La formazione in Sanità Pubblica nel XXI secolo deve farsi carico del mandato di creare professionisti che abbiano la sensibilità umana e le conoscenze necessarie per entrare con la necessaria competenza e l’atteggiamento appropriato nell’attuale dibattito sulla globalizzazione e l’impatto che essa può avere sulla salute dell’uomo. Le ragioni di tale necessità vanno dalla natura multiculturale delle società moderne alla presenza nel nostro Paese di rifugiati economici e di vittime di tortura e di conflitti; dalla progressiva domanda sanitaria creata dalla diffusione del turismo internazionale alle conseguenze sulla salute dei cambiamenti demografici, ambientali, tecnologici e delle disuguaglianze socio-economiche. Il ruolo che viene richiesto al professionista sanitario di oggi è, qualsiasi sia la sua disciplina o specializzazione, di svolgere attività di promozione della salute, di diventare un vero e proprio “avvocato della salute”, sia come singolo operatore che come appartenente ad organizzazioni professionali, non soltanto influenzando gli stili di vita dei singoli individui ma anche cercando di avere un impatto sulle scelte politiche che possono avere implicazioni sulla salute. Per formare questo tipo di professionista non basta più il curriculum didattico tradizionale improntato ai problemi sanitari di casa nostra; è necessario qualcosa di più. E’ quindi indispensabile introdurre nella formazione tematiche nuove che considerino le modalità attraverso le quali i fattori socio-economici, culturali e ambientali condizionano profondamente lo stato di salute di una popolazione e che descrivano come il carico globale di malattia e le caratteristiche demografiche differiscano da un Paese all’altro e all’interno di uno stesso Paese. E’ importante che gli operatori apprendano a utilizzare fonti diverse di indicatori sanitari e demografici, a passare dalla divisione tra paesi sviluppati e sottosviluppati ad una nuova tassonomia che correli i diversi livelli di salute con lo sviluppo economico e il grado di equità di un Paese. Anche lo studio delle politiche sanitarie e dei diversi sistemi sanitari a livello internazionale è essenziale a costruire la cornice concettuale necessaria per affrontare in modo informato e contestualizzato le molteplici e complesse interconnessioni dei determinanti della salute. L’università in Italia sembra non avere ancora appieno recepito questa urgente istanza formativa. I cinque saggi che compongono il libro rappresentano il risultato di un percorso di lettura, analisi e discussione su tematiche relativamente nuove e spesso provocatorie che hanno ormai fatto pieno ingresso nel panorama scientifico attuale. Dopo un primo capitolo che descrive il contesto più generale in cui inserire il rapporto tra globalizzazione e salute, gli altri contributi affrontano le tematiche ritenute più caratterizzanti per descrivere i nuovi bisogni formativi in Sanità Pubblica: le disuguaglianze socio-economiche come nuovo paradigma epidemiologico sia a livello globale che locale (cap. 2); il ruolo che i recenti cambiamenti introdotti nei sistemi sanitari dal Nord al Sud del pianeta svolgono nell’influenzare il livello e la distribuzione della salute nella popolazione (cap. 3); la comparsa sulla scena di nuovi attori globali con prepotente effetto sulla salute umana, nonostante la loro “vocazione” apparentemente estranea al processo di creazione e distruzione della salute (cap. 4); infine, l’esplosione del problema dei diritti umani, incluso il diritto alla salute, come cornice concettuale ed analitica indispensabile per individuare le dinamiche prevalenti che avvicinano o allontanano da quello “stato di benessere fisico, psichico e sociale, e non soltanto assenza di malattia” con cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute.

A. Stefanini (2006). Nuovi bisogni formativi in Sanità Pubblica in Europa.. BOLOGNA : Bononia University Press.

Nuovi bisogni formativi in Sanità Pubblica in Europa.

STEFANINI, ANGELO
2006

Abstract

La formazione in Sanità Pubblica nel XXI secolo deve farsi carico del mandato di creare professionisti che abbiano la sensibilità umana e le conoscenze necessarie per entrare con la necessaria competenza e l’atteggiamento appropriato nell’attuale dibattito sulla globalizzazione e l’impatto che essa può avere sulla salute dell’uomo. Le ragioni di tale necessità vanno dalla natura multiculturale delle società moderne alla presenza nel nostro Paese di rifugiati economici e di vittime di tortura e di conflitti; dalla progressiva domanda sanitaria creata dalla diffusione del turismo internazionale alle conseguenze sulla salute dei cambiamenti demografici, ambientali, tecnologici e delle disuguaglianze socio-economiche. Il ruolo che viene richiesto al professionista sanitario di oggi è, qualsiasi sia la sua disciplina o specializzazione, di svolgere attività di promozione della salute, di diventare un vero e proprio “avvocato della salute”, sia come singolo operatore che come appartenente ad organizzazioni professionali, non soltanto influenzando gli stili di vita dei singoli individui ma anche cercando di avere un impatto sulle scelte politiche che possono avere implicazioni sulla salute. Per formare questo tipo di professionista non basta più il curriculum didattico tradizionale improntato ai problemi sanitari di casa nostra; è necessario qualcosa di più. E’ quindi indispensabile introdurre nella formazione tematiche nuove che considerino le modalità attraverso le quali i fattori socio-economici, culturali e ambientali condizionano profondamente lo stato di salute di una popolazione e che descrivano come il carico globale di malattia e le caratteristiche demografiche differiscano da un Paese all’altro e all’interno di uno stesso Paese. E’ importante che gli operatori apprendano a utilizzare fonti diverse di indicatori sanitari e demografici, a passare dalla divisione tra paesi sviluppati e sottosviluppati ad una nuova tassonomia che correli i diversi livelli di salute con lo sviluppo economico e il grado di equità di un Paese. Anche lo studio delle politiche sanitarie e dei diversi sistemi sanitari a livello internazionale è essenziale a costruire la cornice concettuale necessaria per affrontare in modo informato e contestualizzato le molteplici e complesse interconnessioni dei determinanti della salute. L’università in Italia sembra non avere ancora appieno recepito questa urgente istanza formativa. I cinque saggi che compongono il libro rappresentano il risultato di un percorso di lettura, analisi e discussione su tematiche relativamente nuove e spesso provocatorie che hanno ormai fatto pieno ingresso nel panorama scientifico attuale. Dopo un primo capitolo che descrive il contesto più generale in cui inserire il rapporto tra globalizzazione e salute, gli altri contributi affrontano le tematiche ritenute più caratterizzanti per descrivere i nuovi bisogni formativi in Sanità Pubblica: le disuguaglianze socio-economiche come nuovo paradigma epidemiologico sia a livello globale che locale (cap. 2); il ruolo che i recenti cambiamenti introdotti nei sistemi sanitari dal Nord al Sud del pianeta svolgono nell’influenzare il livello e la distribuzione della salute nella popolazione (cap. 3); la comparsa sulla scena di nuovi attori globali con prepotente effetto sulla salute umana, nonostante la loro “vocazione” apparentemente estranea al processo di creazione e distruzione della salute (cap. 4); infine, l’esplosione del problema dei diritti umani, incluso il diritto alla salute, come cornice concettuale ed analitica indispensabile per individuare le dinamiche prevalenti che avvicinano o allontanano da quello “stato di benessere fisico, psichico e sociale, e non soltanto assenza di malattia” con cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce la salute.
2006
113
8873951457
A. Stefanini (2006). Nuovi bisogni formativi in Sanità Pubblica in Europa.. BOLOGNA : Bononia University Press.
A. Stefanini
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