L’articolo parte da una premessa: la gravissima carenza logico-linguistica (LL), di cui soffrono percentuali altissime di studenti della Secondaria Superiore italiana, ha ormai prodotto (soprattutto nell’apprendimento delle materie scientifiche) livelli di degrado paragonabili agli effetti di un virus estremamente veloce nel diffondersi e virulento al punto tale da fare apparire irreversibili i danni di tutto ciò che raggiunge ed inquina; in particolare, fuor di metafora: Scuola ed anche Università, quest’ultima assai poco salvaguardata delle attuali protezioni. Ciò premesso l’articolo propone una metodologia fortemente innovativa [denominata “Studio Guidato” (SG)] che dimostra la reversibilità dei danni suddetti, a patto che si rinunci alla mentalità del difendersi per acquisire quella di un attacco frontale al virus, con forza superiore alla sua virulenza. Lo SG ha armi assai valide per farlo (strumenti metodologici da lungo tempo approntate) che intende utilizzare secondo tre direttrici di attacco: due orientate a colpire due difetti della didattica tradizionale (molto diffusi, ma anche abbastanza nascosti, sicchè di essi poco o nulla si parla) , la terza direttrice volta a convincere la classe docente (da tempo delusa per tanti motivi, tra cui quello di venire coinvolta da sempre in un volontariato che sembra non avere fine) che questa volta vale la pena partecipare. L’attacco è stato studiato, in una ricerca durata oltre sei anni, proprio a causa di quest’ultima direttrice, a lungo contrastata dai docenti per l’eccessivo stress a loro richiesto da una valutazione continua invero molto faticosa. Cinque lunghi anni per trovare il rimedio, poi di improvviso l’idea buona è venuta, nascosta in un ambito dall’apparenza utopistica: da lì l’abbiamo estratta dimostrandone, al contrario, la concreta sua realtà. Si chiama auto-correzione del proprio compito da parte di ciascuno studente: una sorta di uovo di Colombo che ha tenuto in scacco per un paio di anni la ricerca stessa, che poi l’ha reso distante anni-luce dall’utopia. Oggi lo consideriamo carta vincente di un progetto sperimentale mono-annuale che terrà fede al titolo di questo articolo.
Ciampolini F., Contadini S., Saccani C. (2012). Il “virus logico-linguistico” nella Scuola e nell’Università: come sconfiggerlo. Bologna : CIB. Università degli Studi, Bologna. Alma Mater Studiorum.
Il “virus logico-linguistico” nella Scuola e nell’Università: come sconfiggerlo
SACCANI, CESARE
2012
Abstract
L’articolo parte da una premessa: la gravissima carenza logico-linguistica (LL), di cui soffrono percentuali altissime di studenti della Secondaria Superiore italiana, ha ormai prodotto (soprattutto nell’apprendimento delle materie scientifiche) livelli di degrado paragonabili agli effetti di un virus estremamente veloce nel diffondersi e virulento al punto tale da fare apparire irreversibili i danni di tutto ciò che raggiunge ed inquina; in particolare, fuor di metafora: Scuola ed anche Università, quest’ultima assai poco salvaguardata delle attuali protezioni. Ciò premesso l’articolo propone una metodologia fortemente innovativa [denominata “Studio Guidato” (SG)] che dimostra la reversibilità dei danni suddetti, a patto che si rinunci alla mentalità del difendersi per acquisire quella di un attacco frontale al virus, con forza superiore alla sua virulenza. Lo SG ha armi assai valide per farlo (strumenti metodologici da lungo tempo approntate) che intende utilizzare secondo tre direttrici di attacco: due orientate a colpire due difetti della didattica tradizionale (molto diffusi, ma anche abbastanza nascosti, sicchè di essi poco o nulla si parla) , la terza direttrice volta a convincere la classe docente (da tempo delusa per tanti motivi, tra cui quello di venire coinvolta da sempre in un volontariato che sembra non avere fine) che questa volta vale la pena partecipare. L’attacco è stato studiato, in una ricerca durata oltre sei anni, proprio a causa di quest’ultima direttrice, a lungo contrastata dai docenti per l’eccessivo stress a loro richiesto da una valutazione continua invero molto faticosa. Cinque lunghi anni per trovare il rimedio, poi di improvviso l’idea buona è venuta, nascosta in un ambito dall’apparenza utopistica: da lì l’abbiamo estratta dimostrandone, al contrario, la concreta sua realtà. Si chiama auto-correzione del proprio compito da parte di ciascuno studente: una sorta di uovo di Colombo che ha tenuto in scacco per un paio di anni la ricerca stessa, che poi l’ha reso distante anni-luce dall’utopia. Oggi lo consideriamo carta vincente di un progetto sperimentale mono-annuale che terrà fede al titolo di questo articolo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.