativo di mediazione nelle materie indicate al suo articolo 5, è entrata pienamente in vigore solamente nel mese di marzo 2012. Al d.lgs. n. 28 del 2010 è seguito il D.M. 18 ottobre 2010, n. 180, poi corretto dal D.M. 26 luglio 2011, n. 145 che ha dato piena e completa attuazione alla norma, prevedendo i criteri e le modalità per l’iscrizione degli organismi presso il Ministero della giustizia, nonché quelli per la formazione, la revisione e, più in generale, la gestione dell’elenco dei mediatori. Da ultimo, la Circolare 20 dicembre 2011 del Ministero della Giustizia, interpretativa del D.M. 145 del 2011, ha fornito specifica indicazione su alcuni profili problematici inerenti alla corretta interpretazione e applicazione del D.M. 180/2010, così come corretto dal citato D.M. 145/2011. La discussione sull’obbligatorietà del tentativo di mediazione, assai infelicemente ribattezzata da taluni detrattori “mediaconciliazione”, dimenticando le definizioni dell’art. 1 del decreto che forniscono una precisa e chiara distinzione tra mediazione e conciliazione, è stata assai ampia e articolata: le contestazioni mosse nei confronti della disciplina della mediazione sono state numerose e, in vero, non tutte completamente prive di un qualche fondamento. La presente guida arricchita di nuovi contributi, giunta alla sua seconda edizione aggiornata alla luce della nuova normativa e della giurisprudenza fino ad oggi creatasi, raccoglie i contributi di esperti e studiosi della mediazione, nonché di mediatori e di formatori accreditati presso il Ministero della Giustizia per l’insegnamento della mediazione e vuole fornire una chiara e agile lettura delle diverse tematiche della nuova disciplina della mediazione utile per chi si deve attivare un procedimento di mediazione, assistere le parti nella procedura, ovvero svolgere l’attività di mediatore. La guida si chiude con una rassegna di casi nei principali settori di applicazione in cui il tentativo di mediazione è obbligatorio e con la raccolta della normativa vigente in materia.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.