Higashino Keigo, nato nel 1958 a Osaka, è attualmente uno degli autori giapponesi di maggior successo. Autodidatta, dopo aver lavorato per un breve periodo per un’azienda elettrica, ha esordito con la raccolta di racconti Hokago che gli ha valso il prestigioso premio Edogawa Rampo per il miglior mistery nel 1985. "Himitsu", il romanzo di cui qui si propone la traduzione, originariamente pubblicato sulla rivista "Bungei Shunju" nel 1998, è stato uno dei suoi primi bestseller, ed è stato tradotto in inglese nel 2004 con il titolo "Naoko". Higashino affronta qui in una prospettiva inedita il tema della trasmigrazione dello spirito: la mente di una madre morente (Naoko) subentra nel corpo svuotato della figlia preadolescente (Monami), innescando una serie di paradossi nella vita con il padre-marito. Questi, impiegato in una ditta che produce componenti per automobili (stesso lavoro che ha fatto lo scrittore fino al 1985, presso la Denso Corporation, prima di dedicarsi a tempo pieno alla letteratura), inizia con Naoko/Minami una strana convivenza, in cui iil rapporto padre-figlia continuamente si confonde con quello marito-moglie, mentre i confini si fanno sempre più labili e confusi. Higashino è attento a non indugiare sull'aspetto morboso della vicenda, per concentrarsi sul difficile percorso di avvicinamento e riallontanamento emotivo tra i due protagonisti, costretti a fingere di fronte alla società una normalità che, smarriti, non conoscono più. E proprio in questa dicotomia fra pubblico e privato, il romanzo può essere letto anche come una metafora dei vincoli di comportamento nella società giapponese, oltre che come una tragica storia di amore negato. Lineare e architetturalmente semplice, "La seconda vita di Naoko" nel 1999 ha vinto il Mystery Writers of Japan Award, è stato adattato con grande successo al cinema lo stesso anno ("Himitsu", di Takita Yojiro) e in una serie tv nel 2010 ("Himitsu", di Karaki Akihiro e Takahashi Nobuyuki).
P. Scrolavezza (2006). La seconda vita di Naoko. MILANO : Baldini Castoldi Dalai Editore.
La seconda vita di Naoko
SCROLAVEZZA, PAOLA
2006
Abstract
Higashino Keigo, nato nel 1958 a Osaka, è attualmente uno degli autori giapponesi di maggior successo. Autodidatta, dopo aver lavorato per un breve periodo per un’azienda elettrica, ha esordito con la raccolta di racconti Hokago che gli ha valso il prestigioso premio Edogawa Rampo per il miglior mistery nel 1985. "Himitsu", il romanzo di cui qui si propone la traduzione, originariamente pubblicato sulla rivista "Bungei Shunju" nel 1998, è stato uno dei suoi primi bestseller, ed è stato tradotto in inglese nel 2004 con il titolo "Naoko". Higashino affronta qui in una prospettiva inedita il tema della trasmigrazione dello spirito: la mente di una madre morente (Naoko) subentra nel corpo svuotato della figlia preadolescente (Monami), innescando una serie di paradossi nella vita con il padre-marito. Questi, impiegato in una ditta che produce componenti per automobili (stesso lavoro che ha fatto lo scrittore fino al 1985, presso la Denso Corporation, prima di dedicarsi a tempo pieno alla letteratura), inizia con Naoko/Minami una strana convivenza, in cui iil rapporto padre-figlia continuamente si confonde con quello marito-moglie, mentre i confini si fanno sempre più labili e confusi. Higashino è attento a non indugiare sull'aspetto morboso della vicenda, per concentrarsi sul difficile percorso di avvicinamento e riallontanamento emotivo tra i due protagonisti, costretti a fingere di fronte alla società una normalità che, smarriti, non conoscono più. E proprio in questa dicotomia fra pubblico e privato, il romanzo può essere letto anche come una metafora dei vincoli di comportamento nella società giapponese, oltre che come una tragica storia di amore negato. Lineare e architetturalmente semplice, "La seconda vita di Naoko" nel 1999 ha vinto il Mystery Writers of Japan Award, è stato adattato con grande successo al cinema lo stesso anno ("Himitsu", di Takita Yojiro) e in una serie tv nel 2010 ("Himitsu", di Karaki Akihiro e Takahashi Nobuyuki).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.