Il concetto di “diritti umani”, nella sua elaborazione ufficiale avvenuta con la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 e susseguenti patti e trattati internazionali, rappresenta probabilmente la più importante eredità che abbiamo ricevuto dal pensiero classico e contemporaneo. Nessun altro termine nella storia umana recente ha avuto in maggior misura il privilegio di addossare su di sé il carico del destino umano. Quale può essere, si chiedeva il compianto Jonathan Mann, il fondatore del Programma globale delle Nazione Unite per il controllo dell’AIDS e della rivista “Health and human rights", la reale applicabilità, utilità, il “valore aggiunto”, o addirittura la necessità di incorporare la prospettiva dei diritti umani nella pratica di un professionista della salute? Considerando i contenuti del percorso di formazione del medico e delle professioni sanitarie in Italia evidentemente questa utilità sembrerebbe essere nulla. Non soltanto il discorso dei diritti umani, ma addirittura l’etica medica sembra occupare uno spazio non significativo nel curriculum fondamentale del corso di laurea in medicina. Eppure sia la salute che i diritti umani sono potenti e moderni criteri per definire e promuovere il benessere dell’uomo. In questo capitolo sono discusse affinità e complementarietà di questi due mondi, soltanto apparentemente distanti tra loro, e l’urgenza di utilizzare il discorso dei diritti umani come base imprescindibile per promuovere la salute umana. Vengono inoltre esposte le ragioni per cui salute e diritti umani siano inscindibili, affrontando, a titolo di esempio, le implicazioni sulla salute della violazione del diritto alla non discriminazione. Dopo avere descritto il ruolo delle professioni sanitarie e dei governi, e discusso in modo provocatorio il significato stesso di diritto alla salute, il capitolo si conclude con alcune raccomandazioni pratiche.

Diritti umani e salute

STEFANINI, ANGELO
2011

Abstract

Il concetto di “diritti umani”, nella sua elaborazione ufficiale avvenuta con la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948 e susseguenti patti e trattati internazionali, rappresenta probabilmente la più importante eredità che abbiamo ricevuto dal pensiero classico e contemporaneo. Nessun altro termine nella storia umana recente ha avuto in maggior misura il privilegio di addossare su di sé il carico del destino umano. Quale può essere, si chiedeva il compianto Jonathan Mann, il fondatore del Programma globale delle Nazione Unite per il controllo dell’AIDS e della rivista “Health and human rights", la reale applicabilità, utilità, il “valore aggiunto”, o addirittura la necessità di incorporare la prospettiva dei diritti umani nella pratica di un professionista della salute? Considerando i contenuti del percorso di formazione del medico e delle professioni sanitarie in Italia evidentemente questa utilità sembrerebbe essere nulla. Non soltanto il discorso dei diritti umani, ma addirittura l’etica medica sembra occupare uno spazio non significativo nel curriculum fondamentale del corso di laurea in medicina. Eppure sia la salute che i diritti umani sono potenti e moderni criteri per definire e promuovere il benessere dell’uomo. In questo capitolo sono discusse affinità e complementarietà di questi due mondi, soltanto apparentemente distanti tra loro, e l’urgenza di utilizzare il discorso dei diritti umani come base imprescindibile per promuovere la salute umana. Vengono inoltre esposte le ragioni per cui salute e diritti umani siano inscindibili, affrontando, a titolo di esempio, le implicazioni sulla salute della violazione del diritto alla non discriminazione. Dopo avere descritto il ruolo delle professioni sanitarie e dei governi, e discusso in modo provocatorio il significato stesso di diritto alla salute, il capitolo si conclude con alcune raccomandazioni pratiche.
2011
InForAzione per cambiare
145
158
A. Stefanini
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